Diversi secoli fa Gressoney non aveva la parrocchia, dipendeva da quella di Issime, il cui parroco si recava a visitare le varie cappelle: ma la grande distanza soprattutto l’incomprensione linguistica fece sì che il malcontento tra la popolazione aumentasse con il passare degli anni.
Nel periodo invernale si seppellivano i defunti senza la presenza del parroco, il quale riusciva a svolgerele le sue funzioni solo parzialmente a causa della lingua: questi infatti non conosceva il tedesco, che veniva parlato dall’intera popolazione.
Venne presa persino la decisione d’ inviare un gruppo di persone ad Aosta, nel 1412, per inoltrare il problema ad un delegato del vescovo: da allora fu nominato un viceparroco di origine gressonara che si occupava direttamente delle cappelle dell’Alta Valle.
Un altro tentativo fatto nel 1567 non ebbe esito positivo: non si riuscì a trovare un prete di madre lingua tedesca.
Nel 1660, anno in cui, in occasione della visita pastorale di Monsignor Bailly a Gressoney, si fecero grandi passi in avanti verso l’indipendenza religiosa: infatti i gressonari si lamentarono presso il vescovo di non aver ricevuto i Sacramenti a Pasqua, in quanto il parroco voleva la presenza di un interprete per svolgere la confessione. Il vescovo Bailly, allora, liberò la parrocchia di St. Jean da quella di Issime versando del denaro e ipotecando un prato a sud della chiesa di Issime.
Inoltre Sebastiano Menabreaz, a quel tempo vicario di Gressoney, fu nominato parroco dal vescovo: iniziò così la lunga serie di parroci locali di lingua tedesca, che durò fino al 1883.
Ventisei anni dopo la fondazione della Parrocchia di St. Jean, nel 1686, anche gli abitanti di “Oberteil”
ovvero di Gressoney La Trinitè ebbero la loro parrocchia e un loro parroco.