Patrimonio culturale: Aosta, Aymavilles, Charvensod, Gressan, Jovençan

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Castello di Jovençan

Castelli e torri  -  Jovençan

Pochi resti del mastio del XIII secolo rimangono oggi del Castello di Jovençan, fatto radere al suolo dal Conte di Savoia nel XIV secolo per punire i Signori di Jovençan.
Il castello è oggi ridotto a rudere.

"La Maison des Anciens Remèdes" - l'uso delle piante officinali

Musei  -  Jovençan

Un viaggio tra natura e antichi saperi
Immagina di entrare in una casa rurale della fine del XVII secolo, dove il profumo delle erbe officinali si mescola ai racconti di un tempo. La Maison des Anciens Remèdes, un tempo fienile della parrocchia di Jovençan, oggi è un luogo speciale in cui le tradizioni curative ancestrali si intrecciano con le conoscenze scientifiche moderne.

Un mondo di piante da scoprire
Ogni pianta ha una storia da raccontare. Qui potrai avvicinarti a numerose specie officinali, alcune note e altre più rare, osservandone da vicino fiori, radici e foglie. Un percorso sensoriale ti guiderà alla scoperta delle loro proprietà e dei loro utilizzi, facendoti entrare in un universo di colori, profumi e antichi segreti.

I rimedi della tradizione
Hai mai sentito parlare dei rimedi popolari tramandati di generazione in generazione? Attraverso suggestivi video, potrai scoprire come un tempo le donne delle comunità alpine erano vere e proprie custodi del sapere sulle erbe, conoscendone le virtù curative e le giuste dosi per ogni trattamento.

La Bouteucca de l’Apotéquéro: un tuffo nel passato
Apri i cassetti, tocca con mano foglie ed essenze, osserva le piante conservate con cura nella Bottega dello Speziale e lasciati sorprendere dai loro usi tradizionali. Sfoglia il grande libro dei rimedi antichi e immergiti nel mondo della medicina popolare valdostana.

La Valle d’Aosta e il suo patrimonio naturale
Un’area interattiva ti guiderà alla scoperta del ricchissimo patrimonio botanico della regione: erbari storici, giardini botanici, riserve naturali e orti didattici raccontano una Valle d’Aosta fatta di biodiversità e profumi inebrianti.

Un viaggio sensoriale unico
Chiudi gli occhi e lasciati trasportare dai profumi della Via dei Profumi: oli essenziali purissimi ti aiuteranno a riconoscere le piante solo grazie al loro aroma. Poi poggia le mani sul grande erbario vivente e osserva terra, radici e fiori prendere vita, raccontando le loro storie attraverso colori, suoni e immagini.

Giocare per imparare
I più piccoli possono divertirsi con il gioco dell’oca officinale, il Sudoku delle erbe e il Domino dello Speziale, oppure travestirsi da piante per scoprire il loro mondo in modo coinvolgente. Laboratori didattici e spazi interattivi renderanno la visita un’esperienza da ricordare!

Ogni volta che varcherai la soglia della Maison troverai qualcosa di nuovo: come in un prato, qui la scoperta è continua!

Scopri gli eventi in programma

(+39) 3333589863
info@anciensremedesjovencan.it

La Tour de Villa

Castelli e torri  -  Gressan

Leggermente sopraelevato rispetto alla chiesa di Sainte-Marie-Madeleine, posto in posizione dominante, c’è il castello dei signori de La Tour de Villa.

L’avo di questa discendenza fu Guido, citato in un patto di alleanza con il Conte di Savoia riguardante la presa della rocca di Bard nel 1242. L’ultimo discendente maschio fu Grat Philibert de La Tour che morì nel 1693.
Lo stemma della famiglia rappresenta un leone dorato, con unghie e lingua rossa, rampante su uno scudo nero, accompagnato dal motto “Praecibus et Operibus” (con la preghiera e le opere).

Il castello passò in seguito per eredità agli Aymonier e ai Carrel e finì poi nella cassa dei poveri della parrocchia di Saint Laurent ad Aosta, per cui prese il nome di Tour des pauvres. Caduto in rovina, fu venduto nel 1864 ad un certo Vincent Carlin che lo vendette, a sua volta, nel 1885, al vescovo di Aosta dell’epoca, Mgr. Auguste Duc, che lo restaurò e ne fece la propria residenza estiva. Nel 1921, passò ai baroni Gerbore di Saint-Nicolas e dal 1945, appartiene a una famiglia di Milano.

In origine il castello de La Tour de Villa comprendeva quasi interamente la torre centrale.
I lavori di restauro non hanno ricostruito la parte occidentale e la parte nord, lasciando così il posto ad un bel cortile con vista sulla piana.

Oggi, il complesso si presenta in due parti ben distinte: da una parte la torre del XII secolo e dall’altra la parte abitata la cui struttura ha una forma semi-circolare che risale al XV secolo.
La torre, la cui base è quadrata, si erge al centro di edifici posti su una roccia che esce da terra. Dei lunghi cunei sono posti alla base della struttura dei muri, soprattutto negli angoli. Essa si apre sull’esterno tramite due porte entrambe situate sul lato nord: la porta originale si trova ad una altezza di circa 7,40 m con un solido infisso, l’altra, alla quale si accede attraverso una doppia scala fu aperta durante i lavori di restauro del XIX secolo.

All’interno, la torre è suddivisa in tre piani con un granaio in legno al quale si accede attraverso una scala a chiocciola. Una piattaforma in piombo costituisce il tetto della torre merlata e un magnifico belvedere.
La zona abitata, che presenta delle finestre geminate di una pregevole fattura, è strutturata su tre piani. Le stanze seguenti presentano un interesse particolare: la sala dei ricevimenti con la sua sala monumentale, la cappella, i cui dipinti sono dovuti agli Artari, la sala degli stemmi, dove sono rappresentati gli stemmi delle principali famiglie nobili della Valle d’Aosta, sormontate dallo stemma di Casa Savoia.

Tour de la Plantà

Castelli e torri  -  Gressan

Si tratta di una massiccia costruzione a pianta quadrilatera. Sorgendo su di un terreno pianeggiante, senza difese naturali, la torre aveva una struttura massiccia e mura perimetrali dello spessore di circa 2 metri.
Attualmente è ridotta a rudere.

Chiesa di Sainte-Marie-Magdeleine

Chiese e santuari  -  Gressan

La chiesa di Sainte-Marie-Magdeleine, meglio conosciuta come la Cappella della Madeleine, fu costruita nel XII secolo.

Dal XIV al XVI secolo la parrocchia della Magdeleine visse un momento di massima floridezza culturale e politica. In quei secoli molto importante fu la presenza dei nobili La Tour de Villa che, grazie al loro prestigio e potere, fecero ricostruire la chiesa arricchendola di nuovi affreschi. Nel 1786 la parrocchia cessò di esistere in quanto tale e fu unita alla parrocchia di santo Stefano; dal quel momento in avanti la chiesa fu relegata al rango di cappella.

La chiesa è costituita da un abside ed un campanile in puro stile romanico del XII secolo, sorretto da un caratteristico sperone, entrato a far parte della composizione da almeno due secoli, mentre la navata fu allungata nel 1460. La facciata della chiesa, lato ovest dell’edificio, è interamente ricoperta di affreschi, raffiguranti nell’ordine: la Messa di San Gregorio, con l’apparizione del Cristo dal cui costato sprizza il sangue che va a riempire il calice sull’altare; San Giorgio mentre combatte il drago; il maestoso San Cristoforo in procinto di attraversare un corso d’acqua e recante sulla spalla il Bambino Gesù, e, in basso a destra, le figure di Santa Marta, S. Maria Maddalena e San Lazzaro. Questi dipinti vengono attribuiti al pittore Giacomino d’Ivrea e portano la data del 1463.

Gli affreschi dell’abside e del sottarco, attribuiti sempre a Giacomino da Ivrea rimasero ricoperti da un intonaco di calce e cemento fino al 1938 quando furono portati a nuova luce. La volta dell’abside è occupata per intero dalla raffigurazione del Cristo benedicente, attorniato dai simboli dei quattro evangelisti. Sulle pareti perimetrali dell’abside, sono raffigurati i dodici apostoli e nel sottarco che divide il coro dalla navata, è affrescata in quattordici riquadri la leggenda di Santa Maria Maddalena. Boniface de La Tour fu il generoso mecenate di queste opere d’arte.

Appartengono alla chiesa ma sono ora esposti presso il museo del tesoro della cattedrale di Aosta: un magnifico crocefisso che risale al XII secolo, placcato oro e recante il Cristo coronato in rilievo, ornato da pietre preziose e smalti; una statua policroma rappresentante la Madonna Mater felicis partus del XVII secolo; un grande crocifisso in legno intagliato e dipinto del XVI secolo.

Guarda qui l'immagine 360° dell interno

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Accademia di Sant'Anselmo

Musei  -  Gressan

Fondata nel 1855 per promuovere gli studi storici in Valle d’Aosta, è una prestigiosa sede di documentazione, dotata di un archivio e di una preziosa raccolta di oggetti fra cui monete d’oro e armille in bronzo celtiche, statue lignee medievali, dipinti cinquecenteschi, suppellettili in ceramica e vetro, armi ed armature.

La ricca collezione dell’Accademia è stata trasferita al Castello di Aymavilles per l’esposizione al pubblico, visitabile dal 14 maggio 2022.

La sede dell’accademia a Gressan invece, è visitabile su richiesta, solo per studiosi.

academiestanselme@gmail.com

Maison Gargantua

Musei  -  Gressan

Proprio a ridosso della riserva naturale regionale Côte de Gargantua, sorge l’antico edificio che ospita Maison Gargantua.

Maison Gargantua è al tempo stesso museo etnografico, spazio espositivo, aula didattica, laboratorio di scultura e punto di partenza per un percorso di scoperta del territorio circostante.

Sono infatti due i percorsi suggeriti dalla Maison; uno, all’interno, permette di scoprire gli aspetti naturalistici della riserva naturale e del comprensorio circostante e racconta la vita della comunità nel passato, l’altro, all’esterno, accompagna il visitatore sui sentieri della Côte e del circondario, attraverso due percorsi di lunghezza differente.

Uno sguardo dentro la Maison ci introduce nel mondo della cultura contadina d’altri tempi, attraverso oggetti, fotografie, arredi che ripropongono antichi mestieri, tradizioni e usi, forse ora dimenticati, che ricordano la comunità stessa di Gressan.

(+39) 0165250946
biblioteca@comune.gressan.ao.it

La tornalla di Ozein

Architettura  -  Aymavilles

Nella località Pos del villaggio di Ozein sorge un’antica costruzione con una torre tonda, la Tornalla. Si tratta di una casaforte del XV dotata di una scala a chiocciola che viene anche comunemente chiamala “casa del Vescovo” ma non è chiaro da dove derivi questa definizione.
La costruzione, di proprietà privata, è ormai ridotta a rudere e si raggiunge percorrendo la stradina che si trova sulla sinistra rispetto alla Chiesa di Ozein.

Il ponte-acquedotto romano di Pont-d'Ael

Architettura romana  -  Aymavilles

Ingresso gratuito, per le mamme accompagnate dai figli, l’11 maggio 2025

Prenota e acquista i tuoi biglietti online

In prossimità del villaggio di Pont d’Ael, situato sulla destra della strada che da Aymavilles conduce a Cogne, sorge un ponte-acquedotto di epoca romana sul torrente Grand-Eyvia. Si tratta di una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra da taglio, alta circa 56 metri e lunga più di 50.

Il monumento aveva una funzione di ponte-acquedotto. Si presenta, infatti, suddiviso in due livelli: un condotto superiore pavimentato in grosse lastre litiche squadrate (lo specus) e originariamente impermeabilizzato da apposita malta idraulica, che consentiva il passaggio dell’acqua, e un camminamento inferiore, largo circa un metro e opportunamente aerato ed illuminato, che consentiva il transito di uomini e animali.

Un’iscrizione sul fronte nord consente la datazione all’anno 3 a.C. e ne ricorda il promotore e proprietario, Caius Avillius Caimus originario di Patavium (Padova). Esponente di una facoltosa gens di imprenditori (gli Avilli) che, ormai ben insediatasi anche nel nord-ovest della Cisalpina, possedeva tutti i requisiti sociali ed economici per ambire alla gestione delle locali cave di marmo e per investire in un’attività estrattiva che sicuramente gli avrebbe dato visibilità e guadagno nell’ambito della giovane colonia di Augusta Praetoria.

Molto rari gli esempi noti di acquedotti privati che non siano collegati ad una villa o ad un possedimento terriero; il ponte-acquedotto di Pont d’Ael, infatti, si evidenzia proprio in quanto attinente ad un utilizzo dell’acqua per scopi “industriali”, adducendo l’acqua necessaria all’estrazione e alla lavorazione del marmo bardiglio le cui cave sono state individuate più a valle, in località Pesse del comune di Aymavilles. Questo tipo di marmo presenta un colore che va dal grigio-azzurro al grigio-perla venato e non è difficile riconoscerlo in gran parte dei monumenti pubblici e privati di Aosta romana.

I visitatori, dopo aver transitato nel condotto superiore, entrano nel livello pedonale attraverso l’accesso in sponda sinistra ed escono guadagnando la sponda destra dove una passerella in acciaio riproduce l’antica strada romana di servizio ricavata nella roccia naturale e che oggi in parte non esiste più a causa della natura scistosa e friabile della roccia locale. L’acquisto del biglietto è necessario soltanto nel caso in cui si voglia accedere al passaggio coperto.

(+39) 0165902252
(+39) 0165274363

Castello di Aymavilles

Castelli e torri  -  Aymavilles

Ingresso gratuito, per le mamme accompagnate dai figli, l’11 maggio 2025

Un castello unico nel suo genere che concentra nel suo aspetto esteriore fasi medievali e barocche, frutto delle iniziative architettoniche dei diversi membri della famiglia Challant che nel corso dei secoli hanno adattato l’edificio alle esigenze e al gusto dell’epoca.

Prenota e acquista i tuoi biglietti online

Il castello di Aymavilles è situato nell’omonimo comune in Valle d’Aosta, su una collina circondata da vigneti lungo la strada per Cogne.
Il castello è stato oggetto di un lungo e articolato intervento di recupero iniziato nel 2000, che ha coinvolto molteplici professionalità per la progettazione, gli studi e le ricerche storiche, le indagini archeologiche e i restauri.
Il restauro ha interessato sia la struttura architettonica che gli apparati decorativi interni, riuscendo a valorizzare le particolarità delle diverse campagne edilizie e dei numerosi rimaneggiamenti avvenuti nei secoli.
Numerosi aneddoti, sorprese e curiosità sono emersi dal passato durante le ricerche d’archivio e nel corso dei lavori, oggi tutti visibili durante il percorso di visita.

La storia

La prima citazione del castello risale al maggio 1207. Il castello inizia a subire notevoli trasformazioni a partire dal XIV secolo, con il passaggio agli Challant, importante famiglia nobile della Valle d’Aosta.
Nel corso del XV secolo il castello è arricchito dalle quattro torri angolari, da una doppia cinta muraria e dalla costruzione dell’ultimo piano.
Una grande campagna costruttiva risale all’epoca di Joseph-Félix de Challant quando, tra il 1713 e il 1728, gli spazi compresi tra le quattro torri angolari sono impreziositi dalle logge, decorate con eleganti elementi a stucco, mentre gli interni della dimora vengono trasformati notevolmente e resi più confortevoli.
La creazione del parco a terrazzamenti contribuisce a dare al castello l’aspetto di una moderna residenza signorile immersa nel verde, perdendo completamente quello della fortezza difensiva medievale.
Nel corso dei secoli XIX e XX, in seguito ai diversi passaggi di proprietà, il castello subisce numerosi rimaneggiamenti interni, legati al suo utilizzo dapprima come casa museo per volontà dell’ultimo discendente di casa Challant, Vittorio Cacherano della Rocca e in seguito per le villeggiature estive da parte di famiglie piemontesi e liguri. Nel 1970 il castello entra a far parte dei beni della Regione autonoma Valle d’Aosta.
Lo spazio verde del castello si estende su terrazzamenti degradanti verso il paese e fiancheggia, con la sua forma a promontorio circolare, le collinette circostanti adibite alla coltura dei vigneti. In primavera e in estate ospita eventi e concerti.
Appartengono alle pertinenze del castello le grandze, un tempo utilizzate per scopi agricoli, e le scuderie, quest’ultime oggi adibite a biglietteria.

La visita

Il percorso museale
La visita guidata e le installazioni multimediali permettono di scoprire la storia del castello attraverso le fasi salienti della sua trasformazione, legate alle diverse famiglie che lo hanno abitato.
Il percorso museale si snoda su quattro livelli:

  • Livello Ila storia delle famiglie che si sono avvicendate nel castello: al piano terreno le sale illustrano le vicende della casata Challant e dei Bombrini, ultimi proprietari del castello prima dell’acquisto da parte della Regione autonoma Valle d’Aosta
  • Livello IIil collezionismo ottocentesco, da Vittorio Cacherano della Rocca Challant alla collezione della Accademia di Sant’Anselmo: al primo piano il grande salone rappresenta il punto di snodo tra la storia del castello e la nascita della raccolta della associazione culturale valdostana nel XIX secolo a cui sono dedicate tutte le stanze di questa sezione
  • Livello IIIle stanze di Madama Giovane e la collezione della Accademia di Sant’Anselmo: l’esposizione convive con le testimonianze di vita quotidiana al castello nell’Ottocento
  • Livello IVle fasi evolutive del castello e il soffitto ligneo del Quattrocento: il sottotetto, integrandosi con le testimonianze architettoniche ancora visibili, illustra le trasformazioni dell’edificio nel corso dei secoli con il supporto di tecnologie multimediali.
(+39) 0165906040

Cappella di San Grato a Vieyes

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di San Grato, già menzionata nel 1693, fu sostituita nel 1855 dall’edificio attuale. Nel 1845 mons. Jourdain vi istituì una rettoria

0165.902229

Cappella di Santa Barbara e San Teodulo a Ozein

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di Santa Barbara e San Teodulo, a Ozein, è già menzionata nel 1454.

La cappella attuale risale al XVIII secolo, mentre il campanile pare del XVI. Ogni anno, nel mese di agosto, la statua di San Teodulo viene portata in processione addobbata di grappoli d’uva, per invocare un raccolto abbondante.

0165.902229

Cappella di Sant'Andrea a Pont d'Ael

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di Sant’Andrea, nel raccolto villaggio di Pont D’Ael, conosciuto per il suo spettacolare ponte acquedotto romano, è già menzionata nel 1693, ma è certamente più antica.

Il villaggio si trova lungo il percorso escursionistico Cammino Balteo.

0165.902229

Cappella di Sant'Anna a Cérignan

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di Sant’Anna, a Cerignan, risale al 1749. La sua costruzione fu finanziata dagli abitanti del villaggio, che ai tempi distava quasi due ore dalla chiesa madre di Aymavilles, per poter invocare la protezione della santa e ricevere i sacramenti in caso di malattia.

Nel 1819 la cappella era ancora in buono stato secondo in resoconto del curato Creux che parla delle due campane che ne decoravano il tetto. Ma un secolo più tardi l’edificio versava in pessime condizioni e il curato Touscoz non fu in grado di intraprendere i lavori di recupero.
La cappella fu restaurata nel 1931 ancora una volta grazie ad offerte private.

0165.902229

Chiesa di Saint-Léger

Chiese e santuari  -  Aymavilles

Appena a monte dell’abitato di Aymavilles, lungo la strada che conduce a Cogne, e lungo il percorso escursionistico del Cammino Balteo, si trova la chiesa di Saint-Léger, che risale, nelle sue forme attuali, al 1762.

Viene menzionata in una bolla del papa Eugenio III del 1145, tra le dipendenze della prevostura di Saint Gilles di Verrès. Nel 1424 fu da questa alienata al vescovo di Aosta.

La caratteristica facciata a trompe l’oeil fu dipinta nel 1856-1857 dal pittore Grange: al centro il martirio di san Leodegario, o Léger, ed ai lati i santi Giuseppe, Germano, Grato e Leonardo.

L’altare maggiore fu realizzato nel 1856 dallo scultore Freydoz, di Brusson.. L’organo fu costruito nel 1848 da G. N. Cesa.

Dell’epoca medievale si conserva il campanile, una bella torre quadrata qualche metro dalla chiesa, con guglia a forma di piramide ottagonale. Nella cella campanaria è collocata la più antica campana datata della Valle d’Aosta: fusa nel 1372 e dedicata alla Vergine Maria, reca l’iscrizione Ave Maria gratia plena, Dominus tecum. A.D. MCCCLXXII.

La cripta
Una delle più antiche della Valle d’Aosta, risale nella sua parte originaria all’ultimo quarto del X secolo. Successivamente ingrandita, doveva presentare tre navate (una sarebbe andata distrutta o inglobata nel muro settentrionale della chiesa attuale).

(+39)0165.923023
(+39) 016575301
info@grand-paradis.it

Chiesa Parrocchiale di Saint-Martin

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La chiesa di San Martino, oggi parrocchiale di Cristo Re, si trova nel cuore del capoluogo di Aymavilles. In passato era una delle due parrocchie di Aymavilles, insieme a quella di Saint-Léger (san Leodegario), fino alla loro unificazione attuata nel 1926 sotto il titolo di “Cristo Re”.

Menzionata per la prima volta in una bolla del papa Alessandro III del 20 aprile 1176 tra le dipendenze del vescovo di Aosta, la chiesa medioevale fu ricostruita nel 1724 utilizzando materiale proveniente dalla demolizione del castello di Allian.

Sulla facciata, un affresco del 1968 (Nino Pirlato), raffigura il Cristo tra san Leodegario e san Martino.
La torre campanaria nasconderebbe, sotto lo strato di intonaco ottocentesco e la cuspide a calotta semisferica, forme romaniche.

L’altare maggiore fu realizzato dai fratelli Giuseppe e Giacomo Ferrario, scultori di Arzo (Lugano), negli anni 1764-1766; l’organo (1881) è dei fratelli Collino. Interessanti le vetrate che raffigurano alcuni santi.

0165902229

I "Trouveur Valdotèn"

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Aymavilles

Il gruppo si è formato circa 20 anni fa intorno ad alcune persone particolarmente interessate alla ricerca di canti e melodie tradizionali del territorio valdostano e delle regioni limitrofe francofone appartenenti alla stessa area culturale (Savoia, Vallese, valli del Piemonte occidentale). Gli strumenti usati appartengono anch’essi alla tradizione locale: organetto, violino, ghironda, flautini e percussioni varie (soprattutto in legno, osso e pelle).
Il repertorio proposto comprende canti in francese (lingua storica e, insieme all’italiano, lingua ufficiale della Regione) e in “patois” (lingua francoprovenzale tuttora parlata in Valle d’Aosta) nonché brani da ballo, tra cui monferrine, scottish e gighe.
I “Trouveur Valdotèn”, molto attivi sia a livello locale che internazionale, avendo partecipato a numerosissime iniziative musicali un po’ ovunque, hanno pubblicato finora tre raccolte.

0165.902245

Castello di Charvensod

Castelli e torri  -  Charvensod

Costruito nel XIV secolo, appartenne ai Vescovi di Aosta, che vi si ritiravano per riposare e meditare, fino alla metà dell’Ottocento.

Attualmente ridotto a rudere, oggi restano visibili, nei pressi della chiesa parrocchiale di Santa Colomba, alcuni resti della cinta e una torretta circolare.

Chiesa di Santa Colomba

Chiese e santuari  -  Charvensod

L’attuale chiesa parrocchiale di Santa Colomba, risalente al 1622, è stata sopraelevata e ampliata nel 1830-1831. Il suo altare maggiore, in legno dorato e intagliato, risale presumibilmente al XVIII secolo, come i due altari laterali, dedicati al Rosario e a Sant’Antonio.
Tra gli oggetti di arte sacra spiccano un reliquario in rame argentato e dorato e una croce astile in lamina argentata, entrambi del XV secolo.

Storia
La parrocchia di Charvensod viene citata già in un documento del 2 giugno 1180 con il quale il vescovo di Aosta la cede alla prevostura di Verrès. Nel 1248 o 1249 torna a far parte del vescovado di Aosta.

Nel 1308, il vescovo Emerico I di Quart assegna al vicario una rendita proveniente da censi e terreni attigui al palazzo episcopale (castello di Charvensod), che si trovava vicino alla chiesa stessa. Di quest’ultimo rimangono solo i resti di una torretta circolare nell’angolo nord-ovest del muro di cinta.

(+39) 0165.239176

Basilica paleocristiana di San Lorenzo

Archeologia  -  Aosta

Ingresso gratuito, per le mamme accompagnate dai figli, l’11 maggio 2025

Sito incluso nel biglietto cumulativo Aosta archeologica

Sotto l’antica chiesa parrocchiale del Borgo, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce la basilica cruciforme paleocristiana, indicata come Concilium Sanctorum , Assemblea dei Santi, perché eretta sulle tombe dei primi martiri, sepolti nell’area cimiteriale romana, sorta a sua volta su un insediamento funerario protostorico.
All’interno sono visibili parti delle strutture liturgiche, la piattaforma reliquiaria con i sepolcri dei tre vescovi vissuti tra il V e il VI sec. (Grato, Agnello, Gallo) ed altri vani tombali databili tra V e VIII sec.

(+39) 3496429216

Cimitero di Sant'Orso

Archeologia  -  Aosta

Nel vecchio cimitero del Borgo di Sant’Orso sono sepolte numerose personalità della cultura, della scienza e della politica valdostana, decedute tra la prima metà dell’Ottocento ed i primi decenni del XX secolo. Vi sorge una cappella neogotica costruita verso la metà del XIX secolo dai Conti Crotti di Castigliole che vi avevano la loro tomba di famiglia.

Nel Novecento il cimitero venne abbandonato come luogo di sepoltura a favore del cimitero aostano di viale Piccolo San Bernardo. L'antico cimitero è visitabile in alcuni periodi grazie all'assocaizione Amis du cimetière du Bourg.

(+39) 3337432902
amisducimetieredubourg@gmail.com

Mega Museo - Area megalitica di Aosta

Archeologia  -  Aosta

Ingresso gratuito, per le mamme accompagnate dai figli, l’11 maggio 2025

Prenota e acquista i tuoi biglietti online

Uno dei più interessanti siti archeologici della preistoria in Europa ma anche un luogo dove la storia ha continuato a lasciare testimonianze anche nei secoli successivi.  Vieni ad Aosta ed approfitta delle iniziative e delle visite guidate del museo e scopri tutte le novità del recente e moderno allestimento.

Il sito archeologico

L’area, riportata alla luce nel 1969, si estende per circa un ettaro e rivela uno dei più interessanti siti archeologici della preistoria in Europa: significative testimonianze di quasi cinque millenni di storia, dai momenti finali del Neolitico ai giorni nostri.
Il termine area megalitica è stato utilizzato per definire sinteticamente il ritrovamento di Aosta, che non presenta finora riscontri, all’infuori di quello, seppur parziale, con il sito di Sion, Petit-Chasseur, in Svizzera.

Per “area megalitica” si intende una porzione di terreno, più o meno estesa ma ben delimitabile, nella quale sono presenti testimonianze monumentali megalitiche multiple e di tipo diverso.
Non si tratta, infatti, di un semplice allineamento di menhir o di stele antropomorfe, oppure di una necropoli o di singole tombe dolmeniche: i ritrovamenti mostrano invece l’esistenza di un’area sacra destinata sin dall’inizio a essere sede di ricorrenti manifestazioni legate al culto e alla sepoltura.

Sono state individuate cinque fasi strutturali che, a partire dal Neolitico recente (fine del V millennio a.C.) e attraverso tutta l’Età del Rame (IV-III millennio a.C.), giunge all’Età del Bronzo (II millennio a.C.).

Configurata dapprima come un santuario all’aperto destinato al culto dei viventi, l’area assume solo negli ultimi secoli del III millennio funzioni funerarie, divenendo una necropoli privilegiata, con tombe monumentali di varia tipologia megalitica.
In ordine cronologico è possibile apprezzare: le tracce di un’aratura propiziatoria (fine V millennio a.C.) seguita dalla creazione di pozzi allineati sul cui fondo trovano posto offerte quali macine unite a resti frutti e cereali.

In un momento successivo (inizi del III millennio a.C.) si ha l’allineamento di almeno 24 pali totemici in legno orientati da Nord Est a Sud Ovest progressivamente affiancati e poi sostituiti da più di 46 imponenti stele antropomorfe, prima vera manifestazione del megalitismo in quest’area, magistrali capolavori della statuaria preistorica.

La destinazione d’uso dell’area si fa nettamente funeraria con la costruzione delle prime tombe megalitiche, probabilmente occupate da membri di eminenti famiglie della comunità, costruite totalmente fuori terra. Protagonista esemplare è la cosiddetta “Tomba 2”, eretta su un’insolita piattaforma triangolare di pietrame, utilizzata per quasi un millennio come sepoltura collettiva ospitante i resti di ben 39 individui.

Il museo

Visitare il museo comporta una discesa temporale dall’odierno alla preistoria: lungo un tragitto costellato da immagini riferite alla storia umana, le passerelle dall’ingresso del museo conducono il visitatore al livello del sito archeologico vero e proprio (a circa 6 metri sotto il livello stradale).

Si apre allo sguardo un ambiente grandioso: attraversando la dimensione del tempo, i toni delle luci colorano l’atmosfera che avvolge i reperti archeologici, il dolmen, le stele abbattute, le piattaforme, le tracce delle arature. La visita è un continuo affaccio sul sito archeologico, in una sorta di costante dialogo “interno-museo / esterno-sito”.
Spiegazioni, approfondimenti e interpretazioni sono disponibili su apparati didattici e multimediali.

Da non perdere:

  • la suggestiva Rampa del Tempo arricchita da elementi tridimensionali
  • la sorprendente Sala immersiva
  • la Grande Sala delle Stele dove ammirare 46 stele antropomorfe ritrovate nel sito.
  • La sezione dedicata alla Protostoria che illustra i grandi cambiamenti verificatisi nell’area all’inizio del II millennio a.C., quando la funzione agricola prende il sopravvento su quella funeraria: si possono osservare numerose orme umane impresse nel terreno arato ritrovate in occasione dei più recenti scavi archeologici. In questo spazio, inoltre, si apprezza il grande tumulo funerario dell’Età del Ferro (I millennio a.C.) con il suo piano di calpestio originale.
  • al piano superiore protagonista è l’epoca romana declinata in due sezioni: una dedicata alla vita quotidiana in ambiente rustico, e l’altra alle necropoli scavate nel corso degli anni lungo la strada, al di sotto della chiesa parrocchiale e della scuola materna: si trovano 20 tombe connotate da corredi ricchissimi, nonché da pratiche e rituali funerari molto diversi tra loro per cronologia e tipologia.
  • conclude il percorso la sezione medievale che presenta le testimonianze gravitanti intorno alla chiesetta romanica di Saint Martin.

Presenti anche un ampio spazio relax, un'area dedicata ad esposizioni temporanee e una sala conferenze di 160 posti.

 

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Acquedotto Grand Arvou

Architettura  -  Aosta

Sopra Aosta, nella frazione Porossan, in località Chiou, si trova questo maestoso ponte-acquedotto, situato sul canale “ru Prévôt”. Si tratta di una spettacolare costruzione in muratura di pietrame e calce, parzialmente intonacata, lunga circa 70 metri, che permette al canale di superare il sottostante vallone percorso dal torrente Parléaz, tra le località Neyves e Serod (Porossan) di Aosta. Il ponte ha l’aspetto di un maestoso edificio e questo sia perché dotato di un tetto di copertura in lose, sia per la presenza di alcune finestrelle che illuminano l’interno permettendone l’ispezione.

I “rus” sono opere di canalizzazione per portare l’acqua nelle zone più aride della regione.
Questa fitta rete di canali, la più completa e organizzata della catena alpina, è riconducibile al Medioevo, fra l’inizio del XIII e la fine del XV secolo, quando il clima caldo e asciutto e la scarsità delle precipitazioni resero necessarie nuove strutture irrigue. I rus, passando attraverso boschi, pascoli e colline, scendono fino alla vallata centrale, convogliando verso gli abitati l’acqua attinta dall’alto corso dei torrenti, rendendo fertili i costoni montuosi.

Il Ru Prévôt prende il nome dal prevosto della Cattedrale Enrico di Quart che lo fece edificare nel 1288 e comprende nel suo tracciato l’acquedotto di Porossan, lungo 70 metri, definito dall’abbé Henry, storico, scrittore e alpinista, “uno dei più bei monumenti che ci abbia conservato il Medioevo”.