Jules Brocherel

E’ impossibile occuparsi di tradizioni popolari e folklore in Valle d’Aosta senza parlare di uno dei pionieri dell’etnografia locale e alpina in generale, Jules Brocherel, promotore dell’immagine turistica moderna della regione. Nacque a Courmayeur nel 1871, e fin dalla gioventù fu appassionato d’alpinismo; avendo intuito l’importanza del fenomeno turistico, coltivò una serie di discipline scientifiche legate alla scoperta dell’ambiente montano (botanica, glaciologia, climatologia, mineralogia e limnologia). Nel 1895 pubblicò la “Guida illustrata di Courmayeur e dintorni”, corredata da itinerari per le ascensioni, notizie su rifugi, alberghi e servizi pubblici. Fotografo e pubblicista apprezzato anche all’estero, finalizzò la sua attività di documentazione, ricerca e divulgazione a far conoscere la Valle d’Aosta. Nel 1919, insieme ad un gruppo di intellettuali, fondò la rivista “Augusta Praetoria” grande strumento di salvaguardia e valorizzazione dell’originalità culturale e del patrimonio storico e artistico valdostano. Fin dal primo dopoguerra fu, tra l’altro, uno dei sostenitori del traforo del Monte Bianco. Verso gli anni venti si dedicò all’etnografia, studiando e raccogliendo in maniera sistematica in tutta la regione oggetti di artigianato e di cultura materiale allo scopo di realizzare un museo valdostano. Nel 1936 organizzò, ad Aosta, una mostra di arte popolare in cui vennero esposti ben 600 oggetti appartenenti a collezioni private. Una parte di questi oggetti fu poi venduta da Brocherel, che aveva dovuto rinunciare al progetto del museo valdostano, al Museo Civico di Torino. A tutt’oggi, il catalogo di quell’esposizione, redatto dallo stesso Brocherel, rappresenta un repertorio impareggiabile per lo studio dell’artigianato e della cultura materiale valdostana. Nel dopoguerra si occupò principalmente di studi linguistici, affrontando in una monografia del 1951 le origini del patois e dell’uso del francese in Valle d’Aosta e, nonostante in età avanzata, si diede all’ organizzazione della Biblioteca Regionale dove troviamo la sua ricca raccolta di testi sulla Valle d’Aosta, l’etnografia e l’alpinismo. Morì il primo gennaio 1954, lasciando gran parte dei propri beni al Comune e alle guide di Courmayeur.

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