Patrimonio culturale: Saint-Pierre

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Castello di Saint-Pierre

Castelli e torri  -  Saint-Pierre

Collocato su uno sperone roccioso in località Tache, inconfondibile per la sua foggia fiabesca, il castello di Saint Pierre rappresenta un unicum nel suo genere.

Le famose quattro torrette laterali (aggiunte nell´800) rendono quasi disneyano quello che risulta essere uno tra i più antichi manieri della regione. La struttura primitiva dovrebbe risalire al XII secolo in quanto, nella famosa Carta delle Franchigie del 1191, figurano i nomi dei fratelli de castro Sancti Petri, comproprietari di una parte del castello. Tra i proprietari che si susseguirono merita una citazione Pietro Filiberto Roncas, che ampliò il castello e diede al suo interno numerosi ricevimenti.

Da allora, era il Seicento, il castello subì alcune modifiche e soprattutto cambiò più volte i proprietari sino ai giorni nostri dove, divenuto di proprietà del Comune di Saint Pierre venne utilizzato come sede del Museo Regionale di Scienze Naturali dal 1985 fino alla sua chiusura, resasi necessaria per lavori di restauro.

Messe in sicurezza le strutture architettoniche e consolidati i solai lignei ed i pavimenti, sono stati installati nuovi impianti tecnologici ed un ascensore. Il restauro delle facciate esterne e delle sale interne ha permesso la riallestimento del museo e la sua riapertura a fine 2022.

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  • museoscienze@regione.vda.it

Castello Sarriod de La Tour

Castelli e torri  -  Saint-Pierre

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L’esistenza della nobile famiglia Sarriod, legata politicamente ma non da vincoli di parentela ai signori di Bard, è attestata fin dal XII secolo. Rimangono comunque oscure le origini del castello, situato a Saint-Pierre in una zona pianeggiante a poca distanza dalla strada statale.
L’impianto più antico comprendeva la cappella e la torre centrale a pianta quadrata (donjon) circondata da una cinta muraria, configurazione tipica dei castelli valdostani risalenti al X-XII secolo.

Nel 1420 Jean Sarriod fece costruire, dove già esisteva la torre denominata fin dal XIV secolo “turris Sariodorum”, un vero e proprio castello con funzioni di rappresentanza mediante l’aggiunta di una serie di corpi al donjon preesistente. A questo intervento risalgono la realizzazione della scala a chiocciola della torre (viret) e l’inserimento delle finestre crociate in pietra da taglio caratteristiche del Quattrocento valdostano. Nel 1478 il figlio di Jean, Antoine Sarriod de la Tour, trasformò la cappella intitolata alla Vergine e a San Giovanni Evangelista, occasione in cui furono realizzati gli affreschi esterni con la Crocifissione e San Cristoforo e fu elevato il piccolo campanile. Nell’ala nord, al piano terreno, si apre un vasto locale di servizio con copertura in legno; al primo piano è situata la cosiddetta “sala delle teste”, che prende il nome dalla decorazione del soffitto ligneo.
Nel tardo XV secolo la cinta muraria venne munita di torri difensive a pianta circolare e semicircolare e fu aperto sul lato orientale il nuovo ingresso al castello con portale a sesto acuto e archivolto scolpito recante lo stemma dei Sarriod.

La discontinuità fra le quote di livello nei vari ambienti attesta i diversi interventi succedutisi nei secoli successivi. Nel XVI secolo sorse l’ala che oggi costituisce il prospetto orientale, la torre all’angolo nord risale al XVII secolo e alcuni frammenti di pitture murarie e un camino in stucco sono della prima metà del ‘700.
Il castello rimase di proprietà dei Sarriod de la Tour fino al 1923 quindi passò alla famiglia Bensa di Genova. Dal 1970 appartiene alla Regione autonoma Valle d’Aosta.

  • (+39) 0165904689

Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo

Chiese e santuari  -  Saint-Pierre

L’attuale chiesa di Saint-Pierre fu costruita interamente nel 1871-72 sui resti delle precedenti chiese di origine medievale. L’edificio è a pianta rettangolare ad una sola navata: i fratelli Alessandro ed Auguste Artari hanno decorato, nei primi anni del Novecento, la facciata e la volta e hanno raffigurato l’ultima Cena, gli evangelisti e alcuni santi valdostani sull’altare maggiore in marmo bianco, sormontato da una bella tela dipinta dallo Stornone nel 1889 in cui si distinguono Nostro Signore e San Pietro. La grande cornice è un’opera dello scultore Comoletti.
La chiesa ospita un pulpito in noce del diciottesimo secolo i cui pannelli intagliati rievocano la vita di San Pietro. Il campanile risale al dodicesimo secolo: si tratta di una torre squadrata in pietra intonacata che presenta feritoie dalla base alla cima e aperture a uno, due e fino a tre vani nell’alloggiamento delle campane.

  • (+39)0165903015

Museo all'aperto Mont Fallère

Musei  -  Saint-Pierre

Lungo il percorso che da Vetan porta al rifugio Mont Fallère, tra i rami e dietro i sassi si affacciano piccole creature del bosco: il gufo, le civette, il falco e i leprotti, la marmotta, il picchio, il gallo cedrone, la volpe e l’aquila, per citarne alcun, mentre tra gli alberi gli gnomi curiosi spiano l’escursionista.

Avvicinandosi al rifugio le sculture diventano più grandi: ed ecco il nonno che indica ai nipoti la direzione per il rifugio, la coppia di camosci e quella di stambecchi ma anche un montanaro che, colto da necessità improvvise, si nasconde dietro un sasso.

Le sculture del museo a cielo aperto fatta eccezione per la madonna inserita in una grotta, sono realizzate in maniera più rustica e utilizzando essenze lignee meno pregiate ma sicuramente più adatte a resistere all’esterno.
Passo dopo passo sarà la curiosità a guidare i visitatori in una caccia al tesoro tra statue di legno e profumi di montagna.

La maggior parte delle opere (circa 100/120) sono state realizzate dallo scultore valdostano, nonché proprietario del rifugio, Siro Viérin.

  • (+39) 3661745090
  • 3391791023
  • info@rifugiomontfallere.it

Museo regionale di Scienze Naturali

Musei  -  Saint-Pierre

Il Museo regionale di Scienze naturali è intitolato al suo fondatore, Efisio Noussan.

Il progetto museografico si fonda sul binomio castello-museo ed intende valorizzare sia il bene storico-architettonico sia quello scientifico-naturalistico, adottando un approccio in linea con i più moderni orientamenti museografici e museologici.

Il doppio registro di visita consente al visitatore, in ogni sala, di conoscere la storia del castello, scoprendo anche le parti storiche ancora presenti, come camini, arredi, decorazioni e stemmi, e la fauna, la flora e l’ambiente naturale della Valle d’Aosta.

La visita al museo diventa così un viaggio negli ecosistemi della Valle d’Aosta, cui si accede anche grazie alle postazioni interattive dove trovare notizie, mappe, curiosità, immagini su ghiacciai, il clima, la geologia. Alle sale allestite in modo tradizionale, si affiancano le sale che ospitano attrezzature multimediali destinate a creare esperienze innovative ed emozionali.

Il museo affianca le attività istituzionali di conservazione, di esposizione dei reperti e di divulgazione, all’attività di ricerca scientifica, svolta nella sua sede operativa di La Salle, con l’ausilio delle moderne biotecnologie a sostegno della conservazione della biodiversità.

Il museo ospita anche la marmotta del Lyskamm, considerata il più antico reperto mummificato d’Italia.

Il percorso di visita si articola nelle 16 sale del castello poste al piano terra e ai due piani superiori.

  • 1-Sala degli stemmi
    La prima sala è interamente dedicata alla storia del Castello. Una moderna postazione multimediale permette di ripercorrere le fasi di ricostruzione del castello e la successione delle casate per illustrare gli stemmi dipinti della sala e raccontare gli scavi archeologici eseguiti durante i lavori di recupero del castello.
  • 2-Sala delle differenze: dai vigneti al Polo Nord
    La Valle d’Aosta, malgrado la modesta estensione, si caratterizza per la sua elevata biodiversità, testimoniata dalle molteplici specie animali e vegetali ospitate nel raggio di pochi chilometri. Tra i vigneti e gli ulivi della bassa valle e gli ambienti glaciali del Monte Bianco, la cima più alta delle Alpi, si compie un viaggio simile a quello che dal mare Mediterraneo porta a Capo Nord e ai ghiacci dell’Artico. La successione di piani altitudinali illustra le differenze che caratterizzano l’ambiente montano dal piede alla vetta della montagna attraverso filmati e supporti multimediali. Il percorso si addentra poi tra le aree protette regionali, parchi e riserve naturali, siti Natura 2000 e giardini botanici alpini.
  • 3-Sala del tempo: il vecchio museo di scienze naturali
    Le pareti e la volta ritrovate nei decori, il pavimento in legno a riquadri bicolori e i lampadari in ferro battuto, sono la cornice dell’allestimento storico del Museo di Scienze Naturali. La storia del museo è raccontata, dalla sua istituzione ai giorni nostri, attraverso le vetrine storiche e minimaliste.
  • 4-Sala delle rocce: le pietre raccontano
    La Valle d’Aosta consente un viaggio geologico attraverso i segreti delle rocce delle Alpi, dal granito del Monte Bianco allo gneiss del Gran Paradiso, dalle linee svettanti del Cervino alle forme dolomitiche delle Cime Bianche. La geologia è la tematica portante raccontata attraverso campioni di rocce, immagini di vette, cartografie geologiche e dei suoli e interviste virtuali con un geologo cui si affiancano approfondimenti sui suoli della Valle d’Aosta.
  • 5-Sala dei versanti: il diritto e il rovescio
    Ogni valle orientata da est a ovest, o viceversa, presenta un versante al sole (l’adret) e l’altro in ombra (l’envers).
    L’ esposizione determina rilevanti differenze di temperatura e condizioni climatiche influendo sulle coltivazioni, sugli ecosistemi e sulle specie vegetali e animali. Le differenze climatiche e ambientali tra il versante sud e versante nord sono un altro aspetto caratterizzante i territori di montagna e, in particolare, il territorio valdostano. Numerosi gli spunti di approfondimento sui temi delle precipitazioni e delle temperature con un focus rivolto ai cambiamenti climatici.
  • 6-Sala degli Abbés savants: gli occhi della fede e della scienza
    Il percorso di visita prosegue nelle due sale intermedie poste tra il piano terra e il primo piano. Gli abbés savants, i preti scienziati che hanno animato la vita intellettuale e scientifica della Valle d’Aosta tra l’ottocento e il novecento si sono dedicati allo studio, alla ricerca e alla divulgazione.
  • 7-Sala Noussan
    La sala è dedicata ad Efisio Noussan noto imprenditore valdostano, appassionato conoscitore della cultura e dell’ambiente naturale della Valle d’Aosta. Grazie alla sua tenacia, la Société de la Flore Valdôtaine riprese le sue attività e nel 1985 fu istituito il Museo regionale di Scienze naturali che oggi porta il suo nome.
  • 9 e 10-Sale dell’acqua: la forza creatrice
    Dall’acqua dei ghiacciai alla sorgente d’alta quota, dal lago alpino alla cascata, dalla torbiera alla palude, dal torrente allo stagno, la Valle d’Aosta è interamente disegnata e percorsa dalla forza vitale dell’acqua, che modella il paesaggio della montagna portando la vita e, talvolta, anche la distruzione. Attraverso diorami e ricostruzioni naturalistiche si possono osservare da vicino gli ambienti strettamente legati alla presenza dell’acqua e caratterizzati da delicati equilibri. La saletta adiacente propone un’esperienza sonora e visiva, tra i suoni delle cascate, della pioggia, dei torrenti, del gocciolio dell’acqua di fusione glaciale.
  • 11-Sala della foresta: la vita segreta
    Una breve passeggiata notturna in una foresta di montagna, accompagnata da versi di uccelli e mammiferi, fruscii del vento, ombre misteriose e suoni primordiali, suscita sensazioni e permette di scoprire i diversi tipi di alberi, i loro abitanti, i boschi e la loro distribuzione sul territorio. Un ambiente riprodotto a grandezza naturale.
  • 12-Sala della vertigine: gli abitatori del vuoto
    La riproduzione astratta degli ambienti rocciosi della Valle d’Aosta illustra l’adattamento delle varie specie animali e vegetali alla vita in verticale, uomo compreso, che “conquista” il vuoto con opere viarie, terrazzamenti e villaggi sospesi. Nelle teche sono esposte riproduzioni di animali e piante riprodotte con la stampa 3D.
  • 13 e 14-Sale della prateria: le quattro stagioni
    Come in un viaggio virtuale verso altitudini più elevate, si giunge alle praterie dove si osservano i cambiamenti imposti dal trascorrere del tempo, che fa germogliare e appassire i fiori, trattiene e cancella le tracce degli animali, richiama e allontana le mandrie, le greggi e i pastori. Verde d’estate e bianca in inverno, la prateria scandisce la ritualità delle stagioni alpine.
  • 15-Sala del gelo: ghiaccio vivo
    Da almeno due secoli i ghiacciai sono una attrattiva turistica della Valle d’Aosta ma anche laboratorio di scoperte scientifiche e palestra d’alpinismo, agenti modellatori del paesaggio, importanti indicatori ambientali e insostituibile riserva d’acqua. Il ghiacciaio è materia “viva” che scivola a valle come un torrente gelato. Oltre ad una video intervista sulla nascita dell’alpinismo, le postazioni forniscono informazioni sui ghiacciai e sugli effetti dei cambiamenti climatici.
  • 16-Sala delle emozioni
    L’esperienza di visita al museo si conclude con un viaggio nella Valle d’Aosta, tra panorami spettacolari e immagini coinvolgenti nell’intento di suscitare interesse e curiosità per scoprire, con maggiore consapevolezza, la natura valdostana direttamente sul territorio.
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