Patrimonio culturale: Perloz

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Antico torchio di Perloz

Architettura  -  Perloz

Il torchio di Perloz è una interessante testimonianza della storia della viticoltura e delle tradizioni rurali della zona.
La torchiatura consentiva l’estrazione, tramite pressatura, della parte liquida dalle vinacce, ciò che restava al termine della fermentazione alcolica dopo che il vino era stato spillato dai tini.
L’albero è costituito da un’enorme trave di castagno della lunghezza di 7,3 metri che si muoveva grazie alla vite posta all’estremità del braccio più lungo.
L’antico torchio, oggi restaurato, si trova in un locale lungo e stretto, ad accesso libero.

LA STORIA DEL TORCHIO
La parte più antica dell’edificio è riconducibile al XVI secolo.
Nel XVII secolo il terreno su cui è stato costruito il torchio apparteneva al feudo dei Vallaise. Ricerche di archivio ne attestano la proprietà alla famiglia Gavy che, avendo contratto vari debiti, nel 1781 per ordine del giudice dovette cedere tutti i suoi beni ai creditori.
L’edificio passò così ai fratelli Glésaz, famiglia che manterrà la proprietà del torchio sino al XIX secolo.
Tra il 1790 e il 1812 l’edificio ha subito una ricostruzione globale, ben riconoscibile nel muro est.
Il torchio funzionò regolarmente sino agli anni ‘20 del XX secolo, terminando la sua attività per la drastica riduzione della viticoltura.
Anche se inattivo, il torchio rimase in buone condizioni fino al termine della seconda guerra mondiale quando un devastante incendio appiccato dai nazifascisti il 30 giugno 1944, nel corso di una rappresaglia contro i partigiani, ne compromise definitivamente la struttura.

Chemp, Varfey e altri villaggi a Perloz

Architettura  -  Perloz

All’arrivo a Crétaz di Miochaz, dove si parcheggia l’automobile, si diramano due percorsi; entrambi conducono agli ultimi villagi di Perloz che venivano definiti inaccessibili perché bisognava salirvi o discenderne a piedi.
Sono, in apparenza, dei “nidi d’aquila”, ma agevoli sentieri li raggiungono, salendo, in meno di un’ora di escursione.
I villaggi di Chemp e Varfey sono oggi raggiungibili anche in auto (Varfey da Lillianes e Chemp da Perloz).
Tra le case del villaggio di Chemp si può visitare un museo a cielo aperto con pregevoli opere di vari artisti che rendono questa meta ancora più interessante.

VARFEY
Sul tratto a monte di Crétaz, sopra una vasta terrazza che domina la valle centrale e la piana del Canavese si trova Varfey, dove alcuni granai richiamano la funzione cerealicola delle terrazze abbandonate d’attorno. Questo piccolo villaggio ha la peculiarità di trovarsi a cavallo della linea di confine tra i comuni di Perloz e Lillianes e le lettere P / L sono impresse sul sentiero e sui muri.

CHEMP
A un livello inferiore, Chemp è insediato, invece, su un’altura di rocce smussate dai ghiacciai al limitare dei frutteti di castagni. Fiere sagome di grandi abitazioni in pietra della fine del XIX secolo si stagliano sul paesaggio, al fianco di quelle di una minuscola cappella immacolata e di costruzioni rurali più semplici o più antiche.
A Chemp un bel granaio del XVII secolo fiancheggia una dimora abbellita, nella facciata, da una loggia ad arcate, nota come “la casa del notaio”.
Lontano dal frenetico contesto odierno delle città, questi villaggi sono oasi di pace, tuttora abitate in alcuni periodi dell’anno. Vi si lavora ancora nella stalla o nel laboratorio di scultura.
Visitare Chemp significa scoprire non solo edifici dalla pregevole architettura rurale, di cui solo una piccola parte restaurate, ma anche ammirare le opere d’arte, collocate tra le case, che animano questo antico villaggio.

Curiosità:
Il territorio di Perloz riserva anche altre sorprese: in primavera, cresce un fiore straordinario al Col Fenêtre di Perloz (1670 m): la peonia. La zona, per le sue peculiarità botaniche, fa parte della rete ecologica “Natura 2000”.
Il sentiero che in 20 minuti conduce al colle costeggia due villaggi che affascineranno gli appassionati d’architettura tradizionale: Pesse, insediato su una terrazza in dolce pendenza sovrastante il vallone di Nantey, è abitato soprattutto nella bella stagione, mentre il villaggio di Fenêtre, abbarbicato al versante dedicato un tempo all’agropastoralismo, è in abbandono.

Il mulino di Glacières

Architettura  -  Perloz

Azionato dalle acque del “ru” (canale irriguo) di Marine il mulino di Glacières (o Giassère) è molto antico, come dimostrano le date incise in alcuni punti della costruzione. La prima citazione documentale risale al 1501 e si trova nell’atto di infeudazione dei gestori del mulino da parte dei signori di Vallaise.

Il mulino passò poi dalla gestione privata a quella comunitaria del villaggio di Marine che agli inizi del ‘600 installò una nuova macina.
La comunità affittava il mulino ai conduttori che dovevano garantire la manutenzione del mulino e anche del ruscello. I pagamenti per i servizi di molatura avvenivano in cereali e farina.
Il mulino fu rimesso in funzione durante la seconda guerra mondiale dai partigiani della Brigata Lys e l’uso è continuato fino al primo dopoguerra.

Oggi l’impianto non è più attivo ma è comunque funzionante. All’interno sono conservate le due macine con le tramogge in legno per l’inserimento dei cereali e le madie per la raccolta della farina.

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Castello dei Vallaise

Castelli e torri  -  Perloz

Situato al centro del capoluogo, è il castello più antico del comune di Perloz, che risale sicuramente al XII secolo, dato che un documento del 1195 parla di una “sala domini” in Perloz.
Ancora ai nostri tempi viene chiamato l’ “Ohtal” (dal latino “hospitalis” e dal francese antico “ostel”), cioè dimora comoda con tutti i servizi.

La costruzione è imponente, con cinque piani fuori terra, e queste dimensioni dovevano avere anche un significato politico: l’imponenza della casa-forte doveva infatti colpire lo sguardo di quanti risalivano la Valle del Lys, dando prova della potenza della Famiglia Vallaise.
Interessanti sono una serie di finestre a bifora, trilobate, a tutto sesto e a crociera, bordate di pietra grigia. All’interno il palazzo era dotato di un pozzo a cui attingere acqua fresca. Due camini monumentali sono ancora visibili: su uno di essi lo stemma dei Vallaise, scolpito nella pietra grigia.

Il castello fu incendiato durante il rastrellamento nazi-fascista del 30 giugno 1944: il tetto è stato rifatto, ma non è stato possibile ripristinare i due piani di pavimento in legno.

Castello Vallaise "Charles"

Castelli e torri  -  Perloz

Il Castello Charles è un insieme di caseforti. Fu abitato da Jean Charles, notaio e castellano di Perloz e giudice reale di Bard, che nel 1709, avendo contribuito a liberare il forte dai francesi, fu premiato dal Duca Vittorio Amedeo II con la nobilitazione.

La casa è situata sul lato sinistro della strada carrozzabile arrivando da Pont-Saint-Martin.
Si tratta di un complesso di tre fabbricati affiancati, costituiti da quattro piani fuori terra, costeggianti una scarpata impervia con un ruscello al fondo.

La torre laterale, munita di caditoia, possiede all’interno un bel “viret” (scala a chiocciola) del 1616, ornato da una balaustra in pietra.
I due piani superiori della casa-forte presentano ancora i soffitti originali in legno; una stanza è munita di controsoffitto con vano-nascondiglio. Nella cucina è presente un enorme camino con cappa in legno.
Le cantine e le cosiddette prigioni poggiano sulla viva roccia, mentre a picco sul torrentello vi è un’apertura che facilitava la fuga dall’abitazione in caso di pericolo. Poco distante dalla torretta-ingresso è presente un’altra scala che permetteva l’accesso al corpo inferiore del castello, dove si trova una porta con lo stemma dei Vallaise-Challant, in memoria del matrimonio tra Pierre di Vallaise-Challant (ramo De la Côte) e Antoinette de Challant (1400 circa).

Questi edifici furono nel tempo rielaborati e modificati, ma la loro costruzione potrebbe risalire al XIV o XV secolo, con aggiunte del XVI e XVII secolo.

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Torre di Héréraz

Castelli e torri  -  Perloz

Il castello di Héréraz (o castello Hérères) apparteneva al ramo dei Vallaise-Hérères, estintosi nel 1390.
L’originario corpo abitativo è stato trasformato in casa parrocchiale e l’antica cinta muraria è servita come materiale di costruzione della chiesa. Il mastio, o “donjon” del castello, con mura di oltre sei metri di lato e spesse circa due metri, è stato adattato a torre campanaria: a sette metri da terra è ancora possibile vedere l’antica porta di accesso, con architrave sormontato da arco cieco, databile intorno all’ XI secolo.

Il castello fu ceduto da Alessandro di Roero Guarene, figlio di Rosalia di Vallaise, per la costruzione della chiesa di San Giuseppe, benedetta nel 1878.

Cappella della Santissima Trinità

Chiese e santuari  -  Perloz

Nel villaggio di Plan-De-Brun, al lato della antica mulattiera che sale al borgo di Perloz e lungo l’itinerario escursionistico Cammino Balteo, si affaccia la cappella dedicata alla Santissima Trinità che pare esistesse già nel XVIII secolo come risulta da una visita pastorale svoltasi nel 1786.

L’edificio venne ricostruito nel 1835 a spese di un abitante del villaggio.
Sul lato destro sorgono la sacrestia ed il campanile che ancora oggi reca evidenti segni di colpi di mitragliatrice essendo stato teatro di scontri tra partigiani e nazifascisti nel 1944 durante la lotta di liberazione.

La facciata richiama in parte l’architettura del santuario di Notre-Dame-De-la-Garde con un portico a tre archi davanti all’ingresso.

L’altare maggiore è in muratura, sovrastato da una cornice in legno intagliato e dipinto che racchiude una tela raffigurante l’incoronazione della Vergine ed i santi Pantaleone, Giovanni Battista, Giovanni evangelista, Vittore, Bartolomeo, Caterina e Anna.
Gli altari laterali sono in legno intagliato dipinto e dorato dedicati al Sacro Cuore di Gesù e al Sacro Cuore di Maria.

Cappella di San Rocco

Chiese e santuari  -  Perloz

Nel borgo principale di Perloz, questa cappella del XVII secolo è dedicata a San Rocco che, nell’iconografia artistica, presenta solitamente come elementi distintivi la conchiglia e il bastone di pellegrino e così è rappresentato nell’affresco centrale della facciata.
All’interno, il dipinto sull’altare rappresenta il Santo col cane, nell’atto di sollevare la veste per mostrare i segni della peste.

Chiesa di San Giuseppe

Chiese e santuari  -  Perloz

Guardando la chiesa dedicata a San Giuseppe, nel villaggio di Tour d’Héréraz, spicca la torre medievale che oggi è il suo campanile. A quel tempo molti viaggiatori passavano le acque del torrente Lys transitando sul vicino Ponte Moretta, situato a valle della chiesa, e questa torre serviva per controllare i viandanti ed il passaggio delle merci. Faceva parte di un complesso fortificato donato alla comunità di Tour d’Héréraz da un discendente della famiglia Vallaise nella seconda metà dell’800.

Nel 1878, anno di consacrazione della chiesa, la torre venne trasformata nel campanile modificando la sua parte terminale per far posto alla cella campanaria. A sette metri di altezza si può ancora vedere l’antica porta di accesso con architrave sormontato da un arco cieco.

La chiesa è generalmente chiusa.

Chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore

Chiese e santuari  -  Perloz

In passato la chiesa del Salvatore ha rivestito un ruolo molto importante perché la parrocchia di Perloz comprendeva tutta la valle del Lys. In seguito a partire dalla fine del 1100 si sono formate delle parrocchie autonome nei territori limitrofi.

Tra le più antiche della Valle d’Aosta, non si conosce con certezza la data in cui è stata costruita, secondo alcuni risalirebbe al 772, ma probabilmente è stata eretta intorno all’anno Mille. Di questo primo insediamento è rimasto solo il campanile (la cui base è del IX o X secolo ma le sopraelevazioni sono più recenti) perché nei primi anni del 1600 è stato interamente demolito per far spazio alla nuova chiesa.
La chiesa, costruita tra il 1616 e il 1620 nel medesimo luogo della precedente, ma con un diverso orientamento, è rimasta pressoché integra fino ai nostri giorni. La sua pianta è rettangolare ed è costituita da un’unica navata a tre volte a vela.

La facciata principale è affrescata con un dipinto raffigurante il giudizio universale risalente al 1676 ad opera di Bernardino Fererio della Val d’Ossola (Piemonte) prendendo come modello i dipinti della parrocchiale di Issime. Nella nicchia che sovrasta la porta compaiono i santi patroni della parrocchia, Il SS. Salvatore, Orso e Pietro.

Internamente si possono osservare l’altare maggiore in marmo nero a tarsie multicolori del 1786, la balaustra ed il pulpito che sono in noce intagliato.
Belli i pannelli con le statue di sant’Orso, san Grato, san Giovanni Battista, san Giovanni Evangelista e ovviamente il Santissimo Salvatore che è posizionato al centro.
Il reliquiario contiene una spina che dovrebbe essere della corona di Gesù, portata nella chiesa all’epoca delle crociate.

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Santuario della Madonna della Guardia

Chiese e santuari  -  Perloz

Il santuario di Notre-Dame de la Garde è posto in posizione panoramica nel territorio del comune di Perloz, all’imbocco della valle del Lys.

La prima costruzione del santuario sembra risalire al secolo XII, dovuta al ritrovamento casuale, come racconta la tradizione, di una statuetta della Madonna, probabilmente nascosta durante l’epoca delle invasioni barbariche. Tra il 1715 ed il 1718 venne realizzato un ampliamento.

La facciata è molto elegante, con un portico sostenuto da quattro colonne.
L’interno, affrescato nell’Ottocento dai fratelli Avondo, è sovrastato da volte a vela e tappezzato di quadretti votivi, manifestazioni della fede popolare e della gratitudine per la “grazia ricevuta”.

Degni di nota, i tre altari in legno del ’700 e la statua della Vergine miracolosa, assisa con il bambino, del XIV secolo.
Sul davanzale interno della facciata, a sinistra, una pietra ovale che serve da “élémosinaire”, con incisi la sigla IHS e lo scudo dei Vallaise.

Nella piazzetta davanti alla chiesa si trovano una bella fontana con colonna, con un mascherone datato 1642, ed una vasca scavata in un unico blocco di pietra.
Sul retro della chiesa si trovano il campanile e la casa dei pellegrini, con un elegante porticato da cui la vista spazia verso la pianura.

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  • s.soudaz@libero.it

Mostra "L'école d'autrefois"

Musei  -  Perloz

Il museo riproduce fedelmente un’aula di scuola dell’inizio del ‘900. Vi sono raccolti alcuni arredi ed oggetti scolastici provenienti dalla vecchia scuola di Marine, ora ristrutturata ed adibita a museo, oltre che a sala manifestazioni della Proloco.
Vi trovano spazio la cattedra, i banchi in legno con piano inclinato ed il posto per il calamaio, la stufa, quaderni, penne, pennini abbecedari e sussidiari. Sul muro sono collocate le carte geografiche con i confini dell’epoca e vari cartelloni, inoltre vi è la lavagna in ardesia, con i segni lasciati dalle pallottole di moschetto dei fascisti durante la rappresaglia del 1° luglio 1944.

La mostra apre su richiesta oppure in occasione di manifestazioni che si svolgono nella frazione.
Per informazioni e prenotazioni chiamare i numeri inseriti nella sezione “Contatti”.

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Museo della Resistenza Brigata Lys

Musei  -  Perloz

Il Museo, inaugurato nella nuova sede il 25 aprile 2008, è ospitato in Località Capoluogo all’interno dello storico edificio che fu dimora, subito dopo la guerra, della prima banda partigiana attiva nella bassa Valle d’Aosta, la Brigata Lys protagonista nel 1943 della prima azione di resistenza nella Bassa Valle, nel quadro più generale della guerra e della lotta per la Liberazione in Valle d’Aosta.
Cimeli, divise, elmetti, capi d’abbigliamento, bandiere, carte topografiche, armi, oggetti di vario genere sono opportunamente accostati a prezioso materiale documentario, fotografico e iconografico, valorizzato grazie alle tecnologie multimediali e a modalità comunicative nuove e coinvolgenti. Il Centro di Documentazione allestito nel Museo stesso è provvisto di pubblicazioni, video, CD, musicassette, manoscritti e documenti d’archivio. Il museo si è arricchito di video sulla Resistenza in Valle d'Aosta e a Perloz e di audioguide multilingue, che sotto forma di racconto, conducono il visitatore lungo tutto il percorso della mostra permanente

Visite su prenotazione contattando il Municipio ai numeri riportati nella sezione “Contatti”.

Les Chemins de la Liberté
Assieme al museo è possibile scoprire i luoghi della lotta partigiana lungo l’itinerario che si snoda dalla località Plan de Brun fino alla frazione di Marine, percorribile in circa un’ora di cammino.

 

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