"Mammiferi del Gran Paradiso: stambecco - lince" =

Valsavarenche


Descrizione del percorso

NOME: STAMBECCO (in dialetto locale: Boque)
ORDINE E FAMIGLIA DI APPARTENENZA: Capra ibex, Artiodattili, Bovidi
DIMENSIONI - Lunghezza testa-corpo: 100-140 cm; Lunghezza coda: 12-15 cm; Altezza alla spalla: 65-85 cm; Peso maschio: 75-120 kg; Peso femmina: 40-55 kg; Lunghezza corna maschio: 70-90 cm; Lunghezza corna femmina: 25 -30 cm
RICONOSCIMENTO - Lo stambecco è un animale di taglia piuttosto robusta, ha zampe forti e potenti, che terminano con piedi forniti di zoccoli. Questi permettono all’animale di muoversi agevolmente anche in ambienti rocciosi. Questa specie è resa facilmente identificabile dalla presenza delle caratteristiche corna, molto sviluppate e a forma ricurva nei maschi (lunghezza max 100 cm; peso 5 kg), più corte nelle femmine (lunghezza max 30 cm). Nei maschi, la parte anteriore delle corna presenta delle protuberanze che prendono il nome di anelli di ornamento. E’ possibile valutare l’età di un esemplare (maschio o femmina) contando i tipici anelli di accrescimento, facilmente osservabili sulla parte posteriore del corno. Il suo mantello è solitamente di colore grigio-fulvo, mentre durante l’inverno assume una tonalità più scura. L’impronta dello stambecco, lunga da 7 a 10 cm e larga circa 6 cm, risulta facilmente riconoscibile per la presenza dei due unghioni del piede, leggermente distanziati tra di loro. Lo stambecco, cosi come il camoscio, emette un fischio quando si trova in uno stato di allarme o di inquietudine. Tale suono viene prodotto dalla forte emissione di aria attraverso le narici. Il belato rappresenta il mezzo di comunicazione tra cuccioli e femmine.
BIOLOGIA - In Valle d’ Aosta, lo stambecco è generalmente presente dai 1800 ai 3300 metri, in primavera lo si può anche osservare nei prati di fondovalle. Il suo habitat ideale è composto da zone ove siano presenti pascoli e rocce che presentino linee di discontinuità (balme, terrazzamenti). Nella stagione invernale permane a quote elevate, spostandosi sui pendii esposti a sud e con inclinazioni tali da favorire una più rapida scomparsa del manto nevoso. Il periodo dell’accoppiamento ha luogo nei mesi di dicembre e gennaio. Già nel mese di novembre è possibile assistere ai caratteristici combattimenti fra i maschi, che si fronteggiano a colpi di corna in lunghi e rumorosi duelli. Dopo una gestazione di circa 6 mesi, la femmina partorisce un piccolo, già in grado, dopo poche ore, di reggersi in piedi e di seguire la madre ovunque. Lo stambecco vive in branchi da una parte le femmine con i piccoli, dall’altra i maschi adulti. Generalmente i maschi più vecchi vivono isolati. L’animale dedica all’attività di pascolo il primo mattino e la sera, mentre nelle ore centrali della giornata si sposta per ruminare in luoghi quieti e ombreggiati. Lo stambecco è un erbivoro, la sua dieta è composta essenzialmente dall’erba degli alti pascoli. In inverno, oltre a consumare i grassi sottocutanei accumulati in precedenza, si nutre di licheni, muschi, aghi di conifere e di erba secca che trova scavando con le zampe sotto la neve. Venuti a mancare i grandi predatori, lo stambecco non ha nemici naturali, ad esclusione dell’aquila che può costituire un pericolo per i soli piccoli.
DIFFUSIONE LOCALE - E’ molto facile osservare questo animale sui pascoli e sugli affioramenti rocciosi dai 1800 ai 3500 metri di altitudine (periodo estivo).

NOME: LINCE (in dialetto locale: Cerveillon)
ORDINE E FAMIGLIA DI APPARTENENZA: Lynx lynx, Carnivori, Felidi
DIMENSIONI - Lunghezza testa-corpo: 80-110 cm; Lunghezza coda: 20 cm; Altezza alla spalla: 55-70 cm;
Peso: 15-30 kg
RICONOSCIMENTO - La lince si riconosce facilmente per i caratteristici ciuffi di pelo sulle orecchie e per la coda assai corta. In estate la colorazione del pelo è bruno-rossastra con macchie nere, mentre in inverno diventa più grigia e meno macchiettata. Nella stagione invernale si verifica un notevole ispessimento della pelliccia. Le zampe sono munite di unghie che vengono ritirate quando l’animale cammina, infatti nell’impronta lasciata sulla neve o sul terreno fangoso esse non compaiono. Questo fatto è di notevole importanza, poichè permette alla lince di conservare acuminate le sue unghie, indispensabile arma di caccia. L’impronta può misurare in lunghezza 7 cm ed è simile a quella di un gatto, anche se di dimensioni decisamente maggiori. La lince è estremamente discreta e perciò difficile da osservare direttamente; proprio per questa ragione i segni lasciati dall’animale sul terreno (impronte, resti di prede parzialmente divorate, ciuffi di pelo) sono per noi gli unici elementi che indicano la sua presenza in una determinata zona.
BIOLOGIA - La lince è un tipico abitante delle foreste, solo raramente la si può trovare oltre il limite superiore della vegetazione. Predilige boschi molto vasti e compatti, evita accuratamente le aree antropizzate e le superfici aperte o disboscate. Questo carnivoro è un predatore solitario e notturno, si ciba di animali di piccola taglia come topi, ma è in grado di catturare anche lepri, marmotte, galli forcelli e perfino caprioli e camosci. Caccia essenzialmente all’aspetto, cioè si nasconde in mezzo alla vegetazione o fra le rocce, aspettando furtivamente che la preda si avvicini in modo tale da poterla prendere con un solo balzo. Se la lince non riesce ad afferrare subito la preda, le possibilità di successo nell’azione di caccia diminuiscono rapidamente, in quanto questo carnivoro avendo una debole capacità cardiaca non è in grado di sostenere lunghi inseguimenti. I sensi maggiormente sviluppati sono la vista (non a caso è proverbiale “l’occhio di lince”) e l’udito, particolarmente importante per l’orientamento nella caccia in foresta. Il periodo degli amori ha luogo in febbraio-marzo: dopo una gestazione di circa 10 settimane la femmina partorisce generalmente due piccoli. Questi vengono allattati dalla madre per parecchi mesi e iniziano a mangiare carne prima che l’allattamento cessi del tutto. La loro dentatura si sviluppa durante il primo anno di vita: i canini, essenziali nella caccia, crescono per ultimi. Proprio per questa ragione i giovani nel primo inverno non possono sopravvivere senza il cibo che viene portato loro dalla madre.
DIFFUSIONE STORICA - In Valle d’Aosta le ultime linci furono catturate agli inizi del 1900: alcune notizie storiche si riferiscono proprio alla Val di Rhêmes e alla Valsavarenche. Attualmente la lince, grazie alla protezione di cui gode e alle reintroduzioni effettuate in molti paesi europei, sta progressivamente ricolonizzando i territori da dove un tempo era scomparsa.

(Tratto dalle schede naturalistiche “Notre Faune - Uccelli e Mammiferi della Comunità Montana Grand Paradis” - prodotto dalla Comunità Montana Grand Paradis)

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