In Valle d'Aosta sono molti i musei che possono interessare i più piccoli, a seconda delle loro attitudini. Scoprili tutti!
Naviga
Previsioni Meteo
Meteo
sabato 26 aprile


domenica 27 aprile


lunedì 28 aprile


Prenota la tua Vacanza
Centro espositivo del Parco Minerario della Valle d'Aosta e della Miniera di Cogne
Musei - CogneLa miniera come intreccio di storie, rumori ed emozioni.
A pochi passi dal centro di Cogne puoi visitare un interessante percorso espositivo sull’estrazione dei minerali in Valle d’Aosta.
Il complesso del villaggio minatori, raggiungibile imboccando la strada che sale verso il villaggio di Gimillan, ospita il museo del parco minerario nell’edificio principale davanti alla piazza e in quello adiacente all’arrivo delle benne della vecchia miniera.
Oltre ad una panoramica sui luoghi dove questi preziosi minerali si trovano in Valle d’Aosta (Brusson, Cogne, La Thuile, Ollomont, Saint-Marcel) si può rivivere l’esperienza della vita in miniera, in particolare nei giacimenti di Cogne: i luoghi di lavoro, la difficoltà delle operazioni in galleria fino all’ultimo viaggio del materiale verso Aosta per la sua trasformazione.
Esperienze e racconti avvolgono il visitatore in luoghi lontani ma raggiungibili: un salto nel tempo e nella storia al suono del piccone.
Mostra permanente del pizzo al tombolo - I merletti di Cogne
Musei - CogneEsposizione e vendita di pizzi realizzati a mano, secondo un’antica tradizione.
La storia dei merletti di Cogne ebbe inizio nell’anno 1665, quando alcune monache benedettine fuggite dal monastero di Cluny si rifugiarono in Valle d’Aosta; ospiti di alcuni comuni della Regione, esse insegnarono alle donne del luogo l’arte del pizzo al tombolo.
Nei secoli, la confezione di merletti al tombolo in quel di Cogne, si è tramandata di madre in figlia unicamente attraverso l’insegnamento e l’esperienza diretta, a differenza di analoghe produzioni francesi e belghe che si avvalgono di cartoni riproducenti i vari disegni.
Miracolosamente giunta ai giorni nostri, nonostante o per merito di questo fragile collegamento, l’arte del pizzo al tombolo testimonia anch’essa il tenace attaccamento della gente valdostana alla tradizione.
Le abili dita femminili intrecciano motivi con il velocissimo gioco dei fuselli sul cuscino circolare del tombolo (un cerchio, il “coessein”, imbottito con paglia e lana, sostenuto dal suo singolare “cavalot”, mobiletto in legno scolpito col classico motivo del rosone, il monogramma di Cristo e l’anno di fattura, nonché il nome della sua prima proprietaria).
L’intreccio in refe di lino si realizza adoperando numerosi fuselli.
Sul tombolo, a cui il lavoro viene fissato con spilli dalla capocchia multicolore, nascono stupende stilizzazioni di animali, fiori, ecc…
Cogne conta oggi 40 merlettaie riunite in cooperativa, Les Dentellières de Cogne, con una produzione annua di circa 1.500 metri di ricercatissimo pizzo.
Museo etnografico Maison de Cogne Gérard Dayné
Musei - CogneLa Maison Gérard Dayné è uno dei maggiori esempi dell’architettura tradizionale valdostana.
L’edificio, oggetto di un accurato restauro, è particolarmente complesso e permette di ammirare la “cor”, spazio interno coperto tipico dell’abitazione di Cogne, il “beu” luogo per eccellenza della vita domestica ed i grandi fienili che ospitano durante l’estate delle mostre fotografiche temporanee.
La Maison Gérard Dayné è un luogo dove le emozioni della memoria ci aiutano a riflettere sulla conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico e storio-culturale della civiltà alpina.
Situato in località Sonveulla, a monte del vecchio abitato, l’edificio si presenta come un aggregato di otto corpi di fabbrica sviluppati secondo uno schema a “L”; l’aspetto attuale risale alla prima metà dell’Ottocento, quando si concluse un processo di “crescita” iniziato presumibilmente prima del XVIII secolo.
La Maison Gérard Dayné, per la varietà del complesso e le specifiche caratteristiche tipiche dell’architettura rurale di Cogne, ben si presta all’allestimento di un museo che possa illustrare l’architettura tradizionale, la casa, la famiglia, l’organizzazione dell’ambiente agrario e forestale, le miniere, gli oggetti, l’arte sacra, le credenze, le leggende, la lingua e la letteratura della Valle d’Aosta dei tempi passati.
Servizio di co-working
Maison Gérard Dayné offre un angolo tranquillo a chi ne ha necessità per studiare o lavorare (è consigliabile prenotare).
La struttura ospita incontri culturali ed eventi durante i mesi estivi e rappresenta inoltre una cornice suggestiva per matrimoni o avvenimenti unici.
Ecomuseo della Latteria turnaria di Treby
Musei - DonnasL’edificio nella frazione Tréby di Donnas, che dal 1897 fino al 1980 ha ospitato l’attività della locale latteria sociale, riveste un duplice interesse storico-culturale, poiché testimonia da un lato il passato rurale del paese, quando l’allevamento era attività diffusa e contribuiva alla sussistenza della popolazione, dall’altro la secolare presenza a Donnas della Confraternita dello Spirito Santo, la cui attività di beneficenza è sopravvissuta fin quasi ai giorni nostri.
Mentre i locali usati fino a trent’anni fa come latteria sociale conservano gli arredi e l’attrezzatura utile al conferimento del latte e alla successiva lavorazione casearia, oltre che la documentazione e i registri relativi al funzionamento della società stessa, nella sala attigua, interamente affrescata, emergono le testimonianze dell’attività della «Confrérie du Saint-Esprit», esistente fin dal 1012 come riportato sull’affresco raffigurante l’ultima cena.
Vari dipinti testimoniano il lavoro svolto dalla confraternita a favore della comunità. Dovere dei confratelli era infatti tradurre la fede in opere di carità, distribuire cibo ai poveri e ospitare i senzatetto in caso di incendio. L’attività benefica della confraternita proseguì per più di un secolo e mezzo dopo la sua soppressione ufficiale avvenuta nel 1776.
L’atto di costituzione della latteria di Tréby porta la data del 25 luglio 1897. Cinque anni dopo, il 21 maggio 1902, la latteria sociale di Treby acquistò lo stabile della Confraternita dello Spirito Santo, dove svolse la sua attività fino al 1980, quando la società si sciolse.
L’intero fabbricato è stato restaurato e destinato nel 2003 a museo etnografico, arredato con le stesse attrezzature e materiali usati un tempo per la lavorazione del latte.
MAV - Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione
Musei - FénisIl MAV è un museo dedicato all’artigianato valdostano di tradizione.
L’artigianato tradizionale della Valle d’Aosta porta in sé una ricchezza di simboli, saperi, valori identitari e processi creativi straordinari di cui gli oggetti creati sono depositari.
Inaugurato a Fénis nel 2009, e rinnovato nel 2022, il MAV ospita oltre mille oggetti tra manufatti d’uso (XVII-XX secolo) e sculture (XIII-XXI secolo) di collezioni pubbliche e private.
La prima sezione presenta l’esposizione dell’intera Collezione Brocherel i cui gli oggetti si raccontano come produttori di memoria.
La seconda sala, dedicata alla materia, indaga invece lo stretto rapporto tra il territorio e l’artigianato, tra l’artigiano e la materia che plasma.
Il percorso prosegue poi con la forma, colei che plasma gli oggetti nell’incontro tra artigiano e materia, e il gesto, ossia la manualità pura di cui gli artigiani sono portatori, un patrimonio immateriale di conoscenze unico, senza il quale non vi sarebbe alcun oggetto.
Il nuovo allestimento si conclude con uno sguardo all’avanguardia, alla capacità della creazione di andare oltre il proprio tempo, e alla bellezza, come giudizio estetico individuale, oggettivo o sociale di un insieme di oggetti.
Convenzione tra il castello di Fenis e il MAV:
il biglietto del Museo può essere acquistato al prezzo di € 2,00 in abbinamento al biglietto del castello presso la biglietteria del castello, gli uffici del turismo o alla biglietteria MIDA ed è valido nella sola giornata di emissione.
- Per essere sempre aggiornati riguardo a tutte le iniziative ed attività realizzate dal MAV, visitate il sito indicato nella sezione “Contatti”.
- Per conoscere meglio l’artigianato della Valle d’Aosta leggi qui
Ecomuseo della media montagna
Musei - FontainemoreL’ecomuseo della media montagna si trova a Pra dou Sas, alle porte della Riserva naturale del Mont Mars.
Si tratta di un bellissimo villaggio di media montagna, i cui edifici sono stati in parte adibiti a museo di sé stessi.
Una casa in muratura su due piani presenta, al livello inferiore la stalla e a quello superiore il locale col camino per la lavorazione del latte e quello per l’abitazione della famiglia.
Il vicino rascard in legno racchiude l’area in passato destinata alla battitura della segale e quella per la conservazione delle derrate. Nella cantina sottostante si trova il locale per la stagionatura dei formaggi.
Una parte del rascard ospita una collezione di attrezzi da falegname e di altre professioni tradizionali.
Particolare importanza assumono gli attrezzi del muratore, mestiere caratteristico di questo paese, per il quale gli abitanti erano famosi anche all’estero, dove venivano chiamati a prestare la loro opera nella bella stagione.
Come arrivare
Dall’abitato di Fontainemore si sale per alcuni chilometri lungo la strada regionale per Gressoney sino ad imboccare sulla destra il ponte che conduce alla Riserva del Mont Mars. Superato il Lys, continuare lungo la strada che conduce a Pillaz-Pian Coumarial: proseguire lungo la strada principale, lasciare a sinistra il bivio per la frazione Pillaz e raggiungere la località Pra dou Sas, dove troverete le indicazioni per raggiungere l’ecomuseo.
Ecomuseo Walser
Musei - Gressoney-La-TrinitéLa visita all’ecomuseo attraversa tre strutture che offrono l’opportunità di un viaggio alla scoperta della cultura walser:
Casa Rurale – Puròhus
Antica casa rurale del 1700 che ripropone l’autentica atmosfera di una tipica abitazione walser con il suo “Wohngade”, la stalla-abitazione. Il Wohngade, un tempo cuore pulsante dell’attività lavorativa, comprende una parte adibita a ricovero degli animali ed una riservata all’abitazione umana, separate tra loro da una divisoria in legno. La coabitazione era finalizzata allo sfruttamento del calore animale. Visitabile anche la bella cantina a volta e il fienile con gli attrezzi da lavoro.
Casa Museo – Pòtzschhus
Negli ambienti di questo “stadel”, nome dialettale della tipica casa walser, sono allestite mostre permanenti dedicate al territorio. Nella sala del Monte Rosa, si raccontano l’evoluzione dei ghiacciai nel tempo, la storia della conquista delle cime e dei suoi protagonisti, l’evoluzione tecnica alpinistica, la storia dei rifugi e l’affascinante impresa della posa del “Cristo delle Vette”, la grande statua in bronzo posta sul ghiacciaio del Rosa a 4170 metri. Vi è poi una sezione dedicata alla storia e alla funzione dei due laboratori scientifici “Istituto Angelo Mosso” e “Regina Margherita” (quest’ultimo allestito nell’omonimo rifugio, il più alto d’Europa, a 4554 metri), sedi dei primi studi degli effetti dell’altitudine sull’uomo. Un'area è dedicata anche alla Krämertal - La Valle dei Mercanti Walser. Presso la sala al primo piano, sede anche dell'Office Régional du Tourisme, si può ammirare un’esposizione sulla storia del costume locale, famoso per la sua bellezza ed eleganza.
Baita di Binò Alpelté
Si tratta della terza struttura dell’Ecomuseo, costituita da una casetta sita in località Binò e destinata un tempo, da giugno alla fine di settembre, allo sfruttamento dei pascoli situati nelle vicinanze del capoluogo. L’edificio è formato da due fabbricati contigui, costruiti al riparo di un unico masso naturale, la “balma”, che funge da tetto e li protegge dalla caduta di valanghe e di pietre, a cui la zona è esposta durante l’inverno e la primavera. Lo spazio più ampio veniva utilizzato per il ricovero notturno di una ventina di capi, tra bovine adulte da mungitura e vitelli, mentre l’altro era adibito alla lavorazione del latte. La Baita è aperta solo nel periodo estivo secondo disponibilità ma raggiungibile anche in autonomia seguendo il sentiero n. 15.
Museo regionale della fauna alpina "Beck-Peccoz"
Musei - Gressoney-Saint-JeanPrenota e acquista i tuoi biglietti online
Il Barone Luigi Beck-Peccoz, discendente di una nobile famiglia Walser, nel suo testamento datato Augsburg, 11 febbraio 1882, disponeva che la sua collezione di trofei fosse trasportata a Gressoney e sistemata in un edificio espressamente costruito, destinando a tale scopo un cospicuo capitale.
I fratelli Antonio e Carlo, suoi esecutori testamentari, agli inizi del 1900, fecero erigere il museo a Gressoney-Saint-Jean, in località Predeloasch, a pochi metri da Villa Margherita.
All’interno della palazzina, in sale decorate con affreschi in stile tedesco, fu riunita ed esposta da Egon Beck-Peccoz, figlio di Antonio, la rara e ricca collezione costituita da trofei di caccia, armi antiche, nonché da altri preziosi cimeli di famiglia quali ritratti, quadri, libri e pubblicazioni inerenti la fauna e la flora alpina.
L’edificio completo delle collezioni di trofei ed armi antiche fu acquistato dalla Regione Valle d’Aosta nel 1986.
Il piano terreno, originariamente destinato ad abitazione, è stato restaurato ed adibito a sede espositiva. L'allestimento, inserito in un ambiente architettonico mitteleuropeo, è stato realizzato secondo criteri espositivi atti ad illustrare i principali aspetti scientifici dei principali vertebrati di montagna.
La collezione dei trofei di caccia
Johann Christoph Beck (1749-1818), appartenendo ad una stirpe di appassionati cacciatori, era rimasto colpito dalla varietà di corna e di palchi che aveva potuto osservare durante i suoi viaggi al di là delle Alpi, dapprima durante l’esercizio dei suoi commerci e poi in qualità di responsabile di un settore di approvvigionamento dell’esercito di Napoleone. Così, ad ogni occasione, acquistava i trofei di caccia che a suo avviso presentavano caratteri particolari, subendo inconsciamente la tendenza illuministica del tempo di raccogliere e catalogare le anomalie della natura. A lui si deve il primo ed il più antico nucleo della raccolta.
Successivamente il figlio Joseph Anton (1808-1882) completava la collezione, stimolato anche dalla moda dell’epoca per cui le grandi famiglie bavaresi ornavano i loro palazzi di straordinari trofei di caccia, una specie di gara in cui lui fu il trionfatore; per questo motivo il Re Luigi I° di Baviera, nel conferirgli il titolo nobiliare, gli consentì di raffigurare nello stemma di famiglia un cervo, sostituito poi da uno stambecco dal re Carlo Alberto al momento del riconoscimento del titolo nel Regno del Piemonte.
La raccolta fu poi trasferita da Augsburg al paese di origine, Gressoney-Saint-Jean, e solo parzialmente esposta (per motivi di spazio) nella casa della piazza inferiore, denominata poi Umberto I.
I figli Luigi, Antonio e Carlo costruirono nel 1904 l’attuale palazzina.
La collezione di circa 2000 pezzi (corna e palchi montati su scudi) comprende camosci, stambecchi, cervi, caprioli e diversi trofei di fauna selvatica nostrana ed esotica. Di particolare interesse sono gli esemplari di capriolo siberiano (Capreolus pygargus) e di incrocio fra capra e stambecco.
La qualità dei trofei e gli interessanti esempi di malformazione ossea di varia natura, attribuiscono alla raccolta una rilevante importanza storica e scientifica.
La collezione delle armi
Al primo piano del museo vi è una piccola, ma molto interessante armeria. Nelle vetrine originali è esposta una collezione di armi lunghe, corte, da tiro e militari, comprendente 90 pezzi.
Particolarmente interessanti sono le armi lunghe da caccia ad avancarica e retrocarica. Si tratta perlopiù di armi combinate: palla e pallini, billing, drilling e canne sovrapposte.
I fucili da caccia esposti sono dotati di sofisticati meccanismi, hanno le canne in fine damasco ed i legni dei calci in radica di noce. Le bascule e le piastre sono finemente incise con soggetti venatori.
Questi fucili, giunti a noi in ottime condizioni, sono pezzi unici con i quali i Baroni Beck-Peccoz hanno esercitato le loro cacce nel periodo dall’inizio dell’Ottocento ai primi del Novecento.
Museo etnografico Maison Bruil - Maison de l'alimentation
Musei - IntrodMaison Bruil, in località Ville Dessus di Introd, è uno dei maggiori esempi dell’architettura rurale del Gran Paradiso.
Si caratterizza come un’antica casa rurale a funzioni concentrate: tutti gli spazi necessari alla sopravvivenza di persone e animali erano infatti raggruppati sotto un unico tetto.
La forma attuale è frutto di una evoluzione architettonica complessa databile tra il 1680 ed il 1856, periodo in cui diversi corpi di fabbrica si sono fusi a formare un unico nucleo.
La visita si snoda su tre piani fra i vari ambienti tipici della casa tradizionale e riportati con un restauro alla loro funzione originaria. La “crotta”, la ghiacciaia naturale, il “crotteun”, il “peillo”, le zone di essiccazione e il solaio sono alcuni degli spazi a disposizione del pubblico che voglia approfondire la propria conoscenza sull’architettura tradizionale.
La conservazione degli alimenti
Nella casa è stata allestita l’esposizione Conserver le souvenir…se souvenir pour conserver, per far conoscere i prodotti tradizionali e l’evoluzione delle tecniche conservative nel corso dei secoli. In Maison Bruil è possibile ritrovare esempi di metodi di conservazione dei cibi adottati dalla popolazione locale nei tempi addietro, quali la salatura, l’essicazione, l’isolamento dall’aria, il freddo e molti altri ancora presentati in maniera fedele nei vari spazi del museo. L’allestimento dei diversi ambienti delle abitazioni di un tempo fornisce lo spunto per approfondimenti sul tema dell’alimentazione tradizionale, con testimonianze in dialetto e riproduzioni interattive.
L’Atelier du Goût
All’interno del museo è presente uno spazio speciale: l’Atelier du Goût, una vetrina sui prodotti enogastronomici della tradizione valdostana.
Una rete di produttori enogastronomici del territorio del Grand Paradiso offre la possibilità di partecipare a presentazioni e a degustazioni che mettono in primo piano le tecniche e il contesto culturale che dà vita a un determinato prodotto alimentare o ad un vino.
La casa ospita inoltre un “Punto Parco - Marchio di Qualità Gran Paradiso”: una sezione espositiva e promozionale dedicata ai prodotti agroalimentari realizzati dagli operatori piemontesi e valdostani che hanno aderito al progetto “Marchio di Qualità Gran Paradiso”.
Il Mistero del bosco
Una formula di visita in stile Fantasy Game che coinvolge grandi e piccoli alla ricerca di indizi da decifrare ed enigmi da risolvere. All’interno delle sale della grande Maison Bruil, tra la stalla, le cantine, la cucina, la piccola latteria e il sottotetto, i visitatori dovranno affrontare un'affascinante sfida contro il tempo e risolvere l’intricato mistero
Latteria di Les Villes-Dessus
Questo edificio fu costruito su dei terreni acquistati dagli abitanti dei villaggi di Les Villes-Dessus e di Norat da adibire a latteria/caseificio con una stanza destinata alla scuola del villaggio. Ogni famiglia contribuì con una quota proporzionale al numero di mucche possedute. Realizzata tra il 1913 ed il 1914, la latteria disponeva di una cantina per la stagionatura dei formaggi ed era dotata di una turbina ad acqua collegata alla zangola e alimentata da un’antica sorgente.
La latteria funzionò ininterrottamente fino alla metà degli anni ’80. Ristrutturata opportunamente, la latteria è divenuta un centro ludico e interattivo dedicato alla scoperta della tradizionale filiera del latte, pensato in particolare per le scolaresche e per i giovani accompagnati dalle famiglie.
- La latteria è visitabile in occasione di eventi speciali o su prenotazione per gruppi.
Museo etnografico ''L'Homme et la Pente''
Musei - La SalleIl pendio come ostacolo geografico, ma anche come tratto distintivo del paesaggio di montagna. Su questa particolare caratteristica dell’ambiente alpino, il comune valdostano di La Salle e quello savoiardo di Planay-en-Tarentaise hanno costruito un progetto, nel tentativo di riqualificare i propri territori partendo dalla valorizzazione turistica del patrimonio storico e culturale. Queste due realtà di montagna hanno ritrovato nel pendio il comune denominatore che ha caratterizzato, negli anni, la vita delle popolazioni che le hanno abitate.
Il Museo etnografico “L’Homme et la Pente” è il fulcro del progetto di valorizzazione del patrimonio rurale di La Salle. La sua ricca collezione di oggetti ed attrezzi usati nell’agricoltura e nella vita familiare, con particolare riferimento al XVIII e XIX secolo,permette di entrare in contatto con i molteplici aspetti della vita della montagna, dal lavoro ai riti familiari, dalle abitudini quotidiane alle credenze religiose.