Settimana del Cervino - "La Valanga Azzurra" - Storia di un mito italiano dello sci
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Sapete cos'è la "Valanga Azzurra"? Una storia di sci inizata più di 50 anni fa, il 7 gennaio 1974. E lo slogan un'intuizione del giornalista della Gazzetta dello Sport Massimo Di Marco.
Nello slalom gigante di Berchtesgaden, Baviera orientale, al confine con l'Austria, cinque sciatori azzurri si classificarono nei primi cinque posti. Erano Piero Gros, Gustav Thoeni, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna. Entrarono così nella leggenda dello sci, stabilendo un record ancora imbattuto e segnando in maniera indelebile l’immaginario degli italiani. Un orgoglio destinato a durare nel tempo.
Quello degli anni 70 fu infatti il decennio d’oro dello sci italiano e negli anni 80 l’immenso Alberto Tomba, si caricò sulle spalle la responsabilità di essere egli stesso (da solo) Valanga Azzurra.
In tempi più recenti qualcosa di avvicinabile a quell’epopea l’abbiamo vissuto - e lo stiamo vivendo - con i successi delle regine delle nevi italiane, Sofia Goggia e Federica Brignone. Ma un successo così «di gruppo», così comprensivo di tutti gli atleti, non c’è più stato.
Ed è proprio sull’onda di quella condivisione, di quella «squadra», che Fandango torna a raccontare lo sport scegliendo la parabola di quel favoloso quintetto. Il docufilm - scritto e diretto da Giovanni Veronesi, che fino all’adolescenza fu un eccellente sciatore - si intitola infatti La Valanga azzurra.
«Sciare è come scrivere senza punteggiatura, senza virgole né punti, senza vincoli né cancelli» - ha detto nella presentazione del docufilm il regista Giovanni Veronesi - «sciare è toccare la libertà assoluta e curva dopo curva, con le cosce che ti bruciano, essere felici. E dire che non c'erano giornalisti italiani, quel giorno. E non ci furono nemmeno le riprese, perché le telecamere, così si disse all’epoca, erano troppo pesanti per essere trasportate dalla funivia fino a Berchtesgaden».
Introdurranno il film Paolo DeChiesa ed Hervé Barmasse.
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