Fauna
La fauna della Valpelline=
Resorts: Valpelline
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Si può suddividere idealmente la valle in quattro fasce di altitudine crescente, a partire dalle quote inferiori. La prima è formata dal fondovalle coltivato, la seconda dai pascoli inferiori seguiti dai pascoli alti, la terza dalla foresta mista seguita dalle aghifoglie e infine l’ambiente alpino vero e proprio formato dalle rocce nude, le nevi perenni e i ghiacciai. Ognuna di queste fasce ideali ospita una propria fauna specifica altrettanto ideale, che in realtà può occupare alternativamente tutte le fasce altitudinali, almeno per un periodo più o meno lungo dell’anno.L’esposizione poi gioca un ruolo determinante a questo proposito.
Per quanto riguarda la fauna del fondovalle e dei boschi negli ultimi venti anni si è avuto un notevole ripopolamento, oltre che di caprioli, anche di cervi che pascolano liberamente nelle praterie antropizzate senza abbandonare il bosco, loro naturale habitat.
Ad iniziare dai 2000 metri si trovano: la lepre variabile con il manto invernale bianco che, come l’ermellino e la pernice bianca presenta un dismorfismo stagionale molto progredito. Una efficace dissimulazione mimetica rende infatti questi animali poco visibili alla vista dei predatori sullo sfondo del manto nevoso e consente loro di muoversi alla ricerca del cibo. Per sopravvivere alla carenza di cibo la marmotta ha invece scelto la lunga inattività invernale, o letargo. In queste zone così elevate i dominatori incontrastati sono però il camoscio e lo stambecco. Il camoscio (rupicapra rupicapra) generalmente vive nella fascia montana media tra i 1000 e i 2000 metri di altezza seza però alcuna difficoltà a spingersi anche molto più in alto. Sverna quasi sempre al riparo della foresta, specialmente di larici, dalla quale trae il suo nutrimento. Nella stagione fredda si nutre di magri steli essicati di graminacee.
Ma il bovide di maggior mole e più esclusivo della montagna è certamente lo stambecco (capra ibex). L’aspetto massiccio e poderoso è sottolineato, in entrambi i sessi, da un imponente paio di corna nodose, ricurve e divaricate, di dimensione inferiore nelle femmine. Lo stambecco è perfettamente adattato alla vita d’alta montagna, oltre il limite superiore della foresta di alto fusto. Attivo d’estate e d’inverno, piuttosto indolente di temperamento, le sue reazioni sono alquanto tarde. E’ però un arrampicatore di grande resistenza e un ottimo saltatore. Il carattere pacifico e la relativa lenta reattività hanno contribuito parecchio in passato ad assottigliare i branchi fin quasi all’estinzione. Il panorama faunistico della Valpelline sarebbe incompleto se non si accennasse alla poiana e all’aquila reale. Sono due rapaci diurni frequentemente segnalati: il primo fino al limite superiore del bosco, l’altro fino alla massima quota delle montagne. Sono uccelli che possono percorrere grandi distanze e non sempre è possibile individuare il punto di nidificazione.
Tratto da:
“La Valpelline. Storia, natura itinerari”
Edizioni Kosmos