Patrimonio culturale: Aosta

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Basilica paleocristiana di San Lorenzo

Archeologia  -  Aosta

Ingresso gratuito, per le mamme accompagnate dai figli, l’11 maggio 2025

Sito incluso nel biglietto cumulativo Aosta archeologica

Sotto l’antica chiesa parrocchiale del Borgo, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce la basilica cruciforme paleocristiana, indicata come Concilium Sanctorum , Assemblea dei Santi, perché eretta sulle tombe dei primi martiri, sepolti nell’area cimiteriale romana, sorta a sua volta su un insediamento funerario protostorico.
All’interno sono visibili parti delle strutture liturgiche, la piattaforma reliquiaria con i sepolcri dei tre vescovi vissuti tra il V e il VI sec. (Grato, Agnello, Gallo) ed altri vani tombali databili tra V e VIII sec.

(+39) 3496429216

Cimitero di Sant'Orso

Archeologia  -  Aosta

Nel vecchio cimitero del Borgo di Sant’Orso sono sepolte numerose personalità della cultura, della scienza e della politica valdostana, decedute tra la prima metà dell’Ottocento ed i primi decenni del XX secolo. Vi sorge una cappella neogotica costruita verso la metà del XIX secolo dai Conti Crotti di Castigliole che vi avevano la loro tomba di famiglia.

Nel Novecento il cimitero venne abbandonato come luogo di sepoltura a favore del cimitero aostano di viale Piccolo San Bernardo. L'antico cimitero è visitabile in alcuni periodi grazie all'assocaizione Amis du cimetière du Bourg.

(+39) 3337432902
amisducimetieredubourg@gmail.com

Mega Museo - Area megalitica di Aosta

Archeologia  -  Aosta

Ingresso gratuito, per le mamme accompagnate dai figli, l’11 maggio 2025

Prenota e acquista i tuoi biglietti online

Uno dei più interessanti siti archeologici della preistoria in Europa ma anche un luogo dove la storia ha continuato a lasciare testimonianze anche nei secoli successivi.  Vieni ad Aosta ed approfitta delle iniziative e delle visite guidate del museo e scopri tutte le novità del recente e moderno allestimento.

Il sito archeologico

L’area, riportata alla luce nel 1969, si estende per circa un ettaro e rivela uno dei più interessanti siti archeologici della preistoria in Europa: significative testimonianze di quasi cinque millenni di storia, dai momenti finali del Neolitico ai giorni nostri.
Il termine area megalitica è stato utilizzato per definire sinteticamente il ritrovamento di Aosta, che non presenta finora riscontri, all’infuori di quello, seppur parziale, con il sito di Sion, Petit-Chasseur, in Svizzera.

Per “area megalitica” si intende una porzione di terreno, più o meno estesa ma ben delimitabile, nella quale sono presenti testimonianze monumentali megalitiche multiple e di tipo diverso.
Non si tratta, infatti, di un semplice allineamento di menhir o di stele antropomorfe, oppure di una necropoli o di singole tombe dolmeniche: i ritrovamenti mostrano invece l’esistenza di un’area sacra destinata sin dall’inizio a essere sede di ricorrenti manifestazioni legate al culto e alla sepoltura.

Sono state individuate cinque fasi strutturali che, a partire dal Neolitico recente (fine del V millennio a.C.) e attraverso tutta l’Età del Rame (IV-III millennio a.C.), giunge all’Età del Bronzo (II millennio a.C.).

Configurata dapprima come un santuario all’aperto destinato al culto dei viventi, l’area assume solo negli ultimi secoli del III millennio funzioni funerarie, divenendo una necropoli privilegiata, con tombe monumentali di varia tipologia megalitica.
In ordine cronologico è possibile apprezzare: le tracce di un’aratura propiziatoria (fine V millennio a.C.) seguita dalla creazione di pozzi allineati sul cui fondo trovano posto offerte quali macine unite a resti frutti e cereali.

In un momento successivo (inizi del III millennio a.C.) si ha l’allineamento di almeno 24 pali totemici in legno orientati da Nord Est a Sud Ovest progressivamente affiancati e poi sostituiti da più di 46 imponenti stele antropomorfe, prima vera manifestazione del megalitismo in quest’area, magistrali capolavori della statuaria preistorica.

La destinazione d’uso dell’area si fa nettamente funeraria con la costruzione delle prime tombe megalitiche, probabilmente occupate da membri di eminenti famiglie della comunità, costruite totalmente fuori terra. Protagonista esemplare è la cosiddetta “Tomba 2”, eretta su un’insolita piattaforma triangolare di pietrame, utilizzata per quasi un millennio come sepoltura collettiva ospitante i resti di ben 39 individui.

Il museo

Visitare il museo comporta una discesa temporale dall’odierno alla preistoria: lungo un tragitto costellato da immagini riferite alla storia umana, le passerelle dall’ingresso del museo conducono il visitatore al livello del sito archeologico vero e proprio (a circa 6 metri sotto il livello stradale).

Si apre allo sguardo un ambiente grandioso: attraversando la dimensione del tempo, i toni delle luci colorano l’atmosfera che avvolge i reperti archeologici, il dolmen, le stele abbattute, le piattaforme, le tracce delle arature. La visita è un continuo affaccio sul sito archeologico, in una sorta di costante dialogo “interno-museo / esterno-sito”.
Spiegazioni, approfondimenti e interpretazioni sono disponibili su apparati didattici e multimediali.

Da non perdere:

  • la suggestiva Rampa del Tempo arricchita da elementi tridimensionali
  • la sorprendente Sala immersiva
  • la Grande Sala delle Stele dove ammirare 46 stele antropomorfe ritrovate nel sito.
  • La sezione dedicata alla Protostoria che illustra i grandi cambiamenti verificatisi nell’area all’inizio del II millennio a.C., quando la funzione agricola prende il sopravvento su quella funeraria: si possono osservare numerose orme umane impresse nel terreno arato ritrovate in occasione dei più recenti scavi archeologici. In questo spazio, inoltre, si apprezza il grande tumulo funerario dell’Età del Ferro (I millennio a.C.) con il suo piano di calpestio originale.
  • al piano superiore protagonista è l’epoca romana declinata in due sezioni: una dedicata alla vita quotidiana in ambiente rustico, e l’altra alle necropoli scavate nel corso degli anni lungo la strada, al di sotto della chiesa parrocchiale e della scuola materna: si trovano 20 tombe connotate da corredi ricchissimi, nonché da pratiche e rituali funerari molto diversi tra loro per cronologia e tipologia.
  • conclude il percorso la sezione medievale che presenta le testimonianze gravitanti intorno alla chiesetta romanica di Saint Martin.

Presenti anche un ampio spazio relax, un'area dedicata ad esposizioni temporanee e una sala conferenze di 160 posti.

 

(+39) 0165552420
beniculturali@regione.vda.it

Acquedotto Grand Arvou

Architettura  -  Aosta

Sopra Aosta, nella frazione Porossan, in località Chiou, si trova questo maestoso ponte-acquedotto, situato sul canale “ru Prévôt”. Si tratta di una spettacolare costruzione in muratura di pietrame e calce, parzialmente intonacata, lunga circa 70 metri, che permette al canale di superare il sottostante vallone percorso dal torrente Parléaz, tra le località Neyves e Serod (Porossan) di Aosta. Il ponte ha l’aspetto di un maestoso edificio e questo sia perché dotato di un tetto di copertura in lose, sia per la presenza di alcune finestrelle che illuminano l’interno permettendone l’ispezione.

I “rus” sono opere di canalizzazione per portare l’acqua nelle zone più aride della regione.
Questa fitta rete di canali, la più completa e organizzata della catena alpina, è riconducibile al Medioevo, fra l’inizio del XIII e la fine del XV secolo, quando il clima caldo e asciutto e la scarsità delle precipitazioni resero necessarie nuove strutture irrigue. I rus, passando attraverso boschi, pascoli e colline, scendono fino alla vallata centrale, convogliando verso gli abitati l’acqua attinta dall’alto corso dei torrenti, rendendo fertili i costoni montuosi.

Il Ru Prévôt prende il nome dal prevosto della Cattedrale Enrico di Quart che lo fece edificare nel 1288 e comprende nel suo tracciato l’acquedotto di Porossan, lungo 70 metri, definito dall’abbé Henry, storico, scrittore e alpinista, “uno dei più bei monumenti che ci abbia conservato il Medioevo”.

Casa di Sant'Anselmo

Architettura  -  Aosta

La tradizione vuole che questo edificio, ubicato in via Sant’Anselmo 66, abbia visto nascere Anselmo d’Aosta (1033 – 1109), che sarebbe diventato abate del monastero di Bec in Normandia e poi arcivescovo di Canterbury in Inghilterra.
Anselmo d’Aosta è famoso come teologo e filosofo; il suo nome è in particolare legato alla prova “ontologica” dell’esistenza di Dio.

Proprietà privata - non visitabile.

Hôtel des Etats

Architettura  -  Aosta

È l’appendice occidentale (a sinistra, guardando la facciata) del palazzo del Municipio di Aosta. L’edificio è stato eretto nel 1724 (è quindi antecedente al Municipio); in esso si svolgevano le sedute dell’Assemblea Generale degli Stati, presieduta dal Vescovo e dal Balivo, si riuniva il “Conseil des Commis” ed avevano sede gli archivi del Ducato di Aosta.

Attualmente il palazzo ospita alcuni uffici comunali, nonché esposizioni temporanee.

Sito non accessibile ai disabili.

Municipio - Hôtel de Ville

Architettura  -  Aosta

Il grande palazzo porticato in stile neoclassico fu costruito nel 1839 sul sito del convento francescano dei Cordeliers, gravemente danneggiato dalle truppe rivoluzionarie francesi.
Le due fontane ottocentesche sulla facciata simboleggiano i due corsi d’acqua della città, la Dora Baltea e il Buthier.
La piazza antistante, oggi dedicata a Emile Chanoux, martire della Resistenza, fu ricavata demolendo la chiesa di San Francesco, annessa al convento.
In orario di apertura degli uffici comunali, si possono visitare lo scalone e l’atrio, in cui si trova un pregevole plastico della Valle d’Aosta.

Palazzo Ansermin

Architettura  -  Aosta

Edificio, ricco di elementi architettonici degni di nota, situato in via Porta Praetoria 42-52, ma accessibile anche da piazza Plouves.
E’ stato costruito all’inizio del XVIII secolo da François René di Nus (era infatti chiamato “Palazzo dei baroni di Nus”).

La proprietà passò nel 1800 alla famiglia Ansermin.
Durante la costruzione dell’Hôtel de Ville (1836 – 1842) il palazzo ospitò gli uffici amministrativi della città di Aosta.

Privato - visitabile l’androne

Palazzo Roncas

Architettura  -  Aosta

Situato sulla piazza omonima, il palazzo fu fatto costruire nel 1606 da Pierre-Léonard Roncas, primo segretario di stato del Duca di Savoia Carlo Emanuele I. Divenne in seguito sede dell’amministrazione sabauda, di sottoprefettura in età napoleonica e di intendenza.
Le volte dell’atrio, dello scalone e del loggiato che si affacciano sul cortile interno sono decorate con affreschi di scuola italiana, raffiguranti scene mitologiche, naturalistiche e con segni dello zodiaco, di gusto manieristico.

Il palazzo, in passato sede del comando del Gruppo Carabinieri di Aosta, non è visitabile

Palazzo Vescovile

Architettura  -  Aosta

Sito in Via des Sales n° 3, il palazzo vescovile, restaurato alla fine del XIX secolo, è collegato con la Cattedrale di Santa Maria Assunta per mezzo di una galleria, iniziata nel 1667 e terminata circa un secolo più tardi.
Nel salone detto “di Cognia” si tennero, tra il 1222 e il 1466, le Udienze Generali, un’ istituzione di giustizia tenuta periodicamente dai duchi di Savoia.
In un’altra sala sono invece conservati medaglioni affrescati con i ritratti dei vescovi aostani.

Arco di Augusto

Architettura romana  -  Aosta

Appena passato il ponte sul torrente Buthier, lungo la strada che portava alla monumentale Porta Praetoria, principale via di accesso alla città romana, fu innalzato l’arco onorario dedicato all’imperatore Augusto
Si trattava di un segno eloquente della presenza e della potenza di Roma che nel 25 a.C. aveva definitivamente sconfitto il popolo dei Salassi e fondato la nuova colonia.

L’arco, che si caratterizza per la sua severa imponenza, tipica dell’architettura del tardo periodo repubblicano, è a un solo fornice a tutto sesto, largo metri 8,29 come la strada che lo attraversava. I pilastri che lo fiancheggiano presentano ai quattro angoli delle semicolonne su basi attiche sormontate da capitelli corinzi, le stesse che scompartiscono le facciate e i lati. In origine queste superfici erano interrotte dai rilievi con probabile figurazione a trofei che erano collocati nelle quattro nicchie della facciata.

Una trabeazione dorica a triglifi e metope chiude in alto quel che rimane del monumento, da secoli privo dell’attico sul quale era apposta, a lettere di bronzo, l’iscrizione dedicatoria. Nel medioevo l’Arco era denominato “Saint-Vout” da una immagine del Salvatore che vi era stata collocata e sostituita in seguito col Crocifisso. Nel 1716 il Conseil des Commis decise di preservare il monumento dalle infiltrazioni d’acqua ricoprendolo con un tetto d’ardesia. L’Arco fu definitivamente restaurato dal negli anni 1912-1913; uno scavo nelle sue vicinanze, risalente ai primi anni del ’900, portò alla luce due grandi lettere in bronzo dorato, con tutta probabilità appartenenti all’iscrizione dedicatoria.

  • Monumento simbolo della città di Aosta
  • Uno dei punti di partenza per la visita a piedi della città

Area funeraria fuori Porta Decumana

Architettura romana  -  Aosta

Avviso: chiusa temporaneamente per lavori

Questa importante necropoli di epoca romana si trova a circa 200 metri dalla Porta Decumana, lungo la strada che conduceva alla Alpis Graia (colle del Piccolo San Bernardo).
È un rinvenimento analogo a quello di altre necropoli site presso la Porta Praetoria e la Porta Principalis Sinistra, altri accessi ad Augusta Praetoria (Aosta).
Il sito ha avuto un lungo periodo d’uso, dal I secolo d.C. fino alla fine del primo millennio, quando iniziò il progressivo abbandono. La necropoli è stata quindi usata sia in epoca romana sia in epoca paleocristiana; era abbastanza usuale la compresenza di sepolture pagane e cristiane, così come molto simili erano i riti legati al culto dei defunti.
Nell’area troviamo tre mausolei con destinazione funeraria ad aula rettangolare, noti come cellae memoriae , risalenti al IV secolo. Una basilica paleocristiana , la cui datazione va dalla fine del IV a tutto il V secolo, ha evidenti somiglianze con edifici cristiani analoghi sorti su necropoli romane fuori le mura, quali la Chiesa di San Lorenzo e la Chiesa di Santo Stefano.

  • Ingresso gratuito
  • Accesso solo su prenotazione
(+39) 0165.275911

Criptoportico forense

Architettura romana  -  Aosta

Ingresso gratuito, per le mamme accompagnate dai figli, l’11 maggio 2025

Sito incluso nel biglietto cumulativo Aosta archeologica

Si è molto discusso sulla specifica destinazione di questo monumento che è datato all’epoca augustea; suo scopo principale era di costituire una struttura di contenimento e di regolarizzazione del terreno che in quella zona della città doveva essere in leggera pendenza da nord a sud e creava un dislivello tra l’area sacra e l’adiacente platea forense. Oltre a questa sicura funzione strutturale, è stata nel tempo avanzata l’ipotesi che la parte seminterrata potesse servire da magazzino e da granaio militare (horreum), ma in seguito agli ultimi studi ci si sente di escludere radicalmente tale destinazione d’uso, sia per l’aspetto strutturale del monumento, sia per la sua particolare ubicazione, sia in seguito al confronto con altri esemplari analoghi. Il colonnato marmoreo (porticus triplex) che lo sovrastava (ormai distrutto e del quale non rimangono evidenze archeologiche in situ) fungeva invece da scenografica cornice ai due originari templi gemelli della terrazza sacra.

Ci troviamo qui nel settore nord del complesso forense di età romana, proprio di fronte all’ingresso della Cattedrale, in corrispondenza di un’area sacra sopraelevata, a sua volta divisa da quella a destinazione civile e commerciale (piazza Severino Caveri), grazie al passaggio di un decumano minore, all’incirca corrispondente all’attuale via Mons. De Sales.

Dal punto di vista tecnico-planimetrico il criptoportico di Aosta si articola in tre bracci disposti a ferro di cavallo e internamente divisi in due navate voltate a botte con una sequenza centrale di archi ribassati. I due bracci laterali misurano m 71,80; quello centrale, più esteso, raggiunge una lunghezza interna di m 87,10.

In origine due accessi monumentali dovevano aprirsi alle estremità delle ali laterali aprendosi ai lati della scalinata centrale.
Le gallerie sono illuminate da una serie di finestrelle strombate che assicurano anche un idoneo ricambio d’aria; nel corso dell’anno la temperatura all’interno del criptoportico si mantiene costante.

Confrontato con tutti quei casi, vecchi e nuovi, italici e provinciali, che la letteratura archeologica ha definito e continua a definire come esempi di criptoportico pubblico, in particolar modo forense, anche l’esemplare aostano potrebbe essere interpretabile come una struttura di prestigio legata tanto al culto imperiale, quanto all’autocelebrazione dei notabili locali così come delle corporazioni religiose o professionali cittadine.
E’ pertanto legittimo supporre che i criptoportici possano essere letti come ambienti dotati di una funzione politico-liturgica particolare: una sorta di luogo “cerniera” tra il sacro (l’area sacra e i relativi edifici templari) ed il profano (cioè la vera e propria “pubblica piazza”).

Come sembrano poi documentare alcune carte medievali, le strutture del Criptoportico continuarono ad essere utilizzate anche nei secoli successivi, quando vennero trasformate in cantine e denominate, per consuetudine popolare, “Marché des Romains”.

  • Uno dei monumenti sotterranei romani meglio conservati
  • Interessante il video che ricostruisce le fasi della sua costruzione
  • Nel cuore del centro pedonale di Aosta
(+39) 3357981505

La cinta muraria

Architettura romana  -  Aosta

La cinta muraria di Augusta Praetoria formava un rettangolo di 727 m per 574 ed era costituita da uno strato interno di ciottoli fluviali e malta e uno esterno di blocchi di travertino.
Tratti in cui sono ancora ben visibili: via Hotel des Monnaies, via Carducci, via Carrel (in corrispondenza della stazione degli autobus), via Monte Solarolo, via Abbé Chanoux. In via Festaz, specialmente al suo incrocio con via Vevey, si possono vedere le brecce aperte nelle mura per il passaggio delle moderne vie cittadine.

Le Torri

Architettura romana  -  Aosta

Le torri erano due per ogni porta, quattro angolari, piu altre otto: venti in tutto. Per il loro numero, per la forte sporgenza verso l’esterno e per il risalto dato loro da un doppio ordine di finestrelle arcuate poste su tutti e quattro i lati, bisogna pensare che la loro funzione fosse anche quella di fungere da elemento decorativo: la cinta muraria, infatti, non era stata costruita solo con un intento difensivo, ma pure col desiderio di creare una delimitazione monumentale dell’area urbana.
Nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, Aosta conobbe una fase di abbandono e di forte declino; nel corso del medioevo gli abitanti tornarono a poco a poco, le abitazioni si strinsero lungo le vie principali e i nobili appoggiarono le loro case forti e i loro castelli alle vecchie mura. Molti bastioni furono adattati a dimora feudale, e alcune torri sopraelevate e trasformate utilizzando il paramento esterno delle mura che venne in gran parte asportato.
Le sole torri che hanno parzialmente conservato l’aspetto originario sono quelle del Lebbroso e del Pailleron, restaurata, quest’ultima, da Alfredo D’Andrade nel 1894.
A nord-ovest della città, dalle mura romane si erge la suggestiva Tour Neuve, mentre all'angolo nord orientale, la Torre dei Balivi si pregia di ospitare la scuola di musica “Conservatoire de la Vallée d’Aoste”.
Accanto all’area archeologica del Teatro Romano è possibile ammirare la Tour Fromage ; a sud delle mura sorge infine la leggendaria Torre di Bramafam.

Ponte romano sul Buthier

Architettura romana  -  Aosta

Provenendo dalla Bassa Valle, il primo monumento antico di Aosta che accoglie il visitatore è il ponte romano gettato al di sopra dell’antico corso del torrente Buthier. Esso caratterizza il quartiere orientale della città, chiamato appunto del Pont de Pierre, cioè del “ponte di pietra”. Parallelo a corso Ivrea, poco lontano dall’Arco di Augusto, il ponte è perfettamente conservato e tuttora utilizzato per il transito, anche se nel corso del medioevo il torrente Buthier ha cambiato sede e le acque non scorrono più sotto la sua unica arcata a schiena d’asino di 17,16 m di apertura. Largo circa 6 m., venne costruito in età augustea con blocchi di pietra, secondo i consueti modelli romani.

Porta Decumana

Architettura romana  -  Aosta

Il Decumanus Maximus corrispondeva alle attuali vie Porta Pretoria, De Tillier e Aubert.

A doppia cortina e a tre passaggi fiancheggiati da torri, questa porta venne riadattata e rimase in uso per tutto il medioevo e l’eta moderna. Collegava la Porta Praetoria all’uscita occidentale della città romana: la Porta Decumana. Da qui si dipartiva la via che conduceva all’Alpis Graia (colle del Piccolo San Bernerdo). Era conosciuta sotto il nome di Porta Friour, del Plot, di Saint-Genis, di Savoie e di Boczana, ma il nome più frequente era quello di Vaudane (da Vaudagna = Valdigne).

La porta perdurò fino al 1812, anno in cui venne demolita per ordine del prefetto del Dipartimento della Dora, in vista del risanamento del quartiere e dell’allargamento della strada. I risultati di una serie di campagne di scavo condotte in quest’area tra il 1988 e il 1991, in concomitanza con la ristrutturazione dell’ex Ospizio di Carità per la realizzazione della nuova Biblioteca Regionale, hanno permesso di delineare la fisionomia originaria della porta.

La torre situata sul lato nord dell’attuale via Aubert è ancora conservata per un’altezza considerevole, quella meridionale, invece, quasi interamente rasata a livello delle fondazioni. Gli scavi hanno riportato alla luce anche un tratto del basolato del decumanus maximus e parte di una cloaca.

Il sito non è attualmente visitabile.

Porta Praetoria

Architettura romana  -  Aosta

Il monumento si trova tra via Sant’Anselmo e via Porta Praetoria.

Situata nella parte orientale delle mura, era l’accesso principale alla città di Augusta Praetoria, edificata nel 25 a.C. dopo la sconfitta dei Salassi ad opera di Terenzio Varrone.

Era dotata di tre aperture, ancor oggi visibili: quella centrale per i carri e quelle laterali per i pedoni. L’area all’interno delle aperture era utilizzata come cortile d’armi; nella sua parte meridionale, il terreno è stato scavato fino a raggiungere il presunto livello del suolo in epoca romana (circa due metri al di sotto del livello attuale – la differenza è dovuta ai materiali traspostati dalle piene fluviali). Nelle aperture rivolte all’esterno sono ancora visibili le scanalature entro cui correvano le cancellate che di notte venivano calate.

Nella facciata orientale sono ancora visibili alcune delle lastre di marmo che rivestivano l’intero monumento, che all’interno è costituito di blocchi di puddinga.

Nel medioevo, sulla sommità del monumento in corrispondenza dell'antico camminamento di ronda, fu costruita una cappella dedicata alla Santissima Trinità, da cui prese nome, per diversi secoli, anche la stessa Porta Praetoria. In seguito alla demolizione della cappella nel 1926, fu restaurato un antico oratorio addossato al lato orientale della porta (ora non ne resta che una nicchia).

  • Una delle Porte romane meglio conservate
  • Conserva ancora traccia del marmo che la ricopriva
  • Perfettamente integrata nel centro città e ad accesso gratuito

Porta Principalis Dextera

Architettura romana  -  Aosta

La Porta Principalis Dextera si trovava nella cortina meridionale delle mura e permetteva di accedere alla campagna e al ponte sulla Dora situato in località Clerod di Gressan. Era ad un solo fornice carrabile, priva di cortile d’armi e affiancata da due torri. Gli scavi che permisero la sua scoperta iniziarono nell’Ottocento con D’Andrade, mentre la completa messa in luce e la sistemazione di tutta l’area circostante risalgono al 1936.

Fra il materiale romano reimpiegato nel medioevo per chiudere la parte inferiore della porta fu rinvenuta, nel 1894, la base in arenaria di una statua di Augusto eretta dai Salassi nel 23 a.C., recante l’iscrizione dedicatoria dei “Salassi incolae qui initio se in coloniam contulerunt”. Nei pressi si trovano anche i resti di un quartiere popolare e commerciale risalente al II secolo d.C. (area del Giardino dei ragazzi).

Nel medioevo la porta prese il nome di Beatrix; i visconti di Aosta, che controllavano tutta la cinta sud-occidentale delle mura, costruirono la loro casa forte sulle rovine di una delle torri romane che la fiancheggiavano. Questo complesso, denominato castello di Bramafam, mostra un bastione a pianta circolare, alla cui base sono ancora visibili i muri romani sui quali fu innalzato.

Porta Principalis Sinistra

Architettura romana  -  Aosta

Dalla Porta Principalis Sinistra si snodava l’itinerario che portava al Passo del Gran San Bernardo (Summus Poeninus). Sino al 1843 i resti di questa costruzione erano ancora visibili nella parte settentrionale della piazza Roncas; Palazzo Rolle, l’edificio degli anni ’30 che si trova a lato di Palazzo Roncas, occupa l’area di una delle torri (quella occidentale) che fiancheggiavano la porta romana.

La torre orientale, invece, chiamata nel medioevo “de la porte”, divenne il nucleo attorno al quale sorse una dimora feudale; l’antico bastione fu demolito nel corso del XVII secolo quando faceva ormai parte del convento della Visitazione. Il suo aspetto è riconoscibile in una veduta tardoseicentesca di Aosta, mentre la sua presenza è ancora attestata nella pianta del De Tillier del 1730.

Nei sotterranei del Museo Archeologico Regionale (ex convento della Visitazione) è possibile osservare i resti dello spigolo sud-est di questa torre, con i piani d’uso romani e l’unico tratto di terrapieno, con relativo muro di controscarpa, ancora addossato ad un tratto delle mura romane.

Teatro Romano

Architettura romana  -  Aosta

Il Teatro romano è chiuso dal 7 novembre 2023 all'autunno 2025

La sola facciata attualmente visibile è quella meridionale, alta ben 22 metri, caratterizzata da una serie di contrafforti e di arcate ed alleggerita da tre ordini sovrapposti di finestre di varia forma e dimensione.
Ben individuabili sono pure le gradinate ad emiciclo che ospitavano gli spettatori (cavea), l’orchestra (il cui raggio è di 10 metri), ed il muro di scena (ora ridotto alle sole fondamenta) che un tempo si innalzava col suo ricco prospetto ornato di colonne, di marmi e di statue.
Si è calcolato che il Teatro potesse contenere tre o quattromila spettatori. Alcuni studiosi ritengono che il teatro fosse dotato di copertura fissa.
Con la caduta dell’impero, fino sino al XVIII sec. si perse ogni memoria della funzione originaria dell’edificio ed i suoi resti non furono riconosciuti come tali che molto tardi: durante il Medioevo vi furono addossate numerose costruzioni, demolite nel corso dei moderni lavori di recupero e restauro.
Nel 1864 alcuni saggi di scavo portarono alla luce una serie di muri, mentre negli anni ’20 del Novecento si diede una prima sistemazione al monumento, demolendo le casupole che lo circondavano. La completa messa in luce avvenne però tra il 1933 e il 1941, quando furono effettuati importanti lavori di restauro e integrazione.
Le ultime ricerche condotte sulle murature hanno permesso di ipotizzare che le strutture attualmente visibili non siano nate tutte in prima fase (I sec. a.C.), ma che siano il frutto di successive modificazioni avvenute ancora in epoca antica.

(+39) 3311491462

Terme

Architettura romana  -  Aosta

Site in via Chabloz, all’interno della scuola media di Piazza San Francesco, a Nord del Municipio.
La costruzione risale al I secolo d.C.
Sono stati individuati alcuni locali riscaldati, mentre non è stato rinvenuto il “frigidarium”.

Il sito non è visitabile

Villa della Consolata

Architettura romana  -  Aosta

Avviso: la Villa è temporaneamente chiusa

Si tratta delle fondamenta di un’elegante abitazione romana, esterna alla cinta muraria della città; sono riconoscibili alcuni locali, con resti di pavimentazione in mosaico e tracce di un impianto di riscaldamento.
L’indagine archeologica nella villa suburbana in regione Consolata fece seguito nel 1971 a lavori edili, riportando in luce la maggior parte delle strutture antiche al momento visibili; ulteriori scavi, a metà degli anni ’80, ampliarono le conoscenze della parte centrale del complesso - atrium tetrastilo con impluvium, tablinum -.

Situata in una zona connotata da tracce significative di popolamento anteriore alla fondazione di Augusta Praetoria (25 a.C.), prossima a un ramo subcollinare della viabilità antica verso l’Alpis Poenina - Gran San Bernardo -, la villa presenta una pianta di forma rettangolare, compatta, in cui predominano gli ambienti a carattere residenziale (pars urbana), riservati al dominus e ai suoi ospiti, rispetto a quelli di servizio, di deposito e, eventualmente, di lavorazione di prodotti agricoli (pars rustica e fructuaria); la presenza di questi ultimi, seppur limitata, indica una connessione con attività esercitate in un fundus (podere, tenuta).

(+39) 0165.231665

L'Artisanà - negozio di artigianato - Aosta

Artigianato  -  Aosta

Storicamente gli artigiani valdostani usavano il termine l’Artisanà per identificare il negozio in centro ad Aosta in cui, conclusa la Fiera di Sant’Orso e, durante il resto dell’anno, veniva conferita la loro produzione per la vendita. L’Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition ha così deciso di farne il proprio marchio di comunicazione che unisce il settore culturale e commerciale della propria attività.
L’Artisanà comprende oggi 4 negozi di artigianato valdostano distribuiti sul territorio regionale, vetrine originali di una produzione viva e in evoluzione che affonda le proprie radici nella tradizione.
Le boutiques de L’Artisanà offrono a turisti e appassionati la possibilità di portarsi a casa un pezzo autentico di Valle d’Aosta: oggetti in legno, pietra ollare, ferro forgiato, prodotti tessili e di ceramica sono il frutto della tradizione millenaria della nostra regione.

La boutique di Aosta

Pioniere dell’esposizione e della vendita dell’artigianato valdostano di tradizione, la boutique di Aosta ha aperto i battenti il primo gennaio 1942. Situata nel medesimo luogo di allora, sotto i portici di Piazza Chanoux al piano terreno del municipio di Aosta, il negozio è noto agli addetti ai lavori e agli innumerevoli visitatori come L’Artisanà. È qui, che oggi come allora, gli appassionati possono trovare il meglio del savoir faire locale.
Nel dicembre 2017 la boutique è stata rinnovata per rendere l’ambiente ancora più accogliente.

Gli orari di apertura sono soggetti a variazioni: si consiglia di verificarli prima della visita (cfr. sezione “Contatti”) oppure cliccando qui

(+39)01651835142
aosta@lartisana.vda.it

Castello di Montfleury

Castelli e torri  -  Aosta

Sorge alla periferia Ovest di Aosta, in via Piccolo San Bernardo.
La villa prende il nome dalla località omonima di Aosta, Montfleury, toponimo in lingua francese traducibile in italiano come “monte fiorito”.

Di forma ottagonale, l’edificio fu costruito verso la fine del XVIII secolo dalla famiglia Barillier, che lo cedette poi al barone Bich, il quale lo conservò fino al 1880.

In seguito fu utilizzato dai canonici del Gran San Bernardo per la scuola regionale di agricoltura e, dal 2004, è sede del CoReCom (Comitato Regionale per le Comunicazioni) della Valle d’Aosta.