Patrimonio culturale: Valgrisenche

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Diga di Beauregard

Architettura  -  Valgrisenche

Il paesaggio della Valgrisenche è strettamente legato alla presenza della diga di Beauregard. In effetti questo sbarramento in cemento innalzato nel 1954 chiude completamente la valle.

Questa diga, costruita secondo la tipologia dell’arco di gravità, fu concepita negli anni ’50 per creare un’enorme riserva d’acqua ad uso idroelettrico. Situato a 1770 metri d’altitudine, l’invaso era alto 132 metri ed aveva una capacità di 70 milioni di metri cubici d’acqua.

La diga è successivamente stata messa in sicurezza riducendo al minimo l’invaso e nel 2011 si è proceduto alla riduzione di 52 metri dell’altezza della stessa.
Oggi la parte visibile della diga corrisponde a 20 metri di altezza e il suo coronamento è passato da una larghezza di 5,6 metri ad una di 15,5 metri.

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Cooperativa Les Tisserands

Artigianato  -  Valgrisenche

Da tempo immemorabile gli abitanti della Valgrisenche si dedicano al mestiere tipico della vallata: la tessitura del “drap”, un tessuto rustico ottenuto dalla lana filata e lavorata sugli antichi “métiers” telai in legno di acero.

Inizialmente, il “drap” presentava pochi tipi di colore, mentre oggi dispone di una discreta varietà di tinte e di disegni, prevalentemente di tipo geometrico. Il tessuto è molto richiesto per l’arredamento, in quanto presenta caratteristiche apprezzabili di robustezza, durata e quel particolare calore che emana da ogni realizzazione artigianale.

Il negozio e l’atelier di tessitura sono accessibili alle persone con disabilità; il museo al primo piano non lo è.

Apertura estate
01/07-15/09: 9.00-12.00 / 14.30-18.30 (chiuso lunedì)

Apertura invernale
15/09-30/06: 8.30-12.00 / 14.00-17.30 (chiuso domenica, lunedì e giorni festivi)

In altri periodi, aperto su prenotazione, contattare direttamente la Cooperativa al numero telefonico riportato nella sezione “Contatti”.

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Cappella di Mondanges

Chiese e santuari  -  Valgrisenche

La cappella di Mondanges, costruita nel 1648, è dedicata ai santi Giuseppe, Ilario e Barbara.
Negli anni 1890-1891 la cappella è stata riedificata in stile neogotico dall’impresario e architetto Giuseppe Lancia.

Si contraddistingue per la facciata, alta e slanciata, con il portale ad arco acuto sormontato da una apertura circolare, per le grandi finestre delle pareti laterali e per la presenza di contrafforti ai quattro spigoli e lungo le pareti. L’interno è scandito da costoloni e volte a crociera.

La cappella è priva di campanile, la campana è fissata ad un telaio metallico posizionato sul tetto in prossimità della facciata.
L’altare in legno intagliato è anch’esso in stile neogotico. Le statue dei santi, un tempo collocate sulle mensole dell’altare, sono oggi esposte nel museo parrocchiale.

Alla cappella di Mondanges giunge ancora oggi la processione del Giovedì santo subito dopo i vespri.

La cappella è dotata del sistema "Chiese a porte aperte" di apertura e narrazione automatizzata.
Tramite una app è infatti possibile accedere alla cappella dove una narrazione accompagnata da immagini e musica introduce il visitatore alla scoperta dell’arte e dell’architettura sacra della Valgrisenche.

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Chiesa parrocchiale di San Grato

Chiese e santuari  -  Valgrisenche

Emerge a prima vista il contrasto tra la pietra a vista del campanile e le pareti intonacate della chiesa parrocchiale che le sorge accanto.

La chiesa fu edificata tra il 1871 e il 1875 e consacrata il 9 giugno 1876 da Monsignor Duc, vescovo di Aosta, in sostituzione dell´antica chiesa, eretta al momento della costituzione della parrocchia (1392), restaurata e ingrandita nel 1666 e nel 1821.
L´iniziativa dei lavori spettò al curato Blaise-Couronne Prince, che procurò i primi fondi a tale scopo: la partecipazione di tutti i parrocchiani alle spese e ai lavori fu generosa.

Il campanile è costituito da una torre quadrata in pietra a vista, un tempo addossata all’antica chiesa parrocchiale. La cella campanaria è ornata da bifore e sormontata da una singolare cuspide a forma di tiara a piramide ottagonale.

La chiesa è a navata unica, con due cappelle laterali. La decorazione della volta del coro fu eseguita dal pittore Giovanni Stornone di Ivrea nel 1874 raffigurando la SS. Trinità con i quattro Dottori della Chiesa e l’Assunzione della Vergine con i quattro Evangelisti.
Ernesto Lancia ha realizzato la pala dell’altare maggiore con l’Ultima Cena e il Cristo del Sacro Cuore.
L’altar maggiore, in marmo bianco di Carrara è stato installato nel 1923; i due altari laterali in marmo, dedicati al Sacro Cuore e alla Vergine, hanno sostituito i vecchi altari in legno nel 1913 e 1914.
Nell’abside trovano posto anche le statue di San Nicola e San Grato: quest’ultimo, patrono della della Valle d’Aosta oltre che della parrocchia, viene festeggiato il 7 settembre.

L’organo della chiesa, un Vegezzi & Bossi acquistato in seguito ad un lascito nel 1900, è stato dichiarato di particolare rilevanza storica e artistica.
In fondo alla chiesa, in un´urna, sono conservate le spoglie mortali di don Edoardo Bérard, parroco di Valgrisenche per 56 anni (dal 1893 al 1949), a cui si deve, in parte, la ricca decorazione della chiesa.

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I tessuti della Valgrisenche: lo Drap

Musei  -  Valgrisenche

Da tempo immemorabile gli abitanti della Valgrisenche si dedicano al mestiere tipico della vallata: la tessitura del “drap”. È un tessuto rustico eseguito con lana di pecora sugli antichi “métiers” (telai) che, inizialmente, presentava poche varietà di colore.
Oggi, il drap è disponibile in una discreta scala di tinte e di disegni, prevalentemente di tipo geometrico. Il tessuto è molto richiesto per l’arredamento in quanto presenta caratteristiche apprezzabili di robustezza, durata e quel particolare calore che emana ogni realizzazione artigianale.

“Lo drap: l’anima tessile di una comunità”
Visitabile su prenotazione per gruppi, questa mostra permanente fu allestita presso il Salone polivalente Vieux Quartier nel 2009 per festeggiare i 40 anni di attività della Cooperativa.
Attraverso immagini, oggetti e testimonianze degli abitanti di Valgrisenche si è cercato di raccontare un sapere tramandato di generazione in generazione, che ha coinvolto intere famiglie in un’attività economica che negli anni ’50 rischiò di scomparire.
Disponibile anche una pubblicazione sull’esposizone.

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Museo della Resistenza

Musei  -  Valgrisenche

Allungata verso la regione francese della Tarentaise, Valgrisenche si offre al visitatore circondata di cime e ghiacciai. Questi luoghi sono stati nel corso dei secoli terra di frontiera, di guerra, di divisioni tra stati “nemici”, o presunti tali, così come terra di lotta comune per la dignità dell’uomo e per la libertà. Questa stessa terra è diventata, dopo la fine della seconda guerra mondiale, un luogo di incontri e di solidarietà, a riferimento e simbolo di una nuova unità europea ritrovata.

Con un’esposizione fotografica e documentaria il centro di documentazione sulla Resistenza testimonia i contatti e le relazioni tra i popoli che vivono sui due versanti delle Alpi. L’esposizione è arricchita da elementi multimediali che, attraverso fotografie ed interviste, sottolineano il ruolo e l’importanza del Col du Mont, situato tra Valgrisenche e Tarentaise, dalla Rivoluzione francese fino alla Resistenza della seconda guerra mondiale.

La sede del centro di documentazione è molto evocativa rispetto ai temi trattati: infatti il vieux quartier è un forte, recentemente restaurato, risalente alla fine del XIX° secolo, concepito come luogo di controllo e di difesa tra la Valgrisenche e la Tarentaise. La sua funzione ne ha determinato l’architettura e l’aspetto austero, ancora oggi del tutto visibili.

Museo parrocchiale

Musei  -  Valgrisenche

Allestito nella chiesa parrocchiale, il museo d’arte sacra di Valgrisenche custodisce ed espone una raccolta significativa del ricco patrimonio di arredi e suppellettili appartenenti alla chiesa stessa ed alle cappelle di pertinenza.
Numerose statue lignee provengono dalle cappelle dismesse negli anni Cinquanta del Novecento in seguito alla costruzione nella parte alta della vallata di una grande diga, recentemente ridimensionata per ragioni di sicurezza.

Nella vetrina principale spicca il gruppo scultoreo della Vergine in trono con il Bambino databile alla fine del XIV secolo, appartenente all’arredo dell’antica chiesa parrocchiale, edificata successivamente al 1392, anno di costituzione della parrocchia, e consacrata nel 1417.I due angeli ceriferi della cappella di Prariond sono assegnabili al primo quarto del Quattrocento.

Di epoca barocca sono le quattro statue lignee dei santi valdostani Anselmo, Giocondo, Orso e Bernardo facemti parte originariamente dell’altare maggiore realizzato nel 1679. A queste si affiancano nella vetrina altre sculture di santi, databili ai secoli XVII-XVIII, provenienti dalle cappelle della vallata e in particolare da quelle non più esistenti come Surrier, Usellières e Fornet. Stilisticamente omogeneo è il gruppo di statue realizzate dall’artista valsesiano Giovanni Comoletti per la cappella di Mondanges alla fine dell’Ottocento.
Espressioni di devozione mariana sono le sculture collocate nella vetrina a destra dell’ingresso, tra cui una delicatissima Pietà cinquecentesca e la suggestiva immagine della Vergine assunta della cappella di Fornet.

La vetrina centrale mostra le suppellettili processionali.
Antichissima è la croce astile a braccia potenziate databile alla fine del XIII secolo (precedente quindi alla costituzione della parrocchia).
Risale invece al 1440- 1450 la croce posta al centro recante alle estremità dei bracci le figure della Vergine e di san Giovanni ai lati del Cristo e sul retro i simboli degli evangelisti disposti intorno al castone centrale. Quest’ultimo era impreziosito da una piccola pergamena miniata databile al 1470-1480 circa, raffigurante la Madonna con il Bambino, verosimilmente aggiunta in epoca successiva.
La forma tubolare contraddistingue la terza croce, opera d’importazione proveniente con ogni probabilità dalle Fiandre, databile tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo.

In una vetrina dedicata sono presentate le oreficerie devozionali e liturgiche, tra cui quattro preziose cassettine in lamina metallica, destinate alla conservazione e all’esposizione ai fedeli delle reliquie. Frammenti del corpo di san Grato, patrono della parrocchia, erano custoditi sia nel reliquiario a cassetta databile alla seconda metà del XV secolo, sia in quello assegnabile al primo quarto del secolo successivo, ornato da placchette dorate con le figure della Vergine e dei santi Grato e Giocondo.

Al corredo della chiesa e delle cappelle appartiene infine una serie di vasi sacri, comprendente un ostensorio, una pisside e vari calici, datati all’ultimo quarto del XVII secolo e assegnabili a botteghe di argentieri operanti nei territori francesi limitrofi.

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