Patrimonio culturale: Saint-Vincent

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Sito archeologico sottostante la chiesa di Saint-Vincent

Archeologia  -  Saint-Vincent

Avviso: chiuso temporaneamente per lavori

Il sito archeologico sottostante la Chiesa parrocchiale di Saint-Vincent testimonia tracce di attività riconducibili già alla fine dell’età del bronzo / età del ferro.
In epoca romana (II - IV secc. d.C.) si riscontrano vari nuclei di strutture con funzione termale.
Dopo l’inizio del V secolo d.C. l’area fu occupata da sepolture orientate in senso est-ovest, tipiche della prima cristianità. La loro presenza sembra aver determinato la nascita di un primo edificio a carattere funerario, seguito da ulteriori fasi di sepolture nei secoli VII e VIII che precedono l’impianto della chiesa romanica.

Un apposito percorso di visita corredato di pannelli didattici divulgativi e di supporti multimediali condurrà il visitatore alla scoperta del sito.

  • (+39) 0166512867
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  • parrocchia_stvincent@libero.it

I raccard di Valmignanaz

Architettura  -  Saint-Vincent

La collina di Saint-Vincent annovera con orgoglio, nel corpo dei suoi numerosi villaggi, diversi raccard, granai con un’area centrale, per lavorare il grano, simili a quelli della Valle d’Ayas.

In effetti, nel XVII secolo e all’inizio del XVIII, su entrambi i versanti del Col di Joux, lavoravano gli stessi carpentieri. Inoltre, numerose famiglie intrattenevano rapporti e le abitazioni, fossero esse in pietra o in legno, appartenevano alla medesima area culturale.

I terreni nelle vicinanze dei villaggi della collina erano coltivati a cereali e fieno. A pochi passi dalle case si trovava un bacino idrico, scavato nella terra, che veniva riempito con l’acqua del Ru (Rio) della montagna, proveniente dai ghiacciai di Ayas. Il Ru Courthod passa proprio al Col di Joux, dopo aver percorso quasi 27 km lungo una pendenza assai dolce, attraverso i pascoli, i boschi e le rocce.

I villaggi di Lérinon, Crétamignanaz et Valmignanaz sono tra i meglio conservati. Consentono di compiere un percorso ad anello e osservare tre tipi di borghi abitativi: Lerinon con il suo forno per il pane e le sue grandi abitazioni in pietra dalle funzioni polivalenti; un po’ più in basso Crétamignanaz, un villaggio abbandonato, appartenente un tempo ad una sola famiglia e, infine, Valmignanaz che presenta diversi esempi di raccard con un’area di trebbiatura centrale, granai in aggetto e ceppi di sopraelevazione su una casa di due o tre piani in muratura, ospitante la stalla dabbasso e gli alloggi al piano superiore. Valmignanaz gode del vantaggio d’essere collocato sul ciglio della strada del Col di Joux e poter approfittare del parcheggio di Grun.

Ruderi del ponte romano

Architettura romana  -  Saint-Vincent

Le imponenti rovine, visibili lungo la statale per Montjovet, suggeriscono l’antica maestosità del ponte e ricordano come la via consolare delle Gallie attraversasse anche questa parte della valle.

Della costruzione originaria, sul torrente Cillian, rimane oggi soltanto la spalla di sinistra, poiché l’arcata centrale crollò nel 1839.

Notevole per il disegno elegante e rivestito di lastre squadrate di piccolo formato, il ponte doveva essere importante non solo per la naturale funzione di attraversamento, ma anche quale segno di potenza e di solidità costruttiva.

Cappelle e santuari

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

IL SANTUARIO DI GRUN
Situato nel cuore della collina di Saint-Vincent.
La costruzione del santuario, si deve all’idea concepita verso il 1720 dal sacerdote Pierre Bréan, già vice parroco del paese dal 1705 al 1713 e molto devoto alla Madonna. Con un accordo stipulato nel 1725, gli abitanti di Grun e Valmignana si impegnavano a fornire il terreno e i materiali necessari, mentre il reverendo Bréan si impegnava a pagare i lavori e ad arredare la cappella. Il tempio fu ultimato nel 1727; tra i partecipanti alla festa di inaugurazione vi era anche l’abate Jean-Baptiste Perret, che nel 1770 scoprirà la sorgente dell’acqua termale. Il santuario diventò ben presto luogo di pellegrinaggio e furono sempre più numerosi gli ex voto, portati dai fedeli che avevano chiesto una grazia di guarigione o di conversione.
Ampliata nel 1864, la chiesetta ha una navata, un coro, una sacrestia e una piccola cantoria. Alle pareti, accanto alla Via Crucis, vi sono tantissimi ex voto; sull’altare in muratura, tra quattro colonne, c’era in passato un grande dipinto di Maria, rubato nel 1992. Su un ripiano, è posta una statua della Madonna, in legno di noce, dono di un devoto.
All’esterno, l’ingresso, rientrato rispetto alla muratura, forma un portico. Degno di nota è l’affresco eseguito da Mus, raffigurante la Vergine che accoglie con le braccia aperte i pellegrini.
Un tempo erano diverse le processioni dal borgo di Saint-Vincent al santuario di Grun: ricordiamo in particolare quella effettuata alla fine del mese di maggio e la processione “della pioggia”, fatta per chiedere la grazia della pioggia o della sua cessazione.

LA CAPPELLA DI AMAY
Potrebbe essere stata costruita alla fine del XVI secolo o nei primi decenni del XVII. Il titolare di questa chiesetta è San Grato, che è anche patrono di tutta la Diocesi di Aosta.
La festa patronale, fissata il 7 settembre, aveva grande importanza per gli abitanti di Amay; ogni anno, in quella ricorrenza, partiva dal borgo una processione che raggiungeva la frazione per la messa e i vespri. Nel 1876, il vescovo proibì di celebrare le funzioni nei villaggi nei giorni coincidenti con le feste di precetto. La data della celebrazione nella cappella di Amay venne quindi spostata e la delusione degli abitanti fu tale che, per oltre quattordici anni, si rifiutarono di partecipare alla festa patronale presso la chiesa del borgo. Più tardi, nel 1908, la situazione si normalizzò, grazie anche alla riforma liturgica, in base alla quale le feste patronali delle diocesi non erano più considerate feste di precetto.
La cappella sorge di fronte all’ex locanda in cui soggiornò e fu arrestato Primo Levi il 13 dicembre del 1943.
Questa cappella era sede, tra l’altro, di una funzione molto antica: l’amministrazione del “Ru Courtaud” vi faceva celebrare una messa nel giorno di avvio dei lavori primaverili di manutenzione del canale.
Sulla facciata della chiesetta, protetta da un tetto molto aggettante, una grande scritta recita “Saint-Grat, priez pour nous”.
Degno di nota è l’altare in puro stile barocco, nelle cui nicchie sono collocate le statue di San Grato, di San Giovanni Battista e una Madonna con Bambino. Particolari sono anche il Cristo in legno, incoronato da una grande aureola, e l’ampia cantoria decorata e a tratti dorata.

LA CAPPELLA DI CILLIAN
Sorge nel cuore del villaggio, su un terreno occupato in precedenza da un vecchio torchio comunitario.
Ultimata nel 1954, questa cappella di famiglia, dedicata ai Santi Innocenti, fu costruita per volontà dei coniugi Thérèse e Vincent Gorris, per onorare un voto espresso durante la seconda guerra mondiale.
La facciata è stata affrescata dal pittore valdostano Italo Mus. Sul lato nord, un’invocazione in francese invita il passante alla riflessione.
L’interno, completamente rivestito di ciottoli estratti dalla Dora, è molto raccolto. Nel coro, un grande dipinto su legno, opera di Italo Mus, mostra la Madonna, avvolta in un mantello rosso, nell’atto di schiacciare il serpente. Degni di nota sono anche i due altari (quello originario su cui è scolpito il Sacro Cuore e quello costruito secondo le disposizioni della riforma liturgica, rivolto verso i fedeli) e le due vetrate rappresentanti i santi patroni dei coniugi Gorris, Vincenzo e Teresa.

LA CAPPELLA DI FEILLEY
La cappella del villaggio di Feilley fu voluta da Philibert Clappey che, in un atto del 1645, si impegnò a fornire i fondi necessari alla sua costruzione. Il tempio, sorto una quindicina di anni dopo la peste del 1630, fu dedicato a San Rocco, da sempre invocato contro le malattie e le grandi epidemie.
La devozione degli abitanti di Feilley e il loro affetto verso la cappella hanno reso possibili nel tempo diversi interventi di manutenzione e hanno contribuito alla creazione di un vero tesoro d’arte, con alcune pregevoli statue oggi custodite nel museo della chiesa parrocchiale.
Nonostante le dimensioni ridotte, questa cappella ha anche una cantoria. Il coro e la navata misurano circa quattro metri per quattro ciascuno; il primo corrisponde all’oratorio del 1645, mentre la seconda, più recente, dovrebbe risalire al 1747. Alle pareti vi sono diversi quadri, tra cui la Via Crucis con scritte in francese, inglese e portoghese. L’altare è ricoperto da tavolati in legno policromo, su cui si notano un ostensorio e due testine d’angelo; nella parte alta, fra due colonne, una bellissima tela raffigura l’incoronazione della Madonna, con il Padre, il Figlio, la colomba rappresentante lo Spirito Santo e, ai lati, i Santi Rocco e Sebastiano.
Degno di nota è il Cristo in Croce appeso al trave fra il coro e la navata, arricchito da un grande rosario in legno.

LA CAPPELLA DI GLEREYAZ
Rappresenta uno dei pochi casi in Valle d’Aosta di cappella dedicata a San Clemente papa, festeggiato dalla Chiesa il 23 novembre.
La costruzione di questa cappella dedicata a Dio, alla Vergine e a San Clemente si deve a Clément Morize, che a tal fine fece donazione di un campo nel 1627. Tuttavia, in un primo momento, visti gli alti costi di costruzione, fu edificato soltanto un piccolo oratorio. Nel secondo decennio dell’Ottocento, questo fu ricostruito e ampliato per volontà degli eredi del Morize, che si impegnarono al mantenimento dell’edificio e per la celebrazione dell’annuale messa patronale. La cappella fu benedetta nel 1828. Importanti lavori di restauro furono eseguiti nel 1884, quando si costruì l’attuale campanile.
Sulla facciata si legge “St. Clément, priez pour nouz”. L’interno è semplice, il soffitto è formato da una volta composta da due archi incrociati. Sopra l’altare è posta una grande tela raffigurante San Clemente papa.
In questa cappella gli abitanti di Glereyaz si ritrovano nel mese di maggio per recitare il rosario.

LA CAPPELLA DI LINTY
Ubicata all’estremità occidentale della frazione, la cappella pare guardare il Col de Joux.
Fu voluta dagli abitanti di Linty nel 1644. Essi decisero di intitolarla alla Visitazione della Madonna e di farvi celebrare le lodi, una messa cantata e i vespri nel giorno della festa patronale, il 2 luglio.
La facciata è piuttosto particolare: rosa pastello, priva di iscrizioni e ornamenti, presenta un atrio, in quanto l’ingresso è rientrato rispetto alla muratura esterna semi-ovale. Caratteristico è il piccolo campanile, provvisto di campana, sul tetto aggettante.
All’interno, il coro e la navata, di circa quattro metri quadrati ciascuno, sono due vani simili, ma risalgono ad epoche diverse. Anche qui, infatti, come in altre cappelle, il coro corrisponderebbe all’originario oratorio, ampliato presumibilmente nella seconda metà del Settecento.
Degno di nota è l’altare baroccheggiante, con due colonne tortili, ai cui lati sono sistemate diverse testine d’angelo. Nella nicchia al centro dell’altare si trova una bella statua della Vergine Incoronata, in legno policromo, risalente probabilmente alla prima metà del diciottesimo secolo. La Via Crucis, composta da quadri stampati a Parigi, è stata donata nel 1878 da una signora di Linty.

LA CAPPELLA DI PERRIERE
Dedicata a San Giacomo - il Maggiore - di cui si celebra la festa il 25 luglio, questa cappella risalirebbe alla fine del XVI secolo. Per la sua posizione esterna al villaggio e per le infiltrazioni d’acqua, è sempre stata soggetta a gravi problemi di staticità, ai quali gli abitanti di Perrière hanno cercato di porre rimedio nel tempo, dando prova di fede e di amore per la loro cappella. Nel 1706 l’interno fu anche arricchito da 31 medaglioni affrescati, oggi purtroppo non più visibili perché coperti da tinteggiature successive.
Il coro, più antico rispetto alla navata, corrisponde all’oratorio originario e presenta quattro affreschi raffiguranti gli Evangelisti. Nella parte alta dell’altare, in una nicchia con porticina in vetro, si trova una statua raffigurante la Vergine della Medaglia Miracolosa, datata 1850. Al trave maestro, situato tra il coro e la navata e completamente dipinto con motivi floreali, è appeso un bellissimo Cristo.

LA CAPPELLA DI PRACOURT
Posta su di un picco roccioso poco distante dal ponte romano, era originariamente un oratorio voluto dalla nobile famiglia dei Mistralis. Nel 1609, François Mistralis fece ampliare questo oratorio e costruire la cappella, dalla caratteristica forma ottagonale.
Il tempio è dedicato a Nostra Signora del Carmelo, festeggiata il 16 luglio; in quel giorno qui si celebrava una messa cantata e si recitavano i vespri. Inoltre, la cappella di Pracourt era meta di un’antica processione la terza domenica dopo Pasqua.
Verso la fine del XIX secolo venne dipinta sulla facciata una Maria Ausiliatrice. Un piccolo campanile accoglie una campanella con su scritto “N.D. Carmes - 1911 - Haec dono Carolo Delapierre”. La porta in noce e le due finestre presentano una cornice di pietra molto massiccia. All’interno, degno di nota è l’altare e, sopra di esso, un affresco raffigurante la Vergine del Carmelo e, ai suoi piedi, le anime supplicanti del Purgatorio. Sulle pareti sono dipinte l’agonia di Gesù e la Risurrezione.

LA CAPPELLA DI SALIROD
E’ situata nel cuore dell’antico villaggio di Salirod, sulla collina di Saint-Vincent. L’atto di fondazione della cappella, voluta dalla popolazione locale, risale al 1774. Forse in quell’anno fu ampliato un oratorio che la frazione aveva probabilmente fin dalla fine del sedicesimo secolo. La cappella fu dedicata a San Bartolomeo, patrono di Salirod, festeggiato il 24 agosto.
La porta in noce è arricchita da pannelli con motivi geometrici. Sul tetto un piccolo campanile ospita una campanella, con su scritto “Jesus Marie S. Joseph O.P.N.[sc. “orate pro nobis”] 1779”. All’interno, la volta del coro ricorda quella della chiesa di Moron: gli archi partono da otto punti diversi e sembrano formare una culla, incontrandosi in un cerchio centrale. L’altare, in legno dipinto con dorature, è semplice e lineare ed è sormontato da un baldacchino in legno con stucchi e dorature, l’unico in tutta la parrocchia di Saint-Vincent. Alcune pregevoli statue, un tempo custodite nella cappella, sono oggi conservate nel museo cella chiesa parrocchiale.

LA CAPPELLA DI TROMEN
E’ stata costruita per volontà degli abitanti di Écrivin, Moulin e di altre frazioni della zona sugli argini del Grand-Valey per invocare la protezione su un territorio soggetto agli straripamenti del torrente.
Dedicata dai fondatori a San Michele e, dopo l’ampliamento del 1747, a Nostra Signora delle Nevi, la cappella, nota in passato come il “Santuario”, aveva grande importanza per i residenti e a suo favore esistevano diversi “legati” (in particolare donazioni per la celebrazione delle messe). Il tempio, tuttavia, non disponeva di grandi rendite. Infatti, secondo un documento del 1866, il tesoriere della chiesa, per reperire i fondi necessari agli improrogabili interventi di restauro, convocò gli eredi degli antichi fondatori e ricordò loro un impegno sottoscritto nel 1747.
Degno di nota è il grande affresco che ricopre la facciata con scene del Giudizio Universale. Caratteristico è il piccolo campanile sul tetto aggettante.

LA CAPPELLA IN RICORDO DEI PARTIGIANI AD AMAY
Posta lungo la strada per il Col de Joux, poco distante dall’abitato di Amay,
fu costruita negli anni cinquanta per volontà del comandante Edoardo Page che, durante la seconda guerra mondiale, era stato capo della 17a Brigata Matteotti.
Negli anni della Liberazione molti giovani partigiani di Saint-Vincent, morti nei combattimenti, erano stati sepolti sulla montagna tanto amata, vicino ad Amay. Nei pressi di quel cimitero, a guerra conclusa, fu costruita la cappella. I lavori, avviati nel 1951, terminarono nel 1962. Le pietre utilizzate furono prelevate dalle pietraie della zona, mentre il cemento arrivò, a dorso di mulo, dal fondovalle.
Con il suo campanile a sezione di tronco di cono, il tempio, massiccio e austero, presenta una graziosa armonia delle forme. Su una lapide nella facciata si legge: “Ai caduti per la libertà, 9-9-1943 + 25-4-1945”. Si accede al tempio dal portico; l’interno, a una sola navata, è molto sobrio. Significativo è l’affresco di Lucio Bulgarelli, “Libertà 1961”, rappresentante alcune figure umane, un globo di fuoco e un arcobaleno, simbolo di pace.
Nel 1995, in occasione delle celebrazioni del 50° anniversario della resistenza, della liberazione e dell’autonomia, nel parco davanti alla cappella è stata posta una lapide che ricorda l’arresto di Primo Levi, Vanda Maestro e Luciana Nissim, avvenuto ad Amay il 13 dicembre 1943, conclusosi con la deportazione dei tre ad Auschwitz. Sulla stessa targa è riportata la poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”.

Chiesa di Moron

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

È situata nell’abitato di Moron, sulla collina di Saint-Vincent.

La sua struttura attuale, dall’ampia abside circolare, risale al XV secolo, allorché furono apportate importanti modifiche a un probabile preesistente edificio romanico. Essa ha conservato a lungo alcune prerogative delle chiese parrocchiali (funzioni festive e cimitero), pur non essendo mai stata parrocchia.

La volta dell’abside è segnata da una bella serie di costoloni di pietra. Restauri recenti hanno eliminato strutture e decorazioni moderne, tentando di restituire alla chiesa il suo aspetto originario.
In passato, nel giorno del lunedì di Pasqua, si svolgeva la cosiddetta “processione delle vigne”, che in quasi sei ore attraversava tutti i villaggi e le cappelle della collina di Saint-Vincent.
Oggi la chiesetta è dedicata a San Maurizio (festa patronale il 22 settembre).

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Chiesa parrocchiale di San Vincenzo

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

Edificata dai Benedettini nell’XI secolo, in stile romanico, la chiesa è stata oggetto di molteplici sovrapposizioni architettoniche, ma anche di significativi restauri moderni (1968 - 1972).

Essa sorge sulle strutture di un edificio romano, in cui si riscontrano nuclei di strutture con funzione termale, riportato alla luce in occasione di recenti restauri, e risalente al 300-400 d. C., forse una grande villa patrizia o un edificio pubblico che disponeva di un doppio sistema di riscaldamento ad aria soffiata sotto il pavimento, che provvedeva a riscaldare il “calidarium”.
Il sito archeologico sottostante è visitabile.

L’interno è di grande effetto per il contrasto netto tra la sobrietà dell’ambiente e la ricchezza della decorazione pittorica della zona absidale. La navata è scandita da una successione di colonne alternativamente quadrate, circolari e poligonali.

In origine la chiesa non aveva le volte (sono del 1696) né le grandi finestre attuali. Il tetto era retto da capriate in vista o con soffitto a cassettoni e la luce entrava, discreta, attraverso finestre alte, strette, centinate, a doppia strombatura. Anche l’arco a sesto acuto che sovrasta l’altare è posticcio, sebbene assai antico. L’arco trionfale che, probabilmente nel XIII secolo ha ristretto il catino absidale, ha sensibilmente ridotto l’area della sottostante cripta romanica, raccolta in mistica cappella sotterranea a tre piccole navate, ciascuna a tre arcate e le cui colonnine in pietra sorreggono capitelli risalenti all’VIII secolo.

Gli affreschi della chiesa più antichi sono quelli dell’absidiola nord, dovuti a Iacopo Jacquerio (o alla sua scuola), datati 1416.
Sempre nel XV secolo Giacomino da Ivrea dipinse l’arco trionfale con un ciclo di dottori della Chiesa, santi e profeti. Sopra questi dipinti, scialbati e intonacati, Filippo da Varallo eseguì verso la fine del XVI secolo le decorazioni che ancora si vedono (in parte, e grazie ai restauri degli anni ’70), e che a suo tempo ricoprivano interamente la conca presbiteriale.
Il Cristo in Croce del presbiterio è opera bronzea di Luciano Minguzzi.

Merita la visita il museo di arte sacra in fondo alla navata sinistra, che conserva sculture lignee, come il San Maurizio policromo del XV secolo proveniente dalla chiesa di Moron, ed altre opere d’arte che vanno dal XV al XVIII secolo, tra cui croci processionali, reliquiari e oggetti liturgici.

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Il santuario di Grun

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

COLLOCAZIONE: al centro e quasi nel cuore della collina di Saint-Vincent.

STORIA: la costruzione del santuario, si deve all’idea concepita verso il 1720 dal sacerdote Pierre Bréan, già vice parroco del paese dal 1705 al 1713 e molto devoto alla Madonna. Con un accordo stipulato nel 1725, gli abitanti di Grun e Valmignana si impegnavano a fornire il terreno e i materiali necessari, mentre il reverendo Bréan si impegnava a pagare i lavori e ad arredare la cappella. Il tempio fu ultimato nel 1727; tra i partecipanti alla festa di inaugurazione vi era anche l’abate Jean-Baptiste Perret, che nel 1770 scoprirà la sorgente dell’acqua termale.
Il santuario diventò ben presto luogo di pellegrinaggio e furono sempre più numerosi gli ex voto, portati dai fedeli che avevano chiesto una grazia di guarigione o di conversione.

ELEMENTI INTERESSANTI: ampliata nel 1864, la chiesetta ha una navata, un coro, una sacrestia e una piccola cantoria. Alle pareti, accanto alla Via Crucis, vi sono tantissimi ex voto; sull’altare in muratura, tra quattro colonne, c’era in passato un grande dipinto di Maria, rubato nel 1992. Oggi, su un ripiano, è posta una statua della Madonna, in legno di noce, dono di un devoto.
All’esterno, l’ingresso, rientrato rispetto alla muratura, forma un portico. Degno di nota è l’affresco eseguito da Mus, raffigurante la Vergine che accoglie con le braccia aperte i pellegrini.

TRADIZIONI: un tempo erano diverse le processioni dal borgo di Saint-Vincent al santuario di Grun; ricordiamo in particolare quella effettuata alla fine del mese di maggio e la processione “della pioggia”, fatta per chiedere la grazia della pioggia o della sua cessazione.

La cappella di Cillian

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

COLLOCAZIONE: sorge nel cuore del villaggio, su di un terreno occupato in precedenza da un vecchio torchio comunitario.

STORIA: ultimata nel 1954, questa cappella di famiglia, dedicata ai Santi Innocenti, fu costruita per volontà dei coniugi Thérèse e Vincent Gorris, per onorare un voto espresso durante la seconda guerra mondiale.

ELEMENTI INTERESSANTI: la facciata è stata affrescata dal pittore valdostano Italo Mus. Sul lato nord, un’invocazione in francese invita il passante alla riflessione.
L’interno, completamente rivestito di ciottoli estratti dalla Dora, è molto raccolto. Nel coro, un grande dipinto su legno, opera di Italo Mus, mostra la Madonna, avvolta in un mantello rosso, nell’atto di schiacciare il serpente. Degni di nota sono anche i due altari (quello originario su cui è scolpito il Sacro Cuore e quello costruito secondo le disposizioni della riforma liturgica, rivolto verso i fedeli) e le due vetrate rappresentanti i santi patroni dei coniugi Gorris, Vincenzo e Teresa.

La cappella di Feilley

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

STORIA: la cappella del villaggio di Feilley fu voluta da Philibert Clappey che, in un atto del 1645, si impegnò a fornire i fondi necessari alla sua costruzione. Il tempio, sorto una quindicina di anni dopo la peste del 1630, fu dedicato a San Rocco, da sempre invocato contro le malattie e le grandi epidemie.

ELEMENTI INTERESSANTI: la devozione degli abitanti di Feilley e il loro affetto verso la cappella hanno reso possibili nel tempo diversi interventi di manutenzione e hanno contribuito alla creazione di un vero tesoro d’arte, con alcune pregevoli statue oggi custodite nel museo della chiesa parrocchiale.
Nonostante le dimensioni ridotte, questa cappella ha anche una cantoria. Il coro e la navata misurano circa quattro metri per quattro ciascuno; il primo corrisponde all’oratorio del 1645, mentre la seconda, più recente, dovrebbe risalire al 1747. Alle pareti vi sono diversi quadri, tra cui la Via Crucis con scritte in francese, inglese e portoghese. L’altare è ricoperto da tavolati in legno policromo, su cui si notano un ostensorio e due testine d’angelo; nella parte alta, fra due colonne, una bellissima tela raffigura l’incoronazione della Madonna, con il Padre, il Figlio, la colomba rappresentante lo Spirito Santo e, ai lati, i Santi Rocco e Sebastiano.
Degno di nota è il Cristo in Croce appeso al trave fra il coro e la navata, arricchito da un grande rosario in legno.

La cappella di Linty

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

COLLOCAZIONE: all’estremità occidentale della frazione, la cappella pare guardare il Col de Joux.

STORIA: fu voluta dagli abitanti di Lenty nel 1644. Essi decisero di intitolarla alla Visitazione della Madonna e di farvi celebrare le lodi, una messa cantata e i vespri nel giorno della festa patronale, il 2 luglio.

ELEMENTI INTERESSANTI: la facciata è piuttosto particolare: rosa pastello, priva di iscrizioni e ornamenti, presenta un atrio, in quanto l’ingresso è rientrato rispetto alla muratura esterna semi-ovale. Caratteristico è il piccolo campanile, provvisto di campana, sul tetto aggettante.
All’interno, il coro e la navata, di circa quattro metri quadrati ciascuno, sono due vani simili, ma risalgono ad epoche diverse. Anche qui, infatti, come in altre cappelle, il coro corrisponderebbe all’originario oratorio, ampliato presumibilmente nella seconda metà del Settecento.
Degno di nota è l’altare baroccheggiante, con due colonne tortili, ai cui lati sono sistemate diverse testine d’angelo. Nella nicchia al centro dell’altare si trova una bella statua della Vergine Incoronata, in legno policromo, risalente probabilmente alla prima metà del diciottesimo secolo. La Via Crucis, composta da quadri stampati a Parigi, è stata donata nel 1878 da una signora di Lenty.

La cappella di Perrière

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

STORIA: dedicata a San Giacomo - il Maggiore - di cui si celebra la festa il 25 luglio, questa cappella risalirebbe alla fine del XVI secolo. Per la sua posizione esterna al villaggio e per le infiltrazioni d’acqua, è sempre stata soggetta a gravi problemi di staticità, ai quali gli abitanti di Perrière hanno cercato di porre rimedio nel tempo, dando prova di fede e di amore per la loro cappella. Nel 1706 l’interno fu anche arricchito da 31 medaglioni affrescati, oggi purtroppo non più visibili perché coperti da tinteggiature successive.

ELEMENTI INTERESSANTI: il coro, più antico rispetto alla navata, corrisponde all’oratorio originario e presenta quattro affreschi raffiguranti gli Evangelisti. Nella parte alta dell’altare, in una nicchia con porticina in vetro, si trova una statua raffigurante la Vergine della Medaglia Miracolosa, datata 1850. Al trave maestro, situato tra il coro e la navata e completamente dipinto con motivi floreali, è appeso un bellissimo Cristo.

La cappella di Pracourt

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

COLLOCAZIONE: su di un picco roccioso poco distante dal ponte romano.

STORIA: era originariamente un oratorio voluto dalla nobile famiglia dei Mistralis. Nel 1609, François Mistralis fece ampliare questo oratorio e costruire la cappella, dalla caratteristica forma ottagonale.
Il tempio è dedicato a Nostra Signora del Carmelo, festeggiata il 16 luglio; in quel giorno qui si celebrava una messa cantata e si recitavano i vespri. Inoltre, la cappella di Pracourt era meta di un’antica processione la terza domenica dopo Pasqua.

ELEMENTI INTERESSANTI: verso la fine del XIX secolo venne dipinta sulla facciata una Maria Ausiliatrice. Un piccolo campanile accoglie una campanella con su scritto “N.D. Carmes - 1911 - Haec dono Carolo Delapierre”. La porta in noce e le due finestre presentano una cornice di pietra molto massiccia. All’interno, degno di nota è l’altare e, sopra di esso, un affresco raffigurante la Vergine del Carmelo e, ai suoi piedi, le anime supplicanti del Purgatorio. Sulle pareti sono dipinte l’agonia di Gesù e la Risurrezione.

La cappella di Salirod

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

COLLOCAZIONE: è situata nel cuore dell’antico villaggio di Salirod, sulla collina di Saint-Vincent.

STORIA: l’atto di fondazione della cappella, voluta dalla popolazione locale, risale al 1774. Forse in quell’anno fu ampliato un oratorio che la frazione aveva probabilmente fin dalla fine del sedicesimo secolo. La cappella fu dedicata a San Bartolomeo, patrono di Salirod, festeggiato il 24 agosto.

ELEMENTI INTERESSANTI: la porta in noce è arricchita da pannelli con motivi geometrici. Sul tetto un piccolo campanile ospita una campanella, con su scritto “Jesus Marie S. Joseph O.P.N.[sc. “orate pro nobis”] 1779”. All’interno, la volta del coro ricorda quella della chiesa di Moron: gli archi partono da otto punti diversi e sembrano formare una culla, incontrandosi in un cerchio centrale. L’altare, in legno dipinto con dorature, è semplice e lineare ed è sormontato da un baldacchino in legno con stucchi e dorature, l’unico in tutta la parrocchia di Saint-Vincent. Alcune pregevoli statue, un tempo custodite nella cappella, sono oggi conservate nel museo cella chiesa parrocchiale

La cappella di Tromen

Chiese e santuari  -  Saint-Vincent

COLLOCAZIONE: è stata costruita per volontà degli abitanti di Écrivin, Moulin e di altre frazioni della zona sugli argini del Grand-Valey per invocare la protezione su un territorio soggetto agli straripamenti del torrente.

STORIA: dedicata dai fondatori a San Michele e, dopo l’ampliamento del 1747, a Nostra Signora delle Nevi, la cappella, nota in passato come il “Santuario”, aveva grande importanza per i residenti e a suo favore esistevano diversi “legati” (in particolare donazioni per la celebrazione delle messe). Il tempio, tuttavia, non disponeva di grandi rendite. Infatti, secondo un documento del 1866, il tesoriere della chiesa, per reperire i fondi necessari agli improrogabili interventi di restauro, convocò gli eredi degli antichi fondatori e ricordò loro un impegno sottoscritto nel 1747.

ELEMENTI INTERESSANTI: degno di nota è il grande affresco che ricopre la facciata con scene del Giudizio Universale. Caratteristico è il piccolo campanile sul tetto aggettante.

Coro Saint - Vincent

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Saint-Vincent

Il “Coro Saint-Vincent”, chiamato in origine “Coro Monte Zerbion”, è nato nel 1965 per volontà di un gruppo di amici appassionati del canto di montagna.
Il repertorio di questo Coro maschile spazia dai canti valdostani alle canzoni savoiarde, trentine e venete, comprende brani del patrimonio polifonico sacro e profano e composizioni originali dei maestri che si sono avvicendati alla sua guida.
Dal 2004 il Coro è diretto dal Maestro Corrado Margutti.
Il Coro ha partecipato ad importanti manifestazioni nazionali ed internazionali (in Francia, Svizzera e negli USA).

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Maura Susanna

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Saint-Vincent

La cantautrice Maura Susanna, considerata la voce più genuina dell’animo popolare valdostano, si è rivelata ancora dodicenne alla gara “Microfono libero” organizzata dai Padri Canossiani di Saint-Vincent. Nei primi anni ’70 partecipò con successo a diversi concorsi canori e nel ’73 una sua canzone fu inserita nel 33 giri compilation del “Cantagiugno Eporediese”.
Per qualche anno trascurò l’attività musicale per dedicarsi al teatro, in patois (ne “La veillà de Tsateilon”) e in italiano (nella compagnia “L’Arca” di Saint-Vincent).
Su invito di Luis de Jyaryot, tornò alla musica nel 1980 in occasione di un concerto di beneficenza per i terremotati della Campania. Nel 1982 fondò la cooperativa “Ambrokal” con Jyaryot, Bessolo, Bianchedi, Servodidio e i Trouveurs e nel 1983 pubblicò il 33 giri “Fables de nos jours”, dedicato alle canzoni di Maguì Bétemps, la prima cantautrice valdostana. In quel periodo cominciò ad esibirsi in Italia (Roma, Palermo, Bari, Foggia) e all’estero (Londra, Parigi, Tokyo).
Nel repertorio di Maura Susanna, accanto alle canzoni della cultura popolare valdostana, sono entrati brani popolari di tutto il mondo, cantati in francese, catalano, creolo, spagnolo e giapponese. L’intenzione è quella di cantare i sentimenti, gli stati d’animo di tutti gli uomini, utilizzando la musica, che è il linguaggio più universale.
Dal 1988 l’attività musicale di questa cantautrice di straordinario talento si è diradata per gli impegni legati alla gestione di un ristorante al Col de Joux. Il ’95 tuttavia è stato segnato da due eventi degni di nota: la pubblicazione del CD “Il viaggio” e l’incontro con Joan Baez.
Il successo dei concerti tenuti negli ultimi anni al cinema Giacosa per la “Saison Culturelle” o al “Palais Saint-Vincent”, nel settembre 99, testimonia il grande affetto che il pubblico valdostano nutre per Maura.
L’ultimo successo discografico dell’artista è stato l’album “Terra mia” del 2011.

Museo mineralogico e paleontologico

Musei  -  Saint-Vincent

Il Museo, creato dal gruppo mineralogico del Cenacolo Italo Mus nel 1978, ha come scopi principali quelli di raccogliere, classificare e far conoscere i minerali della Valle d’Aosta e numerosi cristalli e pietre dure provenienti da varie parti del mondo.

L’esposizione conta circa 750 pezzi, di cui gran parte provenienti dalle montagne vicine a Saint-Vincent, in particolare dal Monte Barbeston, da Emarèse, da Brusson e da Champorcher, siti notoriamente ricchi di minerali.
I pezzi più belli e rari provengono da miniere d’oro, di ferro, di magnetite e di amianto oggi dismesse. Molto interessanti i quarzi purissimi, i granati e rarissime vesuviane locali.

Il museo possiede inoltre una collezione di circa 170 fossili.

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