Le antiche popolazioni: dai Salassi ai Signori di Vallaise

Il paese di Issime fu abitata inizialmente da popolazioni provenienti dalla pianura, come i Salassi, seguiti poi dai Romani, e in un secondo tempo da popolazioni provenienti dalle montagne , i Walser: alcuni documenti antichi dicono che, a quell’epoca, Issime veniva chiamata “Eis-Menck”, per poi di-
ventare la “Axima” dei Romani.
Durante il Medioevo Issime fu, come buona parte della Valle del Lys, territorio dei Signori di Vallaise, che sembra fossero proprietari di un forte o un piccolo castello ubicato sul dosso di fronte al “duarf”, oltre a una casa signorile, abitazione delle dame di famiglia, le cui rovine ancora visibili alla fine del XIX secolo, sono note con il nome di “Heeru-Hous”. Già nel 1227 i Signori di Vallaise offrirono ai loro sudditi uno statuto contenente franchigie e privilegi, che vennero ribaditi nei secoli successivi anche da altri Signori di Vallaise: nel 1347, per esempio, Amedeo di Vallaise concesse agli abitanti delle terre situate sopra Guillemore determinate libertà che evidenziano non solo l’appartenenza di queste terre ai Vallaise, ma anche il loro impegno nel difenderle dagli attacchi dei Signori di Challant, che tanto desideravano il possesso di questi territori. Lo statuto rimase in vigore fino al 1773.
L’importanza di Issime inoltre è strettamente legata al suo ruolo di capoluogo del mandamento dei Vallaise e sede del tribunale, ruolo affidatole già a partire dal XIII secolo: risiedevano qui infatti il giudice avvocato e il castellano notaio.
Il tribunale operò per alcuni secoli e cessò la sua attività nel 1770. Tre anni dopo fu istituito a Donnas, comune della valle centrale, il Dipartimento di Assise del Ducato di Aosta, comprendente Hòne, Vert, e tutta la Valle del Lys.
Nel 1737 la Signora Jacquéme Linty offrì, come regalo, alla comunità un podere destinato a ospitare la futura scuola di Issime: venti anni dopo, il reverendo Padre Jean Christille istituì un lascito di ben 5000
franchi. La scuola avrebbe dovuto durare dieci mesi e insegnare i rudimenti della lingua latina oltre alla lettura e alla scrittura. Vennero istituiti anche dei laboratori manuali per le future mogli e madri. L’insegnamento, affidato prima ad un prete, passò poi nelle mani di un laico.

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