Patrimonio culturale: Bard

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Case monumentali del Borgo medievale di Bard

Architettura  -  Bard

Il borgo di Bard sorse come tipico insediamento di attraversamento, con le abitazioni allineate lungo i lati dell’antica via consolare delle Gallie di epoca romana. Luogo di sosta e di pagamento di pedaggi, l’abitato mantenne la sua importanza anche durante il Medioevo, trovandosi sulla direttrice che da Canterbury conduceva a Roma: la Via Francigena.

Sulla strada fra Bard e Donnas si trovano i ruderi di una struttura assistenziale dedicata ai pellegrini. Si tratta della cappella di Saint-Jean-de-la-Pierre fondata verso il 1150 insieme all’annesso ospizio, dai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, il cui statuto prevedeva l’obbligo di fornire vitto e alloggio ai viandanti che percorrevano la via consolare.
Vestigia romane dell’antica Via Consolare si trovano lungo il sentiero lastricato che congiunge Bard a Donnas. In una saletta del bar situato di fronte al ponte medievale è visibile un’arcata a tutto sesto di un piccolo ponte di epoca romana.

Nel borgo medievale numerosi sono gli edifici risalenti ai secoli XIII-XVI ed oltre venti costruzioni sono state classificate come “case monumentali”. Le loro facciate presentano infatti notevoli elementi di valore storico e architettonico.

  • Casa Challant - Mostra dettagli architettonici e decorativi simili a quelli del castello di Issogne. Costruita verso la fine del XV secolo, fu abitata dal Conte Filiberto di Challant, castellano di Bard tra il 1487 e il 1517. E’ caratterizzata da finestre a chiglia rovesciata e da altre a crociera.
  • Casa Valperga - Risalente al XVI secolo, presenta alcune interessanti finestre a crociera e resti di decorazione pittorica. Al centro si trova una finestra a bifora e porzioni di affreschi che rappresentano antichi stemmi nobiliari, fra i quali quello della famiglia Valperga.
  • Casa Nicole - Costruita in parte al di sopra della porta occidentale di accesso al borgo di Bard, il palazzo conserva, sulla facciata, i segni dei proiettili sparati durante l’assedio al forte di Bard da parte dell’esercito di Napoleone nel maggio del 1800. Il Palazzo forma una torre alla cui sommità vi è la finestra quadrilobata della cappella; quest’ultima fu affrescata nel 1758 dal pittore Giovanni Antonio di Biella.

Da segnalare anche la Casa del Vescovo, la Casa Urbano, che comprende un antico mulino, la Casa Ciuca che conserva un antico “viret” (scala a chiocciola in pietra) e la Casa della Meridiana.
La fontana al centro del borgo, costruita nel 1598 è affiancata da una singolare colonna in pietra alta 170 cm sulla cui sommità è scolpita una testa umana denominata “Il Mascherone”.

Nel borgo sono ancora visibili i resti di un vecchio torchio, rimasto in funzione fino al 1940.

Forte di Bard

Castelli e torri  -  Bard

Già agli inizi del VI secolo d.C. esisteva a Bard una guarnigione composta da sessanta armati che difendevano le cosiddette “Clausuræ Augustanæ”, il sistema difensivo costituito per proteggere i confini dell’Impero.
Nel 1034 tale sistema fu definito “inexpugnabile oppidum”, ed è questo uno dei più antichi riferimenti ad un castello in Valle d’Aosta.
Nel 1242 entrarono in possesso della signoria di Bard i Savoia, con Amedeo IV, spinti dalle insistenze degli abitanti della zona, stanchi dei soprusi di Ugo di Bard che, forte della posizione del suo castello, imponeva pesanti balzelli a viaggiatori e mercanti. Da quel momento, il castello dipenderà sempre dai Savoia, che vi instaureranno una guarnigione: nel 1661 vengono persino concentrate a Bard le armi provenienti dalle altre fortificazioni valdostane, tra cui Verrès e Montjovet.

Il castello diventerà protagonista poi in occasione del passaggio dell’esercito francese nel 1704 e soprattutto dell’arrivo di Napoleone Bonaparte che, nel maggio del 1800, troverà asserragliato nel forte un esercito di difesa formato da 400 austriaci. Le strutture difensive del forte erano talmente efficaci che l’armata napoleonica impiegò circa due settimane per superarle, riuscendovi solo con l’astuzia. Il forte venne poi fatto smantellare da Napoleone, per evitare, in futuro, ulteriori problemi.
Quello che vediamo oggi è il rifacimento voluto da Carlo Felice che, in piena Restaurazione, a partire dal 1830 ne fece una delle strutture militari più massicce in Valle d’Aosta. Alla fine dell’800 il forte si avviò al declino, utilizzato come bagno penale prima e come deposito di munizioni poi. Dismesso nel 1975 dal demanio militare, fu acquisito dalla regione Valle d’Aosta nel 1990 e completamente rinnovato nel 2006.

Rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione, il Forte di Bard rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento.
La piazzaforte è costituita da tre principali corpi di fabbrica: partendo dal basso si trovano l’Opera Ferdinando, l’edificio mediano, - Opera Vittorio - fino ad arrivare al culmine del rilievo, dove sorge l’Opera Carlo Alberto. Quest’ultima è la più imponente delle tre opere, che racchiude al suo interno il grande cortile quadrangolare della Piazza d’Armi, circondato da un ampio porticato, dove si collocano gli spazi dedicati alle mostre temporanee: all’interno, oltre al Museo delle Alpi, si trovano le Prigioni, che ospitano un percorso tematico multimediale sulla storia del Forte.
Per accedere alla sommità della fortezza è possibile seguire il percorso pedonale che si sviluppa fra possenti muraglioni partendo dall’interessante borgo medievale a lato del parcheggio, oppure servirsi degli ascensori panoramici attraverso cui si può godere di una meravigliosa vista sulla valle circostante.

Il Museo delle Alpi
Collocato al primo piano dell’Opera Carlo Alberto, il Museo delle Alpi è uno spazio interattivo attraverso cui il visitatore può viaggiare alla scoperta del mondo alpino, esplorando con i cinque sensi una montagna vissuta e trasformata dalla mano dell’uomo. Le 29 sale del percorso espositivo sono suddivise in quattro sezioni, che affrontano la montagna dal punto di vista naturalistico, geografico, antropologico e meteorologico, coinvolgendo gli ospiti di tutte le età, grazie alla fusione fra tradizione e nuove tecnologie.

Le Alpi dei ragazzi 
Ospitato all’interno dell’Opera Vittorio, è uno spazio di avvicinamento alla montagna, dedicato a ragazzi e famiglie, propone, all’interno dell’Opera Vittorio, una serie di laboratori scientifici sul tema del cambiamento climatico e sull’impatto che sta avendo sui ghiacciai di tutto il mondo.
Ogni sala permette al visitatore di conoscere le quattro vette più importanti della Valle d’Aosta – Monte Rosa, Monte Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco – e le condizioni delle rispettive aree glaciali attraverso una serie di confronti fotografici. 
Lo spazio accoglie anche l’installazione Ice Memory per raccontare lo stato di salute dei ghiacciai e per coinvolgere i giovani nella comprensione delle dinamiche legate al riscaldamento climatico e per promuovere l’adozione di comportamenti sostenibili.

Le Prigioni
Le anguste celle dove venivano rinchiusi i prigionieri ospitano oggi un itinerario storico che guida il visitatore alla scoperta della storia del sito militare, per secoli strategico luogo di transito. Attraverso filmati, documenti e ricostruzioni 3D di grande impatto, i visitatori possono seguire l’evoluzione architettonica della fortezza e conoscere i personaggi che ne hanno segnato i principali avvenimenti storici dall’anno Mille alla sua ricostruzione nel 1830, sino ad arrivare ai giorni nostri.

Il Ferdinando, Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere
Collocato nell’Opera Ferdinando, al primo livello della rocca fortificata, il museo propone un viaggio attraverso l’evoluzione delle tecniche difensive, dei sistemi di assedio e del concetto di frontiera. Ricostruzioni in scala di sezioni murarie di fortificazioni, plastici, filmati e armi autentiche, permettono di osservare l’evoluzione delle fortezze a partire dall’epoca romana fino al Novecento. La sezione dedicata al tema delle frontiere intende far riflettere sul significato di questo termine, in un percorso che trasmette una visione strutturata del Forte di Bard e del contesto storico, sociale, culturale e geopolitico all’interno del quale è inserito nelle diverse epoche storiche.

  • (+39) 0125833811
  • info@fortedibard.it

Chiesa parrocchiale dell'Assunzione di Maria

Chiese e santuari  -  Bard

La parrocchia di Bard, benché citata già nel 1176, venne di fatto sempre gestita dal parroco di Hône, che vi si recava regolarmente per celebrare la Messa. Tuttavia, visto che sovente il Borgo di Bard veniva chiuso e restava isolato anche a lungo, e che il ponte tra i due paesi talvolta veniva interrotto per le avverse condizioni atmosferiche, nel Settecento gli abitanti chiesero di ottenere una loro parrocchia. Il 24 gennaio 1775 il Vescovo decretò così la nascita della parrocchia di Bard. La chiesa, dedicata all’Assunzione di Maria, risale al 1868 ed è probabilmente il risultato della ricostruzione di una precedente, molto più antica, forse coeva del bel campanile romanico, risalente ai secoli XII-XIII.

  • 0125803972

Ecomuseo della castagna

Musei  -  Bard

La castagna era l’alimento base della dieta contadina di un tempo, soprattutto nei paesi di media montagna.

Nel villaggio di Albard di Bard, per illustrare la lavorazione di questo prodotto, è stata riallestita nel cuore di un magnifico castagneto una ‘‘grehe’‘, caratteristico fabbricato rurale di piccole dimensioni, disposto su due piani, usato per essiccare le castagne.
Nella costruzione, addossata alla roccia a fianco di altre simili, nell’area un tempo utilizzata come deposito, sono esposti ed illustrati da pannelli gli attrezzi originali per la lavorazione delle castagne: il martello per aprirle, le pinze per estrarle dai ricci ed i sacchi in canapa grezza da sbattere su un ceppo di legno per far staccare le bucce, che venivano poi eliminate scuotendo con un ventilabro (’‘lo van’‘, in dialetto).

Il museo è visibile solo dall’esterno salvo aperture in occasione di particolari eventi.

  • (+39) 0125803134
  • info@comune.bard.ao.it

Il Ferdinando. Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere

Musei  -  Bard

Collocato nell’Opera Ferdinando, situata al primo livello della rocca fortificata, il museo propone un coinvolgente viaggio attraverso l’evoluzione delle tecniche difensive, dei sistemi di assedio e del concetto di frontiera.

Partendo dalla necessità di fornire maggiori chiavi di lettura storiche del sito e del Forte, si è reso necessario allargare – nel tempo e nello spazio – questo itinerario di conoscenza, inquadrando la configurazione della fortezza ottocentesca nella storia di lunga durata dei sistemi di fortificazione, nel quadro di una lettura delle Alpi in quanto limite, ostacolo, barriera naturale, frontiera mobile, territorio e linea di confine politico abitato e vissuto, attraversato e percorso, difeso e fortificato.

Il museo si sviluppa in tre parti:

  • ”Museo del Forte e delle Fortificazioni”
  • ”Le Alpi Fortificate (1871-1946)”
  • ”Le Alpi, una frontiera?”

Il Museo del Forte e delle Fortificazioni
La visita a questa prima sezione, allestita nell’Opera Ferdinando Superiore, permette allo spettatore di calarsi in una serie di ambientazioni storiche corredate da plastici, filmati e armi autentiche, con un iter narrativo che mette in luce l’evoluzione delle fortezze delle Alpi Occidentali attraverso il progredire delle armi e delle strategie militari, dei materiali e delle tecniche costruttive, a partire dall’epoca romana per giungere sino alle nuove soluzioni architettoniche e balistiche del Novecento.
Grazie alla riproposizione cinematografica di celebri spezzoni di film contenenti scene di guerra (Le Crociate - Kingdom of Heaven, Ridley Scott, 2005; Masada, Boris Sagal, 1981; Il mestiere delle armi, Ermanno Olmi, 2001; Alatriste, il destino di un guerriero, Augustin Diaz Yanks, 2006; The last valley, James Clavell, 1971; Revolution, Hugh Hudson, 1985; L’ultimo dei Mohicani, Michael Mann, 1992; Glory. Uomini di gloria, Edward Zwick, 1989, Cold Mountain, Anthony Minghella, 2003) ed all’apparato esplicativo arricchito dalla cartografia d’epoca, il visitatore è proiettato nell’epoca di pertinenza di ogni singola sala.

Le Alpi Fortificate (1871-1946)
La seconda parte del museo si sviluppa nelle sale dell’Opera Ferdinando Inferiore ed è dedicata alle trasformazioni intervenute tra la fine del XIX e il XX secolo; inserisce il Forte di Bard all’interno del sistema delle fortezze ottocentesche, riproponendo ricostruzioni scenografiche e modelli in scala, volti a evidenziare non solo i caratteri considerati maggiormente rappresentativi delle fortificazioni nell’arco alpino, ma cercando anche di rendere protagoniste le Alpi stesse, teatro di un’evoluzione tecnologica che le ha portate a divenire “la frontiera d’Italia”. Un racconto nell’evoluzione delle fortezze attraverso il progredire delle armi, e viceversa.
Il mutare dei materiali e delle tecniche costruttive, il graduale ispessimento dei muri, la collocazione dei forti in luoghi sempre più dominanti, l’evolversi delle metodologie strategiche e delle soluzioni architettoniche, tutto questo è costantemente riportato alle capacità offensive del nemico, dunque alle possibilità sfondamento da parte degli eserciti assedianti.
Il tema della montagna militarizzata è toccato nelle sezioni dedicate alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale e alla Resistenza, sempre puntando sull’impatto evocativo affidato ad un approccio multimediale.

Le Alpi, una frontiera?
La terza e ultima sezione pone un interrogativo con l’obiettivo di mettere il visitatore nella condizione di riflettere sul percorso compiuto e sul significato da dare al termine “frontiera”: confine o barriera? Ostacolo o tratto d’unione?
Si delinea così un percorso espositivo che trasmette una visione complessa e strutturata non solo del Forte di Bard, ma anche del contesto storico, sociale, culturale e geopolitico all’interno del quale esso è inserito nelle diverse epoche storiche: un viaggio nel passato che si conclude con una riflessione estremamente attuale sul presente.
Il visitatore è così protagonista di un dialogo con il luogo in cui si trova, alla ricerca di un’identità, quella delle Alpi, in continua evoluzione, che diviene crocevia delle grandi vicende del passato e di quella storia degli uomini fatta di semplici memorie e azioni.

  • 390125833811
  • info@fortedibard.it

Le Alpi dei Ragazzi

Musei  -  Bard

Completamente riallestito nel 2023, questo spazio di avvicinamento alla montagna, dedicato a ragazzi e famiglie, propone, all’interno dell’Opera Vittorio, una serie di laboratori scientifici sul tema del cambiamento climatico e sull’impatto che sta avendo sui ghiacciai di tutto il mondo.

Ogni sala permette al visitatore di conoscere le quattro vette più importanti della Valle d’Aosta – Monte Rosa, Monte Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco – e le condizioni delle rispettive aree glaciali attraverso una serie di confronti fotografici. Ognuna presenta inoltre una tematica geologica e scientifica che può essere approfondita attraverso attività ludiche e laboratori.

Lo spazio accoglie anche l’installazione Ice Memory con varie postazioni che utilizzano la realtà aumentata per raccontare lo stato di salute dei ghiacciai e per coinvolgere i giovani nella comprensione delle dinamiche legate al riscaldamento climatico e per promuovere l’adozione di comportamenti sostenibili.

Lo spazio è fruibile liberamente acquistando il biglietto di ingresso al Forte di Bard.

I laboratori rivolti a scuole e gruppi si possono effettuare a pagamento su prenotazione.

  • (+39) 0125.833811
  • prenotazioni@fortedibard.it

Le Prigioni - spazio museale permanente sulla storia del Forte di Bard

Musei  -  Bard

Collocate all’interno dell’Opera Carlo Alberto, le anguste celle del Forte di Bard dove venivano rinchiusi i prigionieri ospitano oggi un itinerario storico che guida il visitatore alla scoperta della storia del sito militare, per secoli strategico luogo di transito.
Attraverso filmati, documenti e ricostruzioni 3D di grande impatto i visitatori possono seguire l’evoluzione architettonica della fortezza e conoscere i personaggi che ne hanno segnato i principali avvenimenti storici dall’anno Mille alla sua ricostruzione nel 1830, sino ad arrivare ai giorni nostri.

Percorso di visita

Le Prigioni ospitano 24 celle, tutte di dimensioni molto ridotte (circa 1,3 × 2 metri) disposte lungo quattro sezioni precedute da una galleria d’ingresso che è stata dedicata alla rappresentazione iconografica del Forte.

L’atrio ospita un filmato relativo alla complessa opera di restauro e ricostruzione del Forte avvenuta tra il 1996 e il 2006.

Si accede poi a quattro delle sale della prima sezione in cui, attraverso postazioni caratterizzate da modelli tridimensionali, vengono mostrate le trasformazioni del Forte nelle varie epoche: romana, medioevale, ‘500 e ‘600 e ‘700. Negli spazi successivi, un filmato dà voce ai personaggi che hanno contrassegnato l’episodio storico più significativo della storia del Forte: l’assedio da parte delle truppe napoleoniche.

Nella seconda sezione, Napoleone Bonaparte, il generale francese Berthier ed il capitano austriaco Bernkopf svelano strategie offensive e difensive dell’aspra battaglia combattuta nella primavera del 1800. Il percorso è impreziosito dalle proiezioni dei disegni del topografo e pittore Pietro Bagetti e dagli scritti di Stendhal, testimoni privilegiati della storia di Bard.

La terza parte del percorso presenta la testimonianza del capitano del Genio militare Francesco Antonio Olivero cui Carlo Felice di Savoia affidò la ricostruzione del Forte dopo il passaggio di Napoleone. All’interno di una cella vengono proiettati documenti ed immagini. Un rilievo del Forte del 1829 e un progetto del 1830 mostrano come Olivero seppe sfruttare le peculiarità strategiche del luogo ideando la concezione di più corpi di fabbrica sovrapposti per moltiplicare le linee di fuoco; i lavori furono realizzati in soli otto anni.

La quarta sezione vede come protagonista Camillo Benso conte di Cavour, ”prigioniero” di lusso durante la ricostruzione. A lui fu affidata nel 1831 la supervisione dei lavori; per quanti entusiasmi l’impresa potesse suscitare in chiunque, Cavour visse l’esperienza come una punizione, una “prigione morale” che lui stesso in seguito definì un “esilio”. Nella sezione sono presenti anche alcuni oggetti in uso nella vita quotidiana della fortezza. Una scenografia ricrea l’atmosfera tipica di una cella, mentre su una parete è allestita una pannellatura dedicata alle guarnigioni che si sono succedute al Forte e le riproduzioni di alcune tavole dell’illustratore Quinto Cenni. Su due monitor, un filmato elaborato in collaborazione con l’Archivio militare del Genio di Roma, consente di scoprire i risultati di una ricerca sui militari di stanza nel Forte durante gli anni.

Nell’ultima sala, si ripercorre la decadenza e la rinascita del Forte nel corso del ‘900 attraverso un’intervista a Ferdinando Jacquemet, testimone vivente in grado di raccontare l’ultimo capitolo della storia di Bard.
Il percorso culmina con la proiezione di un’animazione che ripropone l’evoluzione degli insediamenti militari sulla rocca di Bard dall’anno mille ad oggi.

Al percorso è abbinata un’offerta di quattro laboratori didattici elaborati a seconda delle diverse fasce d’età degli studenti, dalla scuola dell’infanzia sino alla scuola secondaria di primo grado.

  • 390125833811
  • info@fortedibard.it

Museo delle Alpi

Musei  -  Bard

Collocato al primo piano dell’Opera Carlo Alberto dello spettacolare complesso del Forte di Bard, il Museo delle Alpi è uno spazio interattivo attraverso cui il visitatore può viaggiare alla scoperta del mondo alpino, esplorando con i cinque sensi una montagna vissuta e trasformata dalla mano dell’uomo.

Le 29 sale del percorso espositivo sono suddivise in quattro sezioni, che affrontano la montagna dal punto di vista naturalistico, geografico, antropologico e meteorologico, coinvolgendo gli ospiti di tutte le età, grazie alla fusione fra tradizione e nuove tecnologie.

Il viaggio inizia con l’ascesa alla vetta, tra proiezioni di panorami e scenari d’alta quota. La coinvolgente ‘‘sinfonia delle montagne’‘, colonna sonora del museo, è il tappeto di note che accompagna la visita.

Toccare l’altitudine : il corridoio introduttivo è un’avvolgente videoinstallazione dell’artista Armin Linke che crea una realtà di suggestioni visive e sonore tra alpeggi, tunnel, salti e sciatori hi-tech. ‘‘Saliamo in montagna!’‘ è l’invito declamato nella ‘‘galleria delle voci’‘: un caleidoscopio di lingue alpine, che danno il benvenuto al Museo.

Ascoltare il trascorrere delle stagioni : viene voglia di accarezzare il pelo del mitico Dahu, l’animale leggendario con due zampe più corte per adattarsi ai pendii montani, che accoglie nell’affascinante biodiversità dell’ambiente alpino. Tra teche, diorami, filmati e schermi touch screen si osservano il clima, le brevi stagioni in quota, le piante e i tenaci abitanti delle terre alte.

Volare come un’aquila tra le vette : un video in 3D mette le ali al visitatore, un ‘‘volo d’aquila’‘ mozzafiato dalla cima del Monte Bianco, attraverso i paesaggi più suggestivi della Valle d’Aosta, tra ghiacciai, cascate e antichi castelli, fino a planare sul forte di Bard.

Camminare sul mare di Tetide : nella sala della geografia, una spettacolare mappa interattiva si fa tappeto di una libera passeggiata sulle Alpi. La rappresentazione delle inconfondibili vette più celebri e spettacolari, abbraccia la sala sull’orogenesi. Un viaggio a ritroso nel tempo, tra le esplosioni laviche delle Alpi generate dal fuoco e le risacche marine che hanno dato vita alle Dolomiti.

Danzare in un carnevale di voci e colori : la ricostruzione della stalla, la “stube”, la scuola e alcuni filmati interattivi, raccontano la civiltà alpina e la cultura materiale legata al lavoro, dal mulino alla miniera. Per poi essere coinvolti danzando in gioiose celebrazioni di fine inverno, feste e coloratissimi carnevali alpini, cortei di ‘‘lanzette’‘ - tipiche maschere valdostane - o nelle danze dell’‘‘uomo selvatico’‘.

Conquistare la vetta come alpinisti : infine, un viaggio nell’esperienza romantica degli artisti-alpinisti ottocenteschi, alla conquista di inespugnabili vette e poi in treno con i turisti dello sci che affollano le piste. Una montagna multiforme, da scoprire e vivere sempre con passione.

Un racconto multimediale : la voce di un ‘‘testimone’‘, il naturalista, il geografo, l’antropologo, il meteorologo, racconta da un monitor, in ogni sala, il tema delle 6 sezioni del Museo.

Una sinfonia di suoni e colori : proiezioni e suoni danno forma a scenografie, ricostruzioni, giochi multimediali e interattivi per educare, divertire e immergersi nella cultura alpina. Sono i video a guidare il visitatore in quest’avvincente esplorazione.

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