La processione delle vigne

Fino agli anni Cinquanta, tra gli estesi vigneti di Saint-Vincent si è svolta una suggestiva processione che, secondo il racconto dello scrittore André Ferré, aveva lo scopo di ottenere la protezione di Dio contro le malattie e la sua benedizione affinché la vendemmia fosse buona e abbondante.
Ogni anno, in genere il martedì successivo alla Pasqua, un lungo corteo partiva dalla chiesa parrocchiale: in testa c’era un chierichetto con la campanella, dietro di lui un membro della confraternita del SS. Sacramento con una grande croce, poi i sacerdoti, i chierichetti, i cantori, tutti i fedeli (bambini, giovani, donne e uomini) e infine le suore di San Giuseppe con le “cantatrici” che intonavano diversi inni.
L’ordine della processione non era casuale; ad esso provvedeva il “batounì”, uomo di provata fede, chiamato così perché, nello svolgimento della sua funzione, era munito di un lungo bastone.
Dopo aver attraversato la via centrale, la folla sostava presso le cappelle di Cisseyaz, Moulin e Tromen. Lungo il percorso si recitava più volte il rosario e il parroco aspergeva la campagna con l’acqua benedetta. Toccando diversi villaggi, si raggiungeva la chiesa di Moron, dove veniva celebrata la messa. Al termine della funzione, dopo uno spuntino, la processione si ricomponeva e scendeva nel vallone di Cillian; attraversava le frazioni di Chadel e di Feilley, dove sostava presso la cappella, e scendeva verso Champ de Vignes e Champcillen, ai confini di Montjovet. Dopo una pausa, proseguiva verso il Ponte della Capre e poi verso le frazioni di Tenso, Torrent Sec e Glereyaz. Infine, sempre pregando e cantando, tornava al capoluogo e assisteva in chiesa alla benedizione finale.

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